Boldrini-Feltri: i comunisti forse non mangiavano i bambini, ma…

di Eugenia Roccella.

Forse i comunisti i bambini non li hanno mai mangiati, ma certamente li hanno aizzati contro i genitori, spingendoli alla delazione. Mandare padre o madre nei gulag o davanti al plotone di esecuzione era considerato, nella Russia staliniana, un esempio eccelso di fedeltà alla patria e al partito. Non si contano i casi di genitori denunciati, e puniti, per aver nascosto in casa un sacco di patate o un po’ di grano, invece di consegnarlo ai Kolchoz. Le piccole spie, vittime anche loro di un’ideologia mostruosa, erano premiate, e nei casi più luminosi, come quello del quindicenne Pavel Morozov, assurgevano a eroi nazionali.

Qualcuno potrebbe pensare che sia questa la cultura che ha ispirato l’intrepido gesto di Laura Boldrini, che ha esposto Mattia Feltri alla pubblica esecrazione perché si è rifiutato di ospitare sul suo giornale un intervento della parlamentare in cui attaccava il padre Vittorio. La polemica è iniziata con uno scambio telefonico in cui il giovane Feltri, direttore dell’Huffington Post, pregava la Boldrini, che è ospite, come blogger, della testata, di evitare le critiche personali. La ex presidente della Camera, sdegnata, ha risposto con la minaccia di denunciare pubblicamente la “censura” se il direttore avesse insistito a rifiutare il pezzo. E così è stato, con altri botta e risposta pubblici, e con l’intervento del presidente dell’Ordine dei giornalisti che appoggiava totalmente la Boldrini con un comunicato di ferma condanna, benché grammaticalmente traballante. Inutilmente Mattia Feltri ha spiegato che ha scelto di non parlare mai del padre né per sostenerlo né per criticarlo, e di aver fatto questa scelta per semplice buongusto. L’eleganza, la discrezione sono qualità ormai rare, e non sono contemplate dall’etica sovietica.

Fonte: l’Occidentale

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