Consigli di un bigotto incazzato ai miei studenti.

 

Consigli incazzati ai miei studenti.

 

 

Sono al centro di una tempesta perfetta. Un tempo c’era la comunità educante, un tempo si credeva in Dio, un tempo c’erano i valori civici. Un tempo il sesso era un mistero, non si mostrava ovunque, ricordate i film di una volta? Oggi  si propone  come valore da sperimentare subito, appena possibile.

 

Un tempo l’ubriacarsi era una faccenda per poveracci, per lavoratori stanchi; per ingannare la fatica della vita. Oggi lo sballo è presentato come rito iniziatico per staccarsi dai genitori, per giudicarli, per sentirsi adulti.  Io sono un trasgressivo, “un eretico”, ma non capisco cosa ci sia di trasgressivo nel bere a dismisura.

Un tempo la droga non esisteva, certo, la società era più gerarchica e ruoli fissati, minor libertà si dirà; ma si sapeva dove andare. Quante vite hanno distrutto le regole?

Oggi alcool e droga invadono le strade.

L’uomo senza spirito è solo corpo, anche i pensieri sono corpo e il corpo non è mai sazio. Non c’è da stupire il mondo è un vortice. Ci hanno tolto tutto, alto e basso sono la stessa cosa. Filosofi e giornalisti, politicanti e libertini, radicali e libertari. Questo vi hanno consegnato ragazzi.

Si moltiplicano i corsi per la salute mentale e fisica. Da una parte ti inducono al vizio, dall’altra ti curano. Perfetto.

Un tempo un lavoro lo si trovava e c’era dignità persino nella povertà. Oggi il povero si rivolge ai servizi sociali e si sente appestato.

Oggi il benestante va dallo psichiatra per poter essere efficiente. Le droghe dei ricchi si chiamano psicofarmaci. I poveracci si spinellano e poi su, su, a salire per cadere; s’annientano.

Oggi si promuovono spettacoli che iniziano di notte, in cui il cantante bestemmia, inneggia al sesso libero e alla droga. I ragazzi corrono per un selfie e gioiscono di aver toccato il “mostro.”

Tutto normale, la chiamano arte, io la chiamerei patologia.

Vi diranno che naturale e innaturale non esistono, che tutto può essere normale, basta sapersi controllare. Stronzate, siamo tutti diversi, per un ragazzo un goccio di vino é niente, per un altro veleno. Bene e male, punti di vista diranno. Siamo liberi. Stronzate. Quale libertà nel perdersi, nel non ricordare, nel morire? Chi ci guadagna? Questo vi dovete chiedere. Chi guadagna? A chi giova il vizio?

I ragazzi arrivano, non sanno più distinguere bene e male, corpo e spirito, istinto e ragione. Li avete visti? Arrivano ai concerti o ai party già ubriachi, barcollano, vomitano, sono burattini, pupi senza fili. Cadono, si rialzano, hanno sguardi vuoti. Ci sono i violenti, i buttafuori a loro non frega nulla dei ragazzi, l’importante è che dentro il locale non succeda nulla.

Il consumo, il businnes, gli affari, questi si che sono sacri. Non il corpo, non la persona. I genitori portano i figli ai concerti, li assecondano, hanno paura. Molti sono separati, ma amano i loro figli, eppure, a volte non possono fare nulla.

Ci sono tromboni che distinguono fra droghe pesanti, leggere, alcool. Si parla di bere consapevolmente. Si è single si può anche morire dopo una sbronza. Per i piccoli ci sono i bus che portano a casa gli sballati; speriamo non cadano scendendo dai gradini. Faranno causa al comune, il gradino è troppo alto.

È sempre lo stesso schifo. Sballo, dipendenza, fuga. Poi, capita che una ragazza venga fatta a pezzi. Tutti si indignano, il dolore diventa spettacolo, ma nessuno educa perché per proporre valori è necessario mostrarli e condividerli. Nel mondo invece, in nome dell’arte, del canto, del cinema, della letteratura, tutto è permesso. Nulla è condiviso. Persino le parole della Chiesa paiono vuote, come gli oratori. Non ci sono più preti e i laici hanno altro da fare.

La scuola seleziona e scarta i deboli, tutto è competizione.

I giovani devono arrangiarsi, ma non hanno la forza. E tutta la retorica educativa e televisiva non serve a nulla.

Si pongano divieti, si dica che i locali devono chiudere presto la sera. I ragazzi la sera devono dormire. Si reprima ogni forma di vizio, si educhi ad una sessualità capace di castità. Si introducano censure relativamente alla pornografia e alla prostituzione. Si chiami il male, male. Il male è sempre tale ad ogni età. Non esiste il tempo dello sballo e quello della maturità, esistono comportamenti che promuovono l’umano ed altri che lo uccidono.

Firmato; un vecchio bigotto.

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