“Voi siete il Cristo degli altri”

Paul-Louis Delance, Vita della Vergine Maria, transetto della Chiesa di Notre-Dame d’Oloron-Sainte-Marie

Antifona d’ingresso
Lo Spirito del Signore riempie l’universo;
egli, che tutto abbraccia,
conosce ogni linguaggio. Alleluia. (Cf. Sap 1,7)

Commento artistico-spirituale al Vangelo di Domenica di Pentecoste 5 Giugno

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

«Ruah» è un vocabolo ebraico che, nella sua pronuncia, imita il suono del fischiare del vento. Perciò ha il significato di «vento, soffio, respiro». Nei libri biblici è tradotto in «Spirito» (greco «pneuma», latino «spiritus»). Una delle innumerevoli canzoni di Renato Zero composta nel 2005 per affermare la tolleranza, la pace e il rispetto per le religioni, s’intitola «Immi Ruah» («Divino Spirito») grazie al Quale ogni persona – dice il testo – può trasformare «un mondo impossibile» in «un mondo possibile» in cui siamo tutti sotto lo stesso cielo.
San Luca narra (Atti degli Apostoli 2,1-11) che nella festa di Pentecoste, sugli apostoli riuniti nel Cenacolo «venne all’improvviso un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso» e «apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro».
Osserviamo «La Pentecoste», una delle venticinque tele realizzate tra il 1895 e il 1899 da Paul-Louis Delance sul tema della «Vita della Vergine Maria» per il transetto della chiesa di Notre-Dame d’Oloron-Sainte-Marie, nel dipartimento francese dei Pirenei Atlantici. Nell’abitazione irrompe dall’alto del cielo azzurro lo Spirito del Padre che, sotto forma di colomba dalle ali spiegate, invia sul capo di ogni presente la sua forza dal duplice effetto: l’intelligenza delle Scritture e la possibilità di annunciare la bella e buona notizia del Vangelo ad ogni popolo («tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi»). L’artista rappresenta una Pentecoste, la prima che da Gerusalemme continua facendosi universale, attraversando tutti i tempi, sfondando ogni chiusura, portando luce e fuoco ovunque. Sulla scena ci sono infatti personaggi del tempo e tra questi uno intento a leggere la Torah, altri dagli abiti più recenti, due religiosi (un francescano a destra e, dall’altra parte, un domenicano seduto con uno scritto in mano), uno in ginocchio sulla sinistra, in primo piano. L’unica persona con l’aureola è Maria, la madre di Gesù, seduta e in preghiera. Sulla sua destra s’intravvede il volto di un’altra donna così come s’intuisce un’altra presenza femminile, quasi nascosta, in piedi sulla sinistra.
Il brano di Vangelo (Giovanni 14,15-16.23-26) conferma la continua presenza dello Spirito promessa da Gesù: «pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito [avvocato difensore] perché rimanga con voi per sempre». Lo Spirito ha un duplice scopo: «vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Scrive Maurice Zundel, teologo e mistico svizzero, morto nel 1975: «Voi siete il Cristo degli altri. Essi non hanno altro Cristo che voi, perché solo attraverso voi vedono il Cristo. Cercheranno Cristo attraverso voi, potranno amare il Cristo solo se ed in quanto sarà amabile».

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