
Ultimamente, cari lettori, avrete notato come stia dando spazio a interventi, conversazioni e scritti legati a Radio Maria e a Padre Livio Fanzaga. Ritengo notevole il contributo di Radio Maria alla vita della Chiesa non solo in Italia, ma nel mondo.
Quest’opera speciale è nata alla luce dei misteri della Madonna di Medjugorje. Su Medjugorje, come su tutte le rivelazioni private, la Chiesa lascia ampia libertà alla fede personale. Ma non si può negare che queste rivelazioni, in continuità con Lourdes e Fatima, non solo stanno influendo grandemente sulla formazione spirituale di molti cristiani, ma sembrano veramente influire sulle vicende del mondo. Esse stanno contribuendo ad interpretare le vicende terrene alla luce della Parola di Dio. L’interpretazioni cristiana della storia non è semplice, ma è necessaria. Direi che sia dunque corretto conoscere ciò che stia a cuore a Radio Maria e a non sottovalutare cosa sta facendo da decenni. Non è nella Chiesa qualcosa di secondario o di poco valore.
Radio Maria con la sua presenza capillare e la qualità delle trasmissioni sta aiutando ogni cristiano e tanti non credenti a conoscere il Vangelo nella vita.
Il recente Blog di Padre Livio ha aperto un ulteriore canale di collegamento con gli ascoltatori per comprendere cosa stia accadendo.
Nel Blog del 24 e 25 Agosto 2022, sono apparse due importanti lettere degli ascoltatori che centrano l’attenzione
sul conflitto bellico in atto e di grande portata.
Riportiamo i due testi e l’editoriale video di Padre Livio, che ne parla con interessanti spiegazioni. Cosa sta accadendo in Europa? Qual è il grande progetto panrusso? Che “salvezza” la Russia vorrebbe portare in Europa? Padre Livio sta solo cercando di comprendere ciò che accade senza pretendere di sapere tutto o voler prevedere, ma come i presenti eventi sarebbero collegati a Medjugorje e alla vera salvezza? Al termine l’importante intervista di Sir, Agenzia di informazione della CEI, al giornalista russo Aleksandr Archangel’skij al Meeting di Rimini.
Saremo costretti a diventare Ortodossi? 24.08.2022
Caro Padre Livio, oggi sono sei mesi dall’invasione armata dell’Ucraina da parte della Russia. Sono rimasto molto colpita dalla sua determinazione a favore degli aggrediti manifestata fin dall’inizio. Non c’è stato giorno in cui Lei non abbia sostenuto il popolo ucraino e non abbia denunciato i crimini dell’esercito russo, in particolare contro le città e i loro abitanti. Eppure, Lei è sempre stato un cultore della Russia, in particolare della sua letteratura religiosa. Non riesco a capire che cosa l’abbia messo così in allarme. E’ forse qualcosa che riguarda i segreti di Medjugorje?
Antonia di Latina
Risposta di Padre Livio
Cara Antonia, premetto che una determinazione ancora maggiore, se così posso dire, è stata manifestata dal Santo Padre e questo mi basta per sentirmi tranquillo sulla mia posizione.
Non conosco nulla sui segreti, ma il fatto che riguardino ancora più la Chiesa che il mondo da tempo mi ha messo in allarme. La Russia da secoli ritiene di essere la terza Roma, e l’erede dell’impero Romano-bizantino dopo la caduta di Costantinopoli. Da qui la sua politica di espansione continua, che è ripresa con determinazione dopo lo sfaldamento dell’impero sovietico nel 1991.
Come lo stesso A. Dugin ha spiegato, questa espansione comprende anche l’Europa direttamente o indirettamente.
A questo punto mi viene in mente la conclusione dell’Anticristo di Soloviev che ha uno strano sapore profetico. L’Anticristo, che è l’imperatore russo, convoca un Concilio Ecumenico per l’unità di tutti i cristiani ovviamente sotto il suo illuminato potere…
Mi fermo qui, ma mi viene il sospetto che, con l’egemonia della Russia in Europa, saremo costretti a divenire tutti ortodossi e a guardare a Mosca come la sede della Chiesa universale.
