GRANO CANADESE INNEVATO MIGLIORE DI QUELLO ITALIANO?

Da alcuni anni, sui giornali e in rete si discute del grano duro coltivato in Canada. In Canada il grano duro non ha i presupposti naturali per maturare. Ma le estensioni e i possibili guadagni sono allettanti. Come superare, allora, il problema freddo che impedirebbe la maturazione? Naturalmente, con una soluzione chimica: il Glifosato. La stampa favorevole all’economia canado-americana rassicura circa l’utilizzo di questo agro-farmaco. Non solo,

ma si magnificano, in base a studi addotti, le superiori proprietà del grano canadese rispetto a quello italiano (Così Imprese del sud di venerdì 8 Luglio 2022 QUI ). I sostenitori del grano canadese gridano alle fake news, -ormai è un classico-. “I tecnici del Canadian International Grains Institute fornirono numerosi dati derivanti dalle valutazioni da loro effettuate sui processi di molitura, panificazione e produzione di pasta”. Ovviamente, parte in causa e interessata. Ma ciò accadde per anni quando le ditte produttrici di prodotti alcolici fornivano studi sugli effetti benefici del consumo di alcool. Chi ha ragione?

Si può dire tutto e di più, addurre studi specifici, ma ormai il pubblico, il cittadino dunque, non sa più di chi fidarsi e sempre di mezzo ci sono i soldi, tanti soldi, che non possono non acuire i sospetti. Sta di fatto una cosa. Il grano ucraino ora non è disponibile perché c’è la guerra, oppure c’è la guerra perché il grano ucraino non è più disponibile. E in tutti i casi la produzione italiano è sempre penalizzata, da quando fu avviata la CEE. Ma state tranquilli, i livelli di prodotti tossici presenti nel grano canadese sono tutti a norma di legge!

Spaghetti al diserbante: di che grano è fatta la nostra pasta?

E poi c’è un altro grande inquinante, il DON (deossininalenolo), che in Italia è tollerato dalla legge molto più di quanto non lo tolleri la legge canadese per i maiali della proria nazione. E il Deosininalenolo è altamente cancerogeno.

LA 7 – Trasmissione del 2017.

Ma ve diamo che ne dice questo servizio di La7 che già risale al 2017. Ma nonostante le informazioni in possesso dell’Italia, nella nostra pasta ci sono in abbondanza queste sostanze.

Quello che non può mangiare un maiale canadese

lo può mangiare un italiano.

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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