Il Qatar-gate e i radicali

Fight Impunity, la ONG al centro del Qatargate, ha sede nello stesso edificio di varie associazioni legate ai radicali di +Europa: Non c’è pace senza giustizia, Radicali italiani, Associazione Luca Coscioni e la stessa +Europa. E’ un caso?

Una volta si diceva che il diavolo si presenta sempre con un bel volto e buone maniere, altrimenti sarebbe troppo facile individuarlo e sfuggirlo.

In fondo l’ambiguità è una caratteristica del male: non serve aver letto Machiavelli per capire che laddove c’è il potere, spesso lo accompagnano simulazione e dissimulazione. Ora in democrazia c’è sempre stato uno strumento fondamentale per trasformare mezzi e fini cattivi in mezzi e fini buoni: la propaganda.

E’ per questo che i poteri forti di norma sono più attenti a controllare media, grandi giornali e tv, che la politica stessa: è più facile condizionare da “fuori”, controllando la mitica “opinione pubblica”, che scendere direttamente in campo, sotto i riflettori, nell’agone parlamentare.

Mi ha impressionato leggere un brano del giovane Alcide Degasperi deputato a Vienna, ad inizio Novecento: vi descrive il clima che si crea tra gli eletti dal popolo quando compare tra loro un potente giornalista. Un clima di apprensione, di paura, che spinge il deputato in questione a lasciare il suo vero impegno, per mettersi genuflesso davanti al giornalista.

Cosa è importante, infatti, si chiede il giovane deputato e giornalista trentino? Ciò che si fa davvero, o ciò che i media e la gente diranno di te? Purtroppo, se si vuole essere rieletti, questa la triste risposta, è più importante apparire che essere. Così spesso i politici, che dovrebbero essere i veri detentori del potere, in quanto espressione del voto popolare, divengono ostaggio di chi non risponde al popolo, ma ad un ricco editore.

Esiste dunque un quarto potere, quello della stampa, che da secoli offusca, limita, cerca di controllare ed eterodirigere la politica, a vantaggio di interessi di parte, multinazionali ecc…

Ma da tempo, accanto ai media, è stato inventato un altro strumento: la ONG. Finalmente il Qatargate rende accessibile a tutti questa evidenza.

Le ONG sono Organizzazioni non governative che a parole lottano per i diritti di questa o quella categoria: bambini, poveri, immigrati, gay… Come si diceva all’inizio, presentano un volto bello, attraente, positivo. Facendo passare così l’idea che organizzazioni “non politiche”, i cui contorni sono spesso opachi, perseguano il bene comune molto più e meglio dei partiti e dei politici eletti. E sempre con grande idealismo e disinteresse.

Certamente vi sono Ong benemerite, che fanno ciò che dicono, così come vi sono giornalisti che cercano la verità, ma è evidente a tutti che spesso non è così:  non mancano infatti le Ong, come quella del deputato PD Antonio Panzeri, che dietro un nome bellissimo, “Fight Impunity”, raccolgono soldi e fanno affari che di nobile non hanno nulla, rispondendo non al popolo europeo, ma all’interesse di sceicchi e di paesi stranieri. Possiamo pensare che il Qatar agisca in questo modo, e mille altri poteri, anche più forti e vicini a noi, no?

La realtà è che ci sono potentati e miliardari come George Soros che perseguono un controllo dall’esterno della democrazia attraverso una tenaglia a due braccia: i “vecchi” giornali e, appunto, le ONG.

Attraverso queste fanno attività di lobbing, curano i propri interessi, spingono per certe politiche in materia di immigrazione, promuovono l’ideologia gender, demonizzano e mostrificano l’avversario politico di turno o il giornale libero ecc…

Una fotografia pubblicata dal quotidiano francese Le Soir, può servire a comprendere meglio quanto si sta dicendo: vi si vedono, sopra il cartello della ormai celebre ONG Fight Impunity, i loghi di associazioni legate al partito radicale italiano di Emma Bonino, come “Non c’è pace senza giustizia”, “Associazione Luca Coscioni” e “Radicali Italiani”, per non parlare del logo di “+Europa”. Tutti insieme!

E’ solo un caso che questi soggetti radicali, espressione cioè di un partito che non ha voti, ma molto potere e moltissima influenza culturale, e che è notoriamente finanziato dal miliardario George Soros, siano nella stessa sede di Fight Impunity?

Ed è un caso che la stessa Fight Impunity, che annoverava nel suo board, sino a ieri, Emma Bonino, sia stata fondata, oltre che dall’ormai noto Panzeri, anche dall’eurodeputato radicale Gianfranco dell’Alba?

E’ un caso che radicali e PD – oggi coinvolti nel Qatargate – godano da anni, nonostante i pochi voti, di una cassa di risonanza, tramite media e Ong, assolutamente sovradimensionata?

Ma soprattutto, e per concludere: domani, quando le Ong e certi media diranno ancora una volta ai nostri governi come gestire l’immigrazione, o perché è “per i diritti” aprire alla droga libera e all’utero in affitto, ci faremo ancora raccontare la favoletta, o, dopo il Qatargate, sarà più facile distinguere, sotto la pelle d’agnello, il lupo travestito?

Questo articolo è comparso anche sul quotidiano La Verità a firma dello stesso 

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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