Riscaldamento globale?

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Che cosa ne pensa l’esperto svizzero Werner Munter. Articolo tratto da Liberté politique, organo di informazione francese online – 15 gennaio 2018

Difficile sapere ciò che bisogna credere, ma tutte le argomentazioni debbono poter essere espresse.

Lei dice che l’azione dell’uomo non ha niente a che vedere con il riscaldamento globale. Perché?

Vorrei precisare prima di tutto che io non contesto il riscaldamento in sé stesso, perché, essendo una guida di montagna ho potuto notare l’arretramento dei ghiacciai. Quello che vedo dalla mia finestra, per esempio, è arretrato di 100 metri dal 1989, anno in cui ho comperato il mio appartamento. Nel 2005, la guglia Bonatti des Drus è crollata a causa del riscaldamento del permafrost. Quelle che metto in discussione sono le cause di questo riscaldamento. Esse non hanno nulla a che vedere con l’uomo o con il CO2, come ci viene insegnato. Io sono arrivato a questa conclusione per tre ragioni.

Quali sono?

La prima mi viene semplicemente dalle analisi dei dati climatici ricostruiti su milioni di anni. Bisogna sapere che negli ultimi 10.000 anni ci sono stati cinque picchi di temperature comparabili a quelle che stiamo vivendo. Questa optima corrisponde a dei cicli naturali. Nel Medio Evo, per esempio, era possibile andare in Valle d’Aosta, dopo Arrolla, con le greggi, visto che il ghiacciaio non esisteva più. All’epoca delle due prime optima, il Sahara era una savana con dei laghi, degli alberi e degli elefanti. Prima di tutto ciò, per centinaia di migliaia di anni le temperature erano molto più alte che ora. Qualche volta fino a sette gradi in più! Ora il 3 GIEC (Gruppo Intergovernamentale sullo sviluppo del clima), si concentra sugli ultimi 150 anni, che è un po’ come girare attorno al proprio ombelico. Le ricostruzioni paleoclimatiche ci mostrano anche che, durante centinaia di milioni di anni non c’è stata correlazione tra il CO2 nell’atmosfera e la temperatura della Terra.

E la seconda ragione?

La concentrazione di CO2 nell’atmosfera – che, diciamo, è un gas vitale e non un veleno -, è trascurabile. Nell’atmosfera ce n’è un po’ meno del 0,5%, e al massimo un 5% di questa quantità è imputabile all’uomo. In un milione di molecole di aria ci sono solo 20 molecole di CO2 che sono prodotte dall’uomo. E ogni anno la nostra industrializzazione aggiunge 4 molecole di CO2 per ogni milione di molecole d’aria, ma la metà di esse è assorbita dagli oceani e dalle piante. Perché, nonostante questi dati, vogliono farci credere che questa infima proporzione dovuta all’uomo,  sia un catastrofe? Faccio molta fatica a crederlo. (E sorride).

Perché questa tesi ufficiale ottiene tanto