Francia, vittime dell’antisemitismo islamico

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di Lorenza Formicola.

Per le strade francesi la parola “ebreo” scritta sulle saracinesche dei negozi e dei ristoranti ebraici, si diffonde sempre di più. Graffiti su dimore private e lettere minatorie per costringere intere famiglie a trasferirsi si moltiplicano. Gli ebrei stanno abbandonando la Francia, le loro case, per trasferirsi in quartieri più sicuri o all’estero. La nuova pulizia etnica targata islam è in corso.

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“L’antisemitismo oggi in Francia viene meno dall’estrema destra che dai musulmani” disse l’ex ministro Manuel Valls, incassando la solita accusa di razzismo. E’ praticamente vietato parlarne, ma nel paese d’oltralpe dilaga un nuovo e violento antisemitismo importato dagli immigrati islamici.

“L’antisemitismo oggi in Francia viene meno dall’estrema destra che dai musulmani”. Quando l’ex ministro Manuel Valls rilasciò questa dichiarazione, qualche mese fa, aggiungendo che negli ultimi vent’anni le aggressioni agli ebrei provenivano da musulmani, compresi i recenti casi, venne tacciato da stampa e islamici di essere “un agente della lobby ebraica”, “un razzista”.

Perché in Francia, come nel resto d’Europa, sostenere che l’antisemitismo sia islamico, è pericoloso. Ma è oltre le Alpi che il fenomeno è quanto mai potente. “Un gesto razzista su tre in Francia, negli ultimi due anni, è stato contro un ebreo. Gli ebrei rappresentano ora meno dell’1% della popolazione francese”, ha osservato il più recente rapporto presentato al governo francese dalla ‘Service de Protection de la Communauté Juive’. Quello 2017 non è stato ancora redatto, ma sulle pagine di le Figaro si legge che se rispetto al 2017 sembrano diminuiti i “gesti di razzismo”, è sicuramente vero che la violenza, soprattutto contro gli ebrei, sta aumentando.

A inizio gennaio, in una cittadina a nord di Parigi una quindicenne tornava a casa da scuola, al collo la stessa di David, un uomo la aggredisce sfregiandole il volto. Il 29 gennaio, stessa città, è un ragazzino di 8 anni, che indossa la kippah, ad essere aggredito con calci e pugni. Una cosa simile era accaduta appena un anno prima a due giovani ebrei picchiati con bastoni e pali di metallo. Uno dei due fu ritrovato con le dita tagliate da un seghetto. A Marsiglia, invece un insegnante ebreo era stato attaccato con un machete da un suo studente che voleva “dacapitare un ebreo”. La lista è lunga. Difficile selezionare gli episodi. Le aggressioni antisemite si sono moltiplicate in Francia e avvengono alla luce del sole. E qualcuno viene pure aggredito fin dentro casa propria. Nelle scuole pubbliche, secondo quanto rivela il Ministero della Pubblica Istruzione, l’espressione “non comportarti da ebreo”, rivolta a criticare uno studente che tende a nascondere ciò che pensa, è sempre più diffusa. E’ fin dalla scuola che gli ebrei sono presi di mira e soprattutto da coetanei musulmani.

L’ultima edizione di un libro di testo di storia per la scuola pubblica, destinato a studenti dell’ottavo grado, afferma esplicitamente che in Francia è vietato criticare l’islam. Il resto può andare. E, per sostenere la tesi, viene citata una sentenza del tribunale. Ma sono le librerie francesi in generale a tenere in commercio libri che esprimono avversione all’ebraismo che altrove sono vietati, e, soprattutto a diffondere dvd di violenti discorsi antisemiti di predicatori islamici. Come quelli di Yussuf al-Qaradawi, leader spirituale dei Fratelli Musulmani – il cui ingresso in Francia e Stati Uniti è vietato – in cui esprime disappunto perché Hitler non “ha finito il lavoro” con gli ebrei. Nei quartieri musulmani francesi, gli imam islamisti denunciano la “cattiva influenza” degli ebrei e diffondono teorie cospirativo-antisemite ed è inutile alzare il sopracciglio. O fare appello alla politica. Chi milita nei partiti francesi sa che il numero di musulmani in Francia è tale che risulta praticamente impossibile vincere un’elezione senza il voto islamico: e la differenza nel tasso di natalità tra musulmani e non musulmani renderà questo patto di non belligeranza ancora più obbligatorio negli anni a venire.

Intanto le sinagoghe e le scuole ebraiche sono sorvegliate 24 ore su 24 da soldati armati, in giubbotti antiproiettile e protetti da sacchi di sabbia. E le leggi intese a punire le minacce antisemite sono ora utilizzate per punire coloro che denunciano le minacce. Sei anni fa, Renaud Camus pubblicò Le Grand Remplacement (“Il grande rimpiazzo”), un libro in cui si racconta la sostituzione di ebrei e cristiani da parte dei musulmani e della loro persecuzione. Oltre che della distruzione delle chiese. Venne condannato per “incitamento all’odio”. Quando il giornalista Éric Zemmour ha osservato che nei quartieri musulmani, i musulmani vivono “secondo le loro leggi” e costringono i non musulmani ad andar via, è stato riconosciuto colpevole di “incitamento all’odio” e multato.

Nel frattempo per le strade francesi la parola “ebreo” scritta sulle saracinesche dei negozi e dei ristoranti ebraici, si diffonde sempre di più. E sempre quando gli stessi non vengono invece distrutti o bruciati. Graffiti su dimore private e lettere minatorie per costringere intere famiglie a trasferirsi si moltiplicano. Gli ebrei stanno abbandonando la Francia, le loro case, per trasferirsi in quartieri più sicuri o all’estero. La nuova pulizia etnica targata islam è in corso.

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana

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