BIAGIO CONTE SANTO O ECOLOGISTA? (1)

Pasquale Scimeca, Biagio, film su Rai 1 14 Gennaio 2023

“Su Rai 1 sabato 14 Gennaio 2023 il film che racconta la vita di Biagio Conte”. L’opera del regista Scimeca in onda in seconda serata.

(ANSA) – PALERMO, 13 GEN – Rai1 ricorderà Biagio Conte, il missionario laico morto ieri a Palermo per un male incurabile, con “Biagio”, il film di Pasquale Scimeca in onda sabato 14 gennaio in seconda serata.

Il film racconta la vita di Biagio Conte, un giovane che viveva nella città di Palermo insanguinata dalla violenza mafiosa, lasciò la famiglia, gli agi e le ricchezze per dedicare la sua vita ai poveri.

Segue il Film completo di Rai 1

Il 13 e 14 Gennaio il rincorrersi delle notizie su fra’ Biagio Conte nei TG di molte reti televisive mi prendeva di sorpresa. Chi era questo Biagio Conte, nominato spesso senza nemmeno il fra’ anteposto al nome? Mai ne avevo sentito parlare e, d’un tratto, balzava ai miei occhi. Un personaggio, almeno in parte, artefatto, come altri di nessun valore, o un uomo che veramente commuoveva con una sua conversione a Dio, che portava la croce per le strade e stava tra i poveri più emarginati e fastidiosi da sopportare!?

Veniva annunciato questo film, semplicemente Biagio, per il sabato 14 Gennaio su Rai 1 in seconda serata!

In casa, si pensava ad altro e lo dovetti guardare in RaiPlay, il giorno dopo.

Che ricostruzione di ambienti, personaggi … il travaglio interiore! Un film ben meditato dal regista, anche lui palermitano, Pasquale Scimeca, toccato da Biagio fin nell’intimo, a tal punto di decidere di voler girare un film su quest’uomo quasi contro la volontà di fra’ Biagio stesso:

E se vuoi proprio, fallo, se Dio vorrà!,

gli aveva risposto il ‘fratello’, infastidito, ma divenuto suo amico!

Biagio, Rai 1 – 15 Gennaio 2023

QUI

Inizio a guardare il film. I primi minuti risentono di quello stile, forse ottimo, ma che non incontra il mio gusto, dell’ambientazione di cronaca con l’avanti e indietro della moviola nel tempo, nei ricordi, viaggiando in taxi …, tributo quasi obbligato alla contemporaneità dell’odierna cultura dello schermo, sempre irrequieto! Ma poi, Biagio comincia a delinearsi e ad innalzarsi semplice e maestoso nella sua grandezza.

Il Regista, già noto per numerosi e importanti film, dalla mafia ad ogni situazione in cui ritenga si sia commessa un’ ingiustizia, come in La passione di Giosuè l’Ebreo, si supera e sembra che stia riprendendo il vero Biagio proprio in quei momenti, in quei mesi, in quei travagli dell’anima! E l’attore protagonista, Marcello Mazzarella, è pienamente immedesimato nella parte tanto che, a non saperlo, uno potrebbe pensare che possa essere Fratel Biagio stesso!

Ma il Biagio di Scimeca è il vero Biagio?

Biagio è insoddisfatto della sua vita. Abbandona la casa scomparendo e si ritira nei boschi per giorni e mesi, nutrendosi di erbe, anche dannose, inesperto com’è, della sopravvivenza, troppo avvezzo alla ricchissima casa di suo Padre! L’ambiente inospitale, però, lo attira.

Ama accarezzare il muschio pregno d’acqua, sprofondare le mani nelle foglie marcite, lasciare scorrere la pioggia lungo tutto il suo corpo mentre si arrampica sulle rocce. Spogliarsi di fronte alla cascata, ormai ‘libero’!