Ovviamente, non accadrà, perché la Madonna è qui per evitarlo. Ma non escluderei che dalle parti del Cremlino ci stiano facendo un pensierino.
Ave Maria
Padre Livio
Evoluzioni della guerra Russo-Ucraina
Caro Padre Livio,
mi sono fatto un’idea più chiara delle possibili evoluzioni della guerra russo-ucraina. Innanzitutto, come oramai è a tutti chiaro, si fronteggiano i sistemi politici democratico e autoritario. I paesi con sistema politico autoritario sono: la Russia, la Cina, l’Iran, la Corea del Nord, la Turchia, ma anche, recentemente, l’India è passata dal sistema politico democratico a quello autoritario, e così l’Ungheria, e ovviamente altri, che non sto qui ad elencare, tra cui il Nicaragua, che tanto sta perseguitando la Chiesa Cattolica ultimamente.
Il popolo italiano è chiaramente attratto dal sistema politico autoritario. Infine c’è Donald Trump, che non hai mai fatto mistero della sua intenzione di instaurare un sistema politico autoritario negli Stati Uniti, tanto è vero che ha già provato a farlo, con l’assalto al Parlamento del 6 gennaio e probabilmente sarà ricandidato per la carica di presidente e se fosse eletto potrebbe riuscirci. Perciò, nel caso che la Russia riuscisse a conquistare l’Ucraina, anche non subito, ma una parte ora e il resto quando si sarà riarmata, lo scenario che si aprirebbe sarebbe molto fosco, perché, attraverso l’Ucraina, la Russia avrebbe accesso alla Moldavia, che conquisterebbe in un attimo, non essendo un paese della Nato, ma, soprattutto, avrebbe accesso all’Ungheria, che pur essendo un paese della Nato, ha, come detto, un governo autoritario, che si alleerebbe con la Russia e lascerebbe passare sul suo territorio l’esercito Russo, che così si potrebbe riunire alla Serbia, già sua alleata, e poi invadere l’Austria e la Svizzera, che non sono paesi della Nato. Una volta conquistata anche solo l’Austria, la Russia avrebbe accesso all’Italia, che pur essendo un paese della Nato ha un popolo da sempre incline verso un sistema politico autoritario, perciò finirebbe con l’allearsi con la Russia e lascerebbe entrare l’esercito russo sul suo territorio.
A questo punto la Russia potrebbe prendere possesso della Città del Vaticano, in favore della chiesa ortodossa russa e al Papa non resterebbe altra scelta che andare in esilio. Noi probabilmente avremmo la grandissima grazia e il grandissimo onore di diventare martiri della fede. Infine, sarebbe solo questione di tempo prima della capitolazione alla Russia di tutto il resto dell’Europa, che si troverebbe alle porte il gigante russo, mentre gli Stati Uniti sono separati dall’Europa dall’oceano.
Saluti di Padre Livio
Saluti, Caro amico, speriamo che sia solo un romanzo.
Ave Maria,
Padre Livio
L’INTERVISTA di Sir, Agenzia di informazione della CEI, al giornalista russo al Meeting di Rimini 23 Agosto 2022
Russia. Archangel’skij (scrittore): sulla guerra in Ucraina “la gente desidera avere risposte preconfezionate cui credere”
23 Agosto 2022 dall’inviato Daniele Rocchi
Aleksandr Archangel’skij, scrittore, conduttore tv e giornalista russo, è intervenuto al Meeting di Rimini dove ha parlato della “forza della libertà e della riconquista della pace”. Il Sir lo ha intervistato toccando vari temi, dalla guerra in Ucraina alla libertà di stampa, passando per le possibili visite di Papa Francesco a Kiev e Mosca e la temuta ingerenza russa nelle elezioni in Italia del 25 settembre
(Da Rimini) Aleksandr Archangel’skij è uno scrittore, conduttore tv e giornalista russo. Al Meeting di Rimini è venuto a parlare della “forza della libertà e della riconquista della pace” e a cercare di spiegare cosa vuol dire difendere la libertà di fronte alle nuove minacce che provengono dall’interno delle società europee e, in questi ultimi mesi, in modo drammatico, dalla guerra in Ucraina. E lo ha fatto partendo dalla analisi della situazione nel suo Paese, la Russia, dove per un giornalista è difficile, se non impossibile, praticare la propria professione.
