USA: la clinica degli orrori del dottor Gosnell

Kermit Gosnell (Ap)MILANO – Il dossier di 18 pagine del Gran Giurì si intitola “The Intentional Killing of Viable Babies” (l’uccisione volontaria di bambini vivi). Parla di una vicenda di cronaca agghiacciante che vede protagonista un medico abortista di Philadelphia e una clinica dove avvenivano una serie di orrori inimmaginabili. Una vicenda che ora viene alla luce grazie all’inizio del processo.

LIMITI LEGALI – Kermit Gosnell praticava aborti fuori dai termini previsti per legge nella Women’s Medical Society di Philadelphia, dove operava e di cui era proprietario, ma nessuno avrebbe immaginato che dietro quella formula illegale si nascondessero tali orrori… I fatti in questione risalgono al 2009 e disegnano una situazione disumana e piena di orrori di varia natura, al di là dell’aborto. I testimoni (tra i quali anche diversi imputati nel processo) parlano di utilizzo di attrezzature non sterilizzate, di ambienti sporchi, di metodi barbarici che prevedevano di tagliare con le forbici la colonna vertebrale dei piccoli (il medico lo chiamava snipping), di feti congelati o a brandelli, conservati in confezioni di succo di frutta o in contenitori di cibo per gatti. Il 18 febbraio 2010 l’FBI entra nella Philadelphia Women’s Medical Society, alla ricerca di prove riguardo una vicenda di medicinali venduti illegalmente. Ma gli agenti si trovano di fronte a un film dell’orrore.

(Ap)COPERTURA MEDIATICA – Pochi ne avevano parlato sui media americani e la notizia era rimasta nel circuito dei media locali. Finché due articoli hanno riportato a galla la vicenda, parlando di decapitazione infantile, di pianti di bambini e di altri orrori, definiti dall’editorialista del The Atlantic Conor Friedersdorf «una storia di bambini morti, donne sfruttate e razzismo che avrebbe dovuto finire già da tempo sulle prime pagine». Ora inizia il processo (per l’esattezza è iniziato il 18 marzo) in cui il settantaduenne Kermit Gosnell è accusato della morte di sette bambini nati vivi e di una donna di 41 anni, di abuso di cadavere, di uso indiscriminato di farmaci, di concorso a delinquere finalizzato all’omicidio e di corruzione.

L’ORRORE – Nella clinica del dottor Kermit Gosnell, secondo il personale infermieristico e altri testimoni, molti bambini sono stati di fatto uccisi dopo la nascita, dopo aver subito il taglio della colonna vertebrale con un paio di forbici o con altri metodi agghiaccianti. E in questi giorni sulla stampa straniera stanno emergendo tutti i dettagli della vicenda, compreso uno dei metodi abortisti più utilizzati, consistente nel far partorire anticipatamente le donne che espellevano il feto sedute sul water. Secondo una delle testimonianze è persino capitato che un neonato cercasse disperatamente di riemergere dall’acqua del water, assecondando vanamente l’istinto di sopravvivenza che si possiede già appena nati.

La clinica degli orrori ha diviso ancora una volta l’America sul tema dell’aborto e soprattutto su come viene trattato dalla stampa, ma a ben vedere non ha molto a che fare con la difesa o meno della vita intrauterina né con la libertà di scelta della donna. Ha semmai molto a che fare con le disuguaglianze nelle cure mediche e nell’accesso alle interruzioni di gravidanza al confine della legalità, che portano alcune donne a scelte disperate. Stephen Massof, vice di Gosnell, è stato tra i primi testimoni (ve ne sono molti, tutti anche imputati, compresa la stessa moglie di Kermit Gosnell) a parlare del taglio disumano del midollo effettuato sulle creature ed è ora in carcere, condannato per la morte di due neonati. Pare anche, secondo Massof, che l’età del feto venisse contraffatta grazie ad apparecchiature che lo facevano sembrare più indietro nello sviluppo. Né chiaramente veniva osservato il protocollo che vorrebbe che la donna riceva un’accurata consulenza psicologica e medica prima di avviare la procedura di interruzione. Sempre secondo i testimoni, ogni tanto Gosnell ironizzava sulle dimensioni dei feti uccisi. Come nel caso di Baby-boy A, sette mesi e mezzo di gestazione, ucciso e poi rinchiuso in una scatola da scarpe dopo che il dottor Gosnell aveva commentato: «E così grande che potrebbe accompagnarmi alla fermata del bus». Mentre Baby-boy C, vittima dell’orripilante snipping, come prima e unica cosa nella sua breve vita ha visto un paio di forbici.

Fonte: https://www.corriere.it/cronache/13_aprile_21/clinica-orrori-gosnell_cd10b3de-aa92-11e2-968c-b1e4e5776c81.shtml

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