Sulle sublimi note dello Stabat Mater di Zoltàn Kodàly (1882-1967) la luce sia restituita ai nostri occhi.
Dalla Liturgia della IV Domenica di Quaresima, Anno A
Giovanni 9,1-7 Gesù guarisce un uomo cieco dalla nascita
1 Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2 e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”. 3 Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4 Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5 Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”. 6 Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7 e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe” – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Oggi, per ogni credente, e per ogni uomo, andare alla piscina dell’Inviato significa peregrinare fino alla sorgente del preziosissimo sangue di Cristo secondo tre vie: il Battesimo, l’Eucaristia con le opere di carità, la Confessione (anche di desiderio, secondo l’antico precetto dell’atto di contrizione, o dolore perfetto dei peccati, in attesa di confessarsi appena possibile). Vivere, dunque, in grazia di Dio fino al dono completo di sé in unione perfetta di Volontà con il Signore Crocifisso!