“Dal 2020 non lavoro più in televisione – dice Archangel’skij in una intervista rilasciata al Sir -. Non so se questa cosa sia legata al fatto che ho firmato una lettera in cui mi dichiaravo contrario al prolungamento senza fine dei mandati di Putin. Ma è andata bene così perché ora non sono più obbligato a scegliere se restare in tv o andare via”.
Libertà di stampa, questa sconosciuta…
In Russia esistono ancora i social dove si può parlare liberamente, anche se Meta (Meta Platforms Inc., la multinazionale controllante Oculus, WhatsApp, Messenger, Instagram e Facebook, ndr.) è stata “bannata” dal Tribunale di Mosca per attività estremistica. Esiste anche Telegram, inventata da un russo, attraverso la quale si può parlare. Abbiamo anche YouTube che sarebbe a rischio chiusura. Su YouTube un’intervista sulla guerra di un noto giornalista e influencer, Yuri Dud, ha avuto 7 milioni di visite. Questa è la libertà che abbiamo. In Russia non esiste nessun giornale, rivista o radio indipendente e molti giornalisti sono stati definiti “agenti stranieri”. Questo significa che non possono insegnare nelle università, tenere lezioni pubbliche su tanti temi, non solo di politica. Qualunque cosa dicano o scrivano deve essere accompagnata dalla dicitura, posta in grande evidenza, che recita: “Questo scritto è stato prodotto da una persona considerata agente straniero”. Non esiste nessuna possibilità di lavorare o di fare dichiarazioni libere e personali, se non attraverso la rete. Il vero problema è un altro…
E sarebbe?
C’è tanta gente che desidera sentirsi dire dalla Tv cosa deve pensare. E che non vuole prendersi la responsabilità di raccogliere informazioni, di assumere una posizione critica. Desidera avere risposte pronte e preconfezionate cui credere.
Penso all’”operazione speciale” in corso in Ucraina, termine voluto dalle leggi russe per definire il conflitto scoppiato il 24 febbraio scorso.
Qual è la percezione dei russi riguardo a questa guerra?
Il Paese è grande e molto diversificato, non esiste un pensiero comune a riguardo. La maggior parte dei russi sostiene l’operazione speciale in Ucraina. Un quarto, forse anche un terzo della popolazione è contrario. Questi sono numeri. Ma preferirei parlare della gente: tra i fautori della campagna militare non tutti hanno la medesima posizione; c’è infatti chi si sforza di convincersi che sia stato giusto, che la Patria viene prima di ogni cosa. Tra i contrari non tutti disapprovano per motivi ideali. A qualcuno, per esempio, non piace come si sta muovendo l’esercito e per questo critica la strategia militare adottata. Inoltre chi credeva che le sanzioni avrebbero fatto mutare l’atteggiamento russo si è dovuto ricredere.
Quanto pesa la propaganda nel sostenere le ragioni della guerra e orientare l’opinione pubblica?
Avendo a cuore la mia salute psichica (ride), ho smesso di seguire i talk show televisivi che non fanno altro che riproporre ogni giorno la stessa cosa: tutti gli ucraini sono in fuga e vinceremo. La propaganda è una macchina che lavora. Non è solo lo Stato che la impone ma è la stessa gente che in qualche modo lo chiede, come dicevo poco fa. Se si dice alla gente ciò che non vuole ascoltare, non ascolterà. Deve partire un messaggio che le persone sono disposte ad ascoltare. La propaganda putiniana è riuscita a farsi sentire bene all’interno delle democrazie occidentali dove si registra un certo antiamericanismo. Tuttavia oggi la situazione in Occidente è un po’ cambiata e la propaganda russa sembrerebbe meno seguita dalla gente.
Perché Putin ha scatenato questa guerra? Per motivi di politica interna o più per motivi di politica estera?
