Perchè candido in Civica Trentina

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Pubblico il discorsetto che ho tenuto in occasione del Congresso di Civica Trentina.

Buongiorno a tutti, devo ringraziare Rodolfo Borga e Claudio Civettini, che hanno costruito una “casa” politica di cui è un onore far parte.

Non oserei “buttarmi”, se non potessi contare sulla loro competenza e sul loro idealismo. Mi è stato chiesto di dire anzitutto perchè candido.

Credo che il motivo sia il seguente: l’uomo non è, come molte filosofie hanno sostenuto, un lupo per gli altri uomini, tutto teso all’affermazione di sè, in guerra con il mondo; al contrario è un animale sociale e politico, che nasce da una relazione tra due persone differenti, e vive di relazioni, in famiglia, sul lavoro, nella sua madre-patria.

Ecco, ci si candida, credo, soprattutto in questo periodo storico, per provare a servire la causa del bene comune! Per valorizzare quelle relazioni che ci permettono di esistere e, come avrebbe detto Hannah Arendt, di non dissolverci.

Come padre e come insegnante, il mio futuro è quello dei miei figli e dei giovani che vedo crescere e affacciarsi alla vita adulta. Non posso allora che avere a cuore due realtà che sono alle radici della comunità: la famiglia, il luogo più ricco di differenze (di sesso, di età, di ruoli) e quindi il luogo principe della crescita umana di ognuno, e la scuola, non sostituta ma alleata della famiglia e della società nell’educazione delle giovani generazioni.

Avere a cuore la famiglia significa anzitutto riconoscere pubblicamente la sua funzione e la sua centralità, costruendo politiche che siano conseguenza di questa visione. Se si riconosce il ruolo della famiglia, per esempio, occorre rendere meno difficile la possibilità dei giovani di accedere all’avventura del matrimonio e tentare di restituire alla famiglia del tempo prezioso, affichè padre e madre possano stare con i loro figli.

A tal proposito come non pensare all’incredibile scarsità di politiche pro-natalità, di incentivi alle giovani coppie ecc…. con l’ inevitabile conseguenza di rendere impossibile, o terribilmente ardua, la gestione familiare di tanti? Anche il ricco Trentino è sempre più povero di giovani: sempre meno quelli che nascono, sempre di più quelli che scappano, per cercare altrove un lavoro!

Quanto alla scuola, senza aver alcuna ricetta in tasca, credo che sia necessario mettere a fuoco il miglior interesse dello studente, il suo futuro!, e, in secondo luogo, ridare peso specifico e dignità professionale educativa alla figura del docente.

Questo richiede anzitutto qualcosa di personale (ogni singolo professore deve incarnare lui stesso la dignità del suo ruolo, e avere in sè la motivazione, la spinta ideale per il proprio servizio), ma anche una reale collaborazione delle istituzioni.

Dobbiamo chiederci se oggi il docente non sia in parte soffocato dalla burocrazia, a discapito dell’aggiornamento e della qualità della relazione con gli alunni; dobbiamo domandarci che impatto possa avere sulla professionalità del docente e quindi sulla qualità del suo lavoro, la creazione degli ambiti territoriali, voluta da una forza politica nazionale che solo a chiacchiere difende i lavoratori; dobbiamo chiederci se non vada ripensato e ridimensionato il Clil, per evitare che si sacrifichino sia la lingua italiana, e quindi la nostra cultura e la nostra storia, sia le singole discipline non linguistiche coinvolte.

Dobbiamo domandarci, ancora, se non sia forse utile avviare una riflessione sul peso che deve avere la valutazione della capacità relazionale (il vecchio voto in condotta); se, considerando la naturale fragilità emotiva e relazionale degli studenti che frequentano le scuole medie, non sia necessario da una parte mettere a regime la riduzione del numero degli studenti per classe, in modo da rendere più efficace la relazione adulto-ragazzo e mirato il lavoro del docente, dall’altra ridurre quella moltitudine di progetti, non di rado finalizzati a foraggiare i soliti noti, che spesso rendono caotico il percorso e non di rado rispondono a interessi e ideologie che nulla c’entrano con la scuola.

Famiglia e scuola: la politica che non sia utopia, non sostituisce gli individui, la famiglia, la società, ma deve valorizzare, e non ostacolare, specificità e attitudini del singolo, e quei legami e quelle relazioni di cui l’uomo, animale sociale e politico, ha bisogno come del pane.

Grazie e auguri a Civica Trentina!

ps chi volesse contattarmi per domande, un appoggio ecc: agnoli.franc@tiscali.it

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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