Vede un pastore, Rosario, che sta per impiccare il proprio cane che gli ammazzava le pecore. Biagio inorridisce, lo ferma, a rischio di riceverne bastonate, e se lo fa regalare. Rosario è stupito e commosso da questo sconosciuto che non si sa di dove sbuchi e, benché rozzo e avvezzo a parlare con le sue pecore

ma non con gli uomini, resta commosso e lo si capisce dal gesto. Ferma Biagio e lo invita a mangiare una scodella calda con un pezzo di pane: Lui, Biagio, Salvatore e Libero, il cane. Così Biagio subito l’ha chiamato! Ma pensa! Libero, come vuole essere libero lui!

Nasce una amicizia semplice e franca tra i due ed anche il figlio Salvatore, verso il quale Biagio usa grande tenerezza tanto da fargli un vero dono. Ma non vi dico quale per non perdervi la bellezza del film. Grande, questo Scimeca! Scimeca voleva finalmente realizzare un film che servisse a qualcuno, e c’è riuscito. Lasciata la sua consueta contestazione, come già la Cavani nel secondo Francesco, guarda all’uomo interiore!

Salvatore anche lui fa un dono a Biagio: un libretto su San Francesco, guarda caso … o la provvidenza? E Biagio è affascinato. Ha nostalgia di Dio, ma non sa Chi sia, come chiamarlo … Nella sua capanna improvvisata

parla al suo cuore, parla col cuore e scrive preziosi appunti, confessioni dell’anima! Capisce che prima aveva tutto ed era sempre scontento, ora non possiede nulla ed è sereno!

Sente che ha bisogno della salvezza, ma salvezza da cosa? E però, pur non sapendo cosa sia, ha il coraggio di pronunciare questa parola: – Ho bisogno di salvarmi. Ecco, l’ho detto!

In quella fredda alcova, sembra un eremita del seicento.

Trascorre lunghe ore scrivendo un diario sui suoi peccati. Ma sente il bisogno di salvezza, che qualcuno gli indichi la strada. Prega! La ricerca di Dio tra queste montagne. Dorme al freddo. Decide di non toccare più denaro e non accetta la paga per il lavoro svolto. Lui e Rosario si abbracciano. I soldi saranno per qualche poverello, aggiunge Rosario. Resta a meditare in attesa della grazia. Fino a quando vedrà il volto di Dio.

Il cane corre tra la neve e, a un tratto, non torna. A Biagio fa paura la solitudine, piange il suo amico e prega disperato e affranto. Ha fame, ha freddo, non ce la fa più. Chiede un segno.

Aspetta immobile nella neve. Ipotermia! Rosario e Salvatore presentono qualcosa e tornato a cercarlo e lo salvano, portandolo dai frati Minori Rinnovati di Corleone, cuore della mafia.

Fra’ Paolo, Frati Minori Rinnovati, Corleone (PA)

Dopo un soggiorno di riflessione in convento e periodo in cui si ristabilisce, decide di partire per Assisi a piedi. Molteplici le avventure, finché ad Assisi, disteso davanti agli affreschi della Basilica, sente e capisce cosa fare: andrà tra i più poveri in Africa. Ma, tornato a Palermo, vede che intorno al porto è pieno di barboni, sbandati, stranieri affamati e senza prospettive e capisce di doversi fermare a vivere con loro e come loro. E inizia a fare quel che ha fatto e che molti conoscono ammirandolo.

Ma sia il Film che tanti documentari non colgono pienamente ciò che animava Biagio. Vedendo il film mi chiedevo: – Ma se Fratel Biagio ha seguito San Francesco, come mai non emergono i motivi spirituali del Poverello che non erano la povertà da sollevare, ma il Cristo da amare nel povero, immagine e somiglianza di quel Dio che si è fatto carne ed è adorato nell’Eucaristia; la Vergine Madre Sua, che tanto il Poverello amava, la Passione del Signore … Ho cercato, allora, informazioni invano e così mi sono deciso a scrivere ai Frati Minori Rinnovati. Ed ecco la loro risposta, breve e significativa:

Mail di mar 24 gen, 09:40 (5 giorni fa)

Ciao Marcello, La fede di Biagio era cristocentrica. La sua fede in Gesù motivava ogni sua scelta ed amava Gesù fortemente nel Vangelo. Nell’Eucaristia e nei poveri. Amava la Madre di Gesù come sua vera madre e la pregava continuamente. Credo che c’è un libro edito dal Pozzo di Giacobbe che racconta molto di lui. Il Signore ti benedica!

