Nel 1881 la filosofa spagnola Maria Zambrano scrive una breve riflessione autobiografica, intitolata Adsum: sono presente, sto qui, ci sono, ci sto.
La vita è questo: dire sì o dire no; dire vita o morte; nascita e rinascita o annullamento e ricerca di fuga.
Nasciamo così: feriti dalla luce, costretti ad aprire gli occhi, a fare la fatica di respirare (“quell’istante terribile in cui fu necessario aprire gli occhi e respirare”)… che salto! che tuffo nell’essere! che mare di possibilità, di potenza e di impotenza, da sperimentare… Questa prima luce, questo primo respiro sono la vita, con la sua fatica e la sua bellezza. Diciamo infatti: “respiro”, quando l’angoscia è placata… la luce ferisce, ma anche illumina, dà colore, comunica calore… ci spinge ad osservare, a cercare…
Nasciamo, continua la Zambrano, con una “fame originaria, fame di tutto, fame indifferenziata” … una fame di vita che può divenire anche disgusto, sazietà, noia…
Così, ricorda, da piccola aspettava la notte, come un riposo, mentre la mattina arrivava “violentemente, come delle coltellate”: la vita con i suoi compiti!
Quando ci risvegliamo, a volte vogliamo conquistare il mondo, altre volte vorremmo rimanere lì, a dormire, estranei a tutto, spenti. Ci sono giorni in cui benediciamo il giorno della nostra nascita, il nostro natale, il nostro compleanno, altri in cui proviamo “risentimento” e sconforto.
Eppure, ricorda sempre Zambrano, c’era mio padre che mi alzava in alto, poi mi abbassava, “all’altezza della sua fronte”, dei suoi occhi (questo guardare negli occhi paterno, come per comunicare forza, coraggio), in alto e in basso, tra le sue braccia, con uno sguardo forte ed amorevole. Il padre le dava fiducia e le perdonava tutto, tranne le bugie e le chiedeva, seriamente: “Dici la verità?”.
Questo piccolo testo autobiografico della filosofa spagnola si chiude con una sorta di decisione: adsum, “sì”, ci sono, sono pronta a scrivere su questo “foglio bianco e nudo”, ad affrontare “tutta la vita”. Con umiltà, accettazione, fiducia.
“Sì” è anche la risposta di Maria, che si fida di Dio, all’angelo Gabriele: la Vergine di Nazareth sa che tutto ciò che viene chiesto, è possibile, perché è il Padre che lo vuole.
Anche la Zambrano, che era cattolica, pensava lo stesso: la speranza, la fiducia, che spinge a dire “sì”, può avere mille motivi, ma tutti si basano su uno più solido di ogni altro: non siamo figli del caso, soli e abbandonati nell’universo, ma siamo pensati e voluti da Dio Padre, che, in ultima analisi, è la roccia su cui fondare una fiducia che non vacilli neppure quando tutto sembra crollare.
Da: La Voce del Trentino