Sara Fumagalli è candidata alle regionali nella circoscrizione provinciale di Milano. Impegnata in politica sin da giovane, nel 2002, al ritorno da un viaggio a Medjugorje ritrova la fede di quando era bambina (scout e lettrice de Il Piccolo missionario) ed entra nell’associazione Umanitaria Padana Onlus
(fondata dall’attuale assessore alla Sanità della Liguria, la leghista Sonia Viale), che la porta a realizzare numerosi progetti di carità: il progetto “In Soccorso dei Popoli” nei Paesi devastati da calamità naturali; “Pronto Intervento Missioni” a sostegno delle missioni e delle chiese locali in tutto il mondo; “S.O.S. Cristiani” in aiuto delle minoranze cristiane in difficoltà; “Nuove Povertà” in soccorso di persone o famiglie che, a causa della crisi o di eventi imprevedibili, si trovano precipitate di colpo dal benessere alla disperazione.
Come coordinatrice delle missioni dell’Umanitaria Padana Onlus, guida personalmente le numerose missioni in Iraq, Afghanistan, Nord-Est Sri Lanka, Sudan-Darfur-Sud Sudan, Kosovo, Terra Santa, Libano, Bosnia Herzegovina, Haiti, Pakistan, Libia, Etiopia, Somalia e Siria ma anche a livello nazionale, nelle emergenze provocate da terremoti e alluvioni.
Fumagalli in Pakistan nel 2013
Dal 2006 coordina tutta l’attività umanitaria della Onlus, che abbraccia, oltre ai Paesi suddetti, molte altre realtà in Africa, Europa, Asia e America Latina. Nel 2011, a Cascia, ottiene il Riconoscimento Internazionale Santa Rita, “per l’impegno a portare la pace nei luoghi ove regna la guerra”. Dal Febbraio 2012 è presidente onorario dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia.
Forte da sempre anche il suo impegno in difesa della famiglia: “Mai come ora la sinistra alleanza tra tecnica e ideologia ha il potere di stravolgere l’uomo nella sua identità sessuata e nella sua essenza più intima, riducendo la nascita ad un assemblaggio in laboratorio (con relativi scarti di altre vite), la famiglia ad un retaggio opzionale e forse anche superato, l’educazione ad uno sforzo collettivo per rescindere il legame primordiale (e ineliminabile!) con una madre e un padre. Il mondo nuovo immaginato dallo scrittore britannico Aldous Huxley non è poi così lontano“.
Fumagalli, le battaglie laiche della Lega per la vita, la famiglia e i bambini non sono una novità, vero?
Nel suo programma per le elezioni politiche 2018, la Lega afferma che “la famiglia è la società naturale fondata sull’unione tra uomo e donna”, affermando di conseguenza che “gli unici riferimenti ammessi saranno quelli a ‘madre’, ‘padre’, ‘marito’ e ‘moglie’. Non saranno ritenuti validi né in alcun modo ammessi termini generici come ‘genitore 1’ o ‘genitore 2’”.
Tale posizione non è estemporanea, come conferma la lunga opposizione della Lega contro i progetti volti a scardinare vita e famiglia e senza limitarsi alla pur doverosa azione in ambito parlamentare. Correva l’anno 2000, quando nessuno aveva ancora sentito parlare di ideologia gender, ma già i mass-media puntavano ad inoculare modelli culturali “alternativi” a suon di “innocue” fiction i cui primi destinatari erano proprio famiglie e… bambini. Per vigilare su questa colonizzazione ideologica, nell’ambito della Lega, fondavo ProCreaA, sigla di “Proteggere e Crescere con Amore”, allo scopo – come leggiamo nello statuto – di “difendere i bambini dalle aggressioni e dalle degenerazioni che attentano alla loro sana ed equilibrata crescita fisica, psichica, affettiva e sociale indotte dalla comunicazione di massa, dalla globalizzazione e dal mondialismo”.
Con quali obiettivi?
In particolare, ProCreA si proponeva di adottare “iniziative contro la propaganda palese o subdola di modelli distorti di comportamento umano o sociale difformi al diritto naturale”, nonché la “difesa della famiglia naturale, fondata sulla comunione stabile di un uomo e di una donna, al fine di tutelare le normali condizioni ambientali di crescita dei bambini”. In un’intervista spiegavo: “innanzitutto, ci poniamo come associazione di vigilanza su quanto viene trasmesso dalle emittenti televisive: abbiamo visto che dallo scandalo dei Gay pride a oggi, sembra che nel mondo televisivo si sia innalzato il limite del comune senso del pudore”.
Adesione al Family day del 2016
Tra gli aderenti c’era Umberto Bossi?
Sì, fu lui, su segnalazione di ProCreA, a far ritirare a Berlusconi dal palinsesto Mediaset la serie animata I Griffin in cui un bambino voleva uccidere la mamma. C’erano anche Matteo Salvini, attuale candidato premier per la Lega, Matteo Mauri, Giancarlo Giorgetti e Attilio Fontana, candidato alla presidenza della Regione Lombardia. Diciassette anni fa le persone che attualmente si preparano a guidare il Paese e la Regione erano dunque già consapevoli di quella battaglia politica e culturale, che dal piano ideologico si declina su quello umano, anzi puntando direttamente all’uomo stesso. Se nei passati decenni si scontravano idee, concezioni differenti dello Stato o dell’economia, attualmente al centro del dibattito si fanno sempre più pressanti i temi della vita (o della morte) e della famiglia, che qualcuno vorrebbe rimodulare secondo nuove concezioni le cui innumerevoli sfumature prescindono tutte da un dato essenziale: ogni bambino nasce da un maschio e da una femmina, ovvero da un papà e da una mamma.