Frey …….

Ho cercato il libro della Casa editrice “Il Pozzo di Giacobbe”. È in ristampa, ma ho potuto ordinarlo. Si intitola …

Ho continuato la ricerca ed ho trovato di quando Fratel Biagio fu miracolato a Lourdes dalla Madonna senza nemmeno averlo chiesto … Tante le cose che ho iniziato a scoprire e sto ancora scoprendo!

E poi ho risposto ai frati così:

Pace e Bene. Grazie. Quando Lei mi ha inviato la mail ero proprio in classe in quarta elementare mentre vedevo il film “Biagio” e commentavo con i piccoli alunni, molto interessati. Grazie per le precisazioni e il suggerimento bibliografico. Sentivo che in quanto gira su Fratel Biagio mancava la parte essenziale che completa proprio il suo cammino interiore. Pace e Bene.

E loro:

Grazie a te Marcello che ti fai annunciatore del Vangelo! Il Signore ti benedica sempre.

fra’ …….

I nuovi frutti di fratel Biagio

Talmente coinvolto dalla bellezza della testimonianza trasmessa dal regista Scimeca, che veramente ringrazio per aver saputo mettere a disposizione ciò che aveva colto di Fratel Biagio, e raggiunto dalla televisione, che ringrazio per quello che ha potuto e saputo fare, ho voluto portare agli alunni di diverse mie classi la testimonianza di una fede viva e operosa, che diventa anche capace di modificare la società.

Cambia il tuo cuore e il mondo sarà cambiato.

Attorno al cuore convertito di Fratel Biagio non è scomparsa la povertà, ma la povertà è divenuta ricchezza, amore, comprensione, amicizia, fraternità, Fede.

Al cuore delle cose

Nelle classi quinte, ho iniziato a guardare con gli alunni il film, svolgendo un lavoro anche di analisi dell’opera cinematografica, partendo dal cambiamento che trasformò il cuore di un uomo di duemila anni fa: Saulo. Nelle quarte, dove stavo trattando san Giovanni Battista, ho proposto Fratel Biagio come profeta di oggi e in sintonia con il messaggio del Battista.

Nelle seconde, invece, ho semplicemente raccontato quanto già iniziavo a capire di Fratel Biagio e, anche qui, in relazione alle prime nozioni che sto dando loro sempre sulla figura del profeta Giovanni Battista. E, al contempo, la lezione di religione è divenuta lezione di vita nella società civile; vogliamo definirla Educazione civica?

Ma, come al solito, non mi stavo attenendo al semplice percorso scolastico, né trattavo la materia religione come se fosse una mera disciplina, né trasformavo la lezione di Religione in una riunione di catechismo, ma, in rapporto a quanto stavo e potevamo vivere insieme, a partire dalla volontà di porlo in comunione, proprio come Fratel Biagio intendeva, scoprivamo come la fede cercata e trovata di un uomo era capace di incidere. Imparavamo a leggere nella vita e nella società la valenza della Chiesa anche oggi. E il cammino è solo all’inizio … anche perché nei prossimi giorni affronteremo, all’interno del contesto socio culturale di Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023, le figure di Papa Giovanni e del Patrono di Bergamo Sant’Alessandro cui Papa Giovanni era profondamente legato fin dalla giovinezza e non meno ispirato nel suo messaggio di Pace.

Grazie Fratel Biagio, grazie Giovanni Scimeca, grazie a quei giornalisti, che, spesso, non posso che deplorare per il modo con cui trattano le notizie, perché in questo caso, e non solo in questo, veramente, han saputo cogliere un segno, un profumo della divina virtù di Fratel Biagio, ciascuno a modo proprio, come poteva e con notevole partecipazione.

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