La Crimea per Putin era un problema di politica interna ma credo che questa ‘operazione speciale’ sia servita più per motivi di politica estera. Penso che l’obiettivo di Putin sia “distruggere” l’Europa, l’Occidente nato da Yalta. Non è una guerra di annessione di territori, non è una guerra contro l’Ucraina ma è qualcosa di altro.
Che intende dire?
Intorno a Putin ci sono una serie di ‘pensatori’ che credono davvero che l’Europa abbia cessato di essere se stessa e che la Russia sia davvero la depositaria degli antichi valori europei e che li stia restituendo al Vecchio Continente. Può sembrare una cosa folle ma è così.
Putin si accontenterà del Donbass per porre fine alla guerra. Questa concessione potrebbe essere una svolta negoziale?
Oggi come oggi sì. Domani non saprei. Io ero certo di una operazione militare ma non di queste proporzioni.
A proposito di negoziato di pace vede possibile un viaggio in Russia di Papa Francesco?
Ritengo questa visita impossibile ma anche necessaria ma solo nel caso in cui Putin non sapesse più cosa fare e se l’Ucraina, a sua volta, ammorbidisse la sua posizione.
Il Papa potrebbe essere un intermediario autorevole e imparziale.
A questo punto la visita sarebbe possibile, ma non a Mosca.
Papa Francesco e Kirill, voce di Putin, potrebbero incontrarsi in Kazakhstan i prossimi 13-15 settembre, per il VII Congress of leader of world and traditional religions…
Se a Kirill venisse data delega a parlare con il Papa lo farà. Il patriarca ortodosso è stato un diplomatico di talento. La Russia oggi non offre condizioni di pace ma è pronta ad accettare che intorno a lei si possano avviare dei discorsi sulla pace come accaduto in questi giorni tra Erdogan e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
Ma una visita del Pontefice in Russia potrebbe rappresentare un problema più per Putin o più per la Chiesa ortodossa?
Non vedo differenze tra Putin e Kirill. Sarei disposto a mettere in gioco la mia reputazione e sostenere il patriarca Kirill se facesse un gesto verso il viaggio papale. La pace è sopra ogni cosa.
Si è parlato anche di una visita papale a Kiev: questa non ha avuto luogo fino ad ora: paura di irritare Mosca?
Credo piuttosto che non sia avvenuta per permettere al Papa di restare al di sopra delle parti.
Il Papa non cerca compromessi ma vuole trovare una via di uscita da questo vicolo cieco. Francesco vuole stare con l’uomo e non con lo Stato.
Ricordo le polemiche intorno alla decisione di far portare la Croce a due ragazze, una ucraina e una russa alla Via del Venerdì Santo: la gente si è ribellata perché riteneva che il Papa avesse messo sullo stesso piano aggrediti e aggressori. Ma per il Papa erano persone.
Quando finirà questa guerra?
Non lo so perché non vedo come le due parti possano dire di aver ottenuto quel che volevano. Per l’Ucraina la guerra sarà finita solo quando la Russia si sarà ritirata dai suoi confini. Per Putin la guerra sarà finita quando l’Ucraina riconoscerà il Donbass come territorio russo. Non vedo spazi per un compromesso. Qualcosa sembrava muoversi a marzo, a Istanbul, in occasione di brevi trattative. Pace sarà quando verrà trovata una formula in cui sconfitta e vittoria saranno ritenute accettabili da entrambe le parti. Da credente dico che i miracoli sono possibili.
Torniamo un momento sul tema della propaganda russa. Si parla molto di possibili ingerenze russe nelle elezioni italiane del 25 settembre: che ne pensa?
Non so quali mezzi potrebbe usare la Russia per entrare nel clima elettorale italiano. Russia Today, per esempio, non trasmette più nel vostro Paese. Ma ci sono diversi giornalisti vicini al Cremlino che potrebbero “spaccare” l’opinione pubblica occidentale usando diversi argomenti: la sofferenza della popolazione occidentale causata dalle sanzioni comminate alla Russia e che stanno provocando in Europa il caro energia, l’aumento costo della vita, l’afflusso di profughi ucraini, la necessità di trovare un accordo con la Russia per far finire la guerra. In fondo, secondo una certa propaganda filorussa, i territori del Donbass non sono così importanti e potrebbero alla fine essere ceduti per evitare un conflitto nucleare.
Ritiene possibile un conflitto nucleare?
Putin, dal suo punto di vista, ha bisogno di agitare un argomento temuto dall’Occidente. Quest’ultimo ha dimostrato di non aver paura di pressioni economiche, che è disposto a fornire armi, ma anche di temere la minaccia nucleare. Non dico che Putin userà armi atomiche ma che non ha paura di agitare questo spettro.
Come sono visti in Russia i politici cosiddetti “sovranisti” italiani?
Diciamo che in Russia questo tema riguarda solo una ristretta cerchia di persone e non occupa la grande parte della popolazione. Un fatto è che in Russia credono che Salvini abbia delle chances e che quindi, grazie a lui, sarebbe più facile parlare con l’Europa. L’Italia, in questo senso, è un Paese cruciale, decisivo in Europa. Oggi non è più come prima, ma nel Vecchio Continente c’è stato un grosso sostegno a Putin. In Svizzera si è arrivati fino al 40% di fiducia nei confronti di Putin, in Francia al 30%. Putin è un freddo calcolatore e più intelligente di quel che possa sembrare ma il 24 febbraio ha fatto un errore fatale scoperchiando il vaso di Pandora.
Prima ha parlato delle sanzioni occidentali contro la Russia come uno dei temi in mano alla propaganda putiniana. Ma che impatto stanno avendo queste sulla vita dei russi?
Le sanzioni stanno colpendo le persone che sono riparate in Occidente e che non possono più usare le loro carte di credito avendo i conti bloccati. Al momento non si registrano particolari difficoltà all’interno del Paese. L’inflazione è attestata tra il 10-15% e non è arrivata al 50-60% come temuto. Tempo fa ho parlato con un presidente di una grande azienda agricola che si è trovato costretto ad aumentare il salario ai suoi dipendenti del 30% per evitare che si arruolassero nell’esercito andando a percepire, secondo quanto riferiscono i media russi, circa 3500 euro mensili. Una cifra enorme per chi vive nelle zone di provincia. Basti dire che in caso di morte alla famiglia del milite ucciso in guerra andranno 100mila euro. Somma inimmaginabile per molti. Di certo avremo problemi a lunga scadenza: la Siemens, per esempio non farà più manutenzione dei treni veloci. Avremo difficoltà per i pezzi di ricambio degli aerei e nel campo dell’agricoltura, a causa del blocco delle esportazioni di prodotti come le sementi. Di contro alcuni settori, come quello assicurativo, stanno aumentando il loro volume di affari. La gente si assicura più di prima. A far diminuire il consenso russo verso l’Europa sarà la non concessione dei visti. Vedremo se questa sanzione sarà adottata.
Cosa pensa dell’attentato che ha provocato la morte di Darya Dugina, figlia del filosofo e ideologo di Putin? Le ipotesi al vaglio degli investigatori parlano di pista ucraina e di una rivendicazione di un gruppo sconosciuto, l’Esercito nazionale repubblicano, che punterebbe alla caduta di Putin…
Sono contro il terrorismo. Uccidere persone disarmate è inammissibile. Non conosciamo la versione ufficiale. Secondo un ex parlamentare della Duma, riparato in Ucraina, l’attentato sarebbe opera di un gruppo cospirativo ucraino. Se fosse così il Fsb (ex Kgb) potrebbe scatenare una lotta al tappeto contro il terrorismo e chiunque, al minimo sospetto, potrebbe essere fermato. Penso ad un atto politico interno, una guerra tra estrema destra ed estrema sinistra.
Ha paura di rientrare nel suo Paese dopo aver espresso posizioni contrarie a Putin?
Cerco di non pensare a Putin. Ci sono tempi piacevoli di riflessione. La vita è una prova ma cerco di non avere paure eccessive.