Perdono di Assisi ed Eucaristia.

Sieger-Köder, La Comunione eucaristica con gli esclusi, 1996.

Sieger-Köder, sacerdote cattolico, artista (1925-2015), è autore di numerose opere di tema eucaristico.

Mons. Tarcisio Tironi, commentando il Vangelo della XVIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B, pubblicato sulla pagina Fecebbok del MACS (Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia – QUI), osserva che


“… i cinque pani e i due pesci in primo piano, che compaiono nell’opera di Sieger Köder, ricordano il «segno» di Gesù narrato da Giovanni nella prima parte del capitolo 6 del Vangelo, quando, di fronte alla necessità di sfamare la folla che seguiva il Maestro, Andrea segnala la presenza d’un ragazzo con la merenda. «Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano»”.

Il pittore tedesco si riferisce alla lettura di Gv 6,24-35, applicandolo alla Chiesa pellegrinante. La gente chiede a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». La risposta è provocatoria: «Non è Mose che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti, il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Köder raffigura le differenti persone invitate da Gesù attorno alla mensa. Come nel suo capolavoro de l’Ultima cena, rappresentando Gesù a capo

Sieger-Köder, ultima cena. (QUI)

tavola, ma questa volta non dal lato del fedele che osserva la tela ma di fronte, il suo corpo non si vede, se non le mani con le stimmate. Mani luminose, irradianti su tutti i convenuti.

Il volto nella coppa del sangue

Il volto anche questa volta è riflesso dal vino-sangue nella coppa. In alto, a destra, una donna si appoggia a Gesù e ritrova sostegno e conforto come esprime il volto disteso. Il ragazzo sotto di lei si aggrappa al tavolo per comprendere che cosa accada, mentre, protetto dalla mamma, rivolge gli occhi a Gesù. Il papà, in primo piano, con l’abito a strisce dei campi di concentramento beve, assorto, la coppa datagli dal Cristo: “Padre, se è possibile si allontani da me questo calice, ma non la mia ma la tua Volontà sia fatta!”.
A sinistra due innamorati hanno ricevuto dal Cristo il pane eucaristico e contemplano l’incredibile comandamento dell’amore: «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» (15,12).

Perché mi cercate?

Gesù è a Cafarnao e la gente, che l’aveva visto operare il segno dei pani e dei pesci, lo va a cercare fin là, salendo su delle barche. Gesù sembra severo perché li apostrofa, dicendo che non lo cercano per i ‘segni’, ma per i portenti. I ‘segni’ sono, infatti, in Giovanni, dei gesti straordinari compresi nel loro significato soprannaturale e di fede.

Gesù nota che lo cercano perché si sono saziati e li invita  a darsi da fare per il cibo che non perisce. Anche la Manna, di cui nella prima lettura (Es 16, 2-4, 12-15), era un cibo dal valore transitorio. La Manna andava conservata per guanto sarebbe bastata nella giornata, poi sarebbe imputridita. Ma aveva il significato di affidamento quotidiano al Signore. I semplici paniper sfamare, agli occhi dei convenuti, non hanno nemmeno la funzione della Manna, ma il mero significato di cibo per il corpo, corpo destinato a finire. Per Gesù invece sono segni del Pane del Cielo che è Lui.

Si lamentavano gli ebrei dell’Esodo, ma non vedono più in là nemmeno le folle che seguono Gesù.

Io, Gesù, ti seguo preoccupato di che mangiare, bere vestire. Ma tu hai detto che ad ogni giorno basta il suo affanno. E San Francesco godeva di vestirsi come i gigli del campo (cf Mt 6,24-34). Eppure, la Manna è un pane che scende dal cielo. Il pane quotidiano è un pane che scende dal Cielo per il nostro sostentamento, ma io credo che sia solo opera delle mie mani.

Se solo abbandonassi l’uomo vecchio con la condotta di prima, secondo la verità che è in te, Gesù (Seconda lettura Ef 4, 17-20; 24), allora la richiesta del pane che perisce sarebbe azione di grazie a Te per le Tue opere, Signore, gustandolo con gioia e letizia in atesa che Tu venga.

La domanda: cosa occorre per compiere le opere di Dio?

La folla, allora, chiede a Gesù cosa occorra fare per compiere le opere di Dio. La domanda ora è ben posta. Occorre credere in colui che Egli ha mandato (Gv 6, 29). Gesù, allora, chiede loro di comprendere che la Manna non veniva dalla potenza di Mosè, ma di Dio e che questo pane, che Egli dà, viene … anzi è Lui stesso.

San Francesco, che fin dall’inizio della sua conversione seguì Cristo e Cristo Crocifisso, non voleva vedere nei sacerdoti se non il corpo e sangue del Signore. E passando davanti anche a chiese chiuse, si inginocchiava adorando il corpo di Nostro Signore in esse conservato. E nella chiesa della Porziuncola, ove passava in adorazione gran parte del suo tempo e nel quale aveva posto la sua dimora con i primi dodici frati, volle che il Papa Onorio III concedesse l’indulgenza plenaria per tutti i defunti, come dicevo nel precedente articolo (QUI).

Intercedere per i vivi e per i morti

Pregare per i morti, per la Chiesa purgante, non solo è una grandissima opera di carità spirituale, affinché le anime, purificate da ogni attaccamento a i frutti del peccato, possano godere, secondo la loro capacità, e il dono di Dio, della visione beatificante, cibo che non perisce, ma è anche atto grande di fede nel potere che Dio ha di chiamare a sé tutte le anime per dare a Lui onore e gloria. E di ciò tutti i credenti sono partecipi non solo nell’atto di fede conosciuta, ma nella capacità di intercedere per un bene eterno (Sacramento della riconciliazione o Confessione e Indulgenze in CCC, 1422-1484 QUI ).


SAN SABA EREMITA E SOSTENITORE DELLA FEDE

Transito di San Saba, eremita e sostenitore della Fede

E’ la nuova pagina che ho aperto su temi della Fede e della spiritualità cattolica per vivere sempre più da vicino il Battesimo, cioè, la nostra “Vita in Cristo”, come titola un libro di Nicolaus Cabasilas. https://www.facebook.com/San-Saba-Eremita-e-Sostenitore-della-Fede-103921341985700/

Scritti dei padri, riflessioni di fede, esempi di santi e tanto altro che poco per volta potremo gustare insieme. Dall’Osservatore Romano: https://www.vatican.va/…/2010/documents/196q01b1.html

Link alla pagina: QUI

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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