25 luglio: anche a Trento il film Unplanned

Come in molte città italiane, anche a Trento, domenica 25 luglio, verrà proiettato un film che ha riscosso grande successo in America, e che sta andando a gonfie vele anche nelle sue anteprime italiane: Unplanned.

Si tratta di una storia vera che ha come protagonista una donna americana giunta a dirigere una clinica di Planned Parenthood, specializzata in aborti procurati (per il film: https://roma.cineworld.18tickets.it/film/7557 ).

Per Abby Johnson, questo il nome della protagonista, aiutare le donne ad abortire è una specie di missione, un modo per stare al fianco delle donne. Con queste convinzioni fa una brillante carriera all’interno dell’organizzazione, e sperimenta in prima persona cosa sia un aborto.

Le sue convinzioni iniziano però ad incrinarsi il giorno in cui, dovendo aiutare un medico in sala operatoria, si trova a prendere tra le mani una sonda e ad osservare, sullo schermo, i movimenti del feto, la sua reazione davanti alla cannula che entra nell’utero…

Nel film viene ben descritto uno spaccato della società americana, ancora oggi percorsa da un grande dibattito sulla vita nascente, sul rispetto o meno che si deve ad un bambino nell’utero materno.

Negli Usa, infatti, vi sono stati in cui l’aborto è permesso sostanzialmente sino alla nascita (il cosiddetto “aborto a nascita parziale”) e stati in cui è iniziata una graduale retromarcia, soprattutto limitando ai primi mesi, e in casi eccezionali (come il rischio di morte della madre), la praticabilità dell’intervento.

I ripensamenti della Johnson, come di molti legislatori americani, sono in parte figli di un nuovo femminismo, più simile a quello ottocentesco delle origini che a quello della cosiddetta “seconda ondata” (anni Settanta).

Questo femminismo si rifiuta di contrapporre maternità e carriera, e chiede, di conseguenza, maggiori diritti e considerazione sociale per le madri e piena condivisione della genitorialità tra uomo e donna.

Esso, insomma“insiste non solo sui pari diritti di uomini e donne, ma anche sulle loro comuni responsabilità, specie nell’ambito della vita familiare. In questo nuovo femminismo, l’uguaglianza sessuale è fondata non nell’imitare la capacità degli uomini di fuggire di fronte a una gravidanza inattesa grazie all’aborto, ma piuttosto nel chiedere agli uomini di corrispondere alle donne nella mutua responsabilità, reciprocità e cura».

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