Da Elia alla Madre di Dio. La protezione della Beata Vergine del Monte Carmelo per il Suo Popolo.

Pietro Novelli, Nostra Signora del Monte Carmelo consegna lo scapolare dell’Ordine ai santi Simone Stock, Angelo di Gerusalemme, Maria Maddalena de’ Pazzi e Teresa d’Avila,
olio su tela, 1641, Museo Diocesano, Palermo

Dal Martirologio Romano

16 Luglio 2020

Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, dove un tempo il profeta Elia aveva ricondotto il popolo di Israele al culto del Dio vivente e si ritirarono poi degli eremiti in cerca di solitudine, istituendo un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della santa Madre di Dio.

La promessa della Beata Vergine

La Beata Vergine, nella domenica del 16 luglio 1251, apparve a San Simone Stock ottantaseenne, circondata dagli Angeli e con il Bambino in braccio. Gli mostrò uno scapolare   e disse: « Prendi, figlio dilettissimo, prendi questo scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morrà rivestito di questo abito non soffrirà il fuoco eterno; questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e di patto sempiterno».

La Beata Vergine lasciava così, nelle mani di San Simone, il pegno della Sua Prima «Grande Promessa»: la protezione e la salvezza eterna a chi indossa il Suo Santo Abito.

Lo scapolare, originariamente, era un indumento senza maniche e aperto sui lati e nel Medioevo era utilizzato da monaci e frati per ricoprire l’abito sul petto e sulla schiena e non sporcarlo. Adatto nel lavoro e nei viaggi.

Lo Scapolare, oggi

Oggi l’abitino del Carmelo è formato da due pezzetti rettangolari di lana marrone, uniti da stringhe. Va portato sul petto e sulla schiena. Il “Flos Carmeli”, o Fiore del Carmelo, è l’orazione che secondo la tradizione fu tramandata dal santo inglese eremita Simone Stock:

Fior del Carmelo, vite fiorita, splendore del cielo, tu solamente sei vergine e madre. /Madre mite, pura nel cuore, ai figli tuoi sii propizia, stella del mare./Ceppo di Jesse, che produce il fiore, a noi concedi di rimanere con te per sempre./Giglio cresciuto tra alte spine, conserva pure le menti fragili e dona aiuto./Forte armatura dei combattenti, la guerra infuria, poni a difesa lo scapolare./Nell’incertezza dacci consiglio, nella sventura, dal cielo impetra consolazione./Madre e Signora del tuo Carmelo, di quella gioia che ti rapisce sazia i cuori./O chiave e porta del Paradiso, fa’ che giungiamo dove di gloria sei coronata. Amen.

Vogliamo ricordare questa Festa dell’Ordine Carmelitano, e Memoria per la Chiesa Cattolica, con le parole che Padre Antonio Sicari, illustre studioso di spiritualità Carmelitana e Cristiana e Padre Spirituale di molti figli, rivolge oggi al Movimento Ecclesiale Carmelitano:

C’è una antichissima preghiera (il “Sub tuum praesidium”, che dicono risalga al III secolo) che noi frati recitiamo tutti i giorni, in cui ci rivolgiamo alla Vergine Santa con le parole: “Sotto la tua protezione troviamo rifugio, Santa Madre di Dio…». Ma dovrebbe essere tradotta meglio con le parole: «Sotto il tuo manto misericordioso noi tutti ci rifugiamo…», con la consapevolezza che essa ci rimanda alle radici della nostra storia carmelitana. Quando nel Medioevo i primi Carmelitani (costretti a fuggire dalla Terra Santa) giunsero in Europa, si trovarono in difficoltà perché erano praticamente sconosciuti. Si affidarono allora alla Vergine Santa e il Generale dell’Ordine (San Simone Stock) – il 16 luglio del 1251 – ottenne da Lei, come segno di protezione, il dono dello Scapolare. In quegli anni si era sviluppata anche, in ambiente certosino, la devozione a Maria “Madre di tutti i cristiani” (che veniva appunto raffigurata con un ampio mantello sotto il quale stava raccolto il popolo di Dio): era detta anche Madre della Misericordia. La Scapolare trovò così una entusiastica accoglienza, anche perché ad esso si erano legate le promesse di Maria che riguardavano la salvezza eterna: tanto che in molte nazioni si diffuse l’uso di riceverlo in dono al momento del battesimo.

Ma vennero coltivate anche le richieste pedagogiche e spirituali necessarie affinché i figli imparassero a lasciarsi davvero rivestire e formare dalla loro Madre, per poter sempre più rassomigliare al Suo Gesù. Del resto tutto ciò apparteneva già alla catechesi battesimale, e sul pressante invito di San Paolo: «Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo!» (Gal 3,27); «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo, e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rom 13,14). Il Santo Scapolare attualizzava e attualizza ancora tutto questo, e lo rende impegno quotidiano, proprio mentre la relazione con Maria Santissima viene colta nel Suo atto materno di rivestirci dolcemente e nella nostra disponibilità riconoscente nel lasciare che Lei si prenda cura di noi ogni giorno. In fondo la nostra appartenenza al Movimento Ecclesiale non vuole esser altro che questo: far parte di una famiglia carmelitana dove tutti i figli sono maternamente curati e fraternamente aiutati nella loro crescita. È questo l’augurio che reciprocamente ci rivolgiamo, anche quest’anno, in cui abbiamo sentito più del solito il bisogno di essere custoditi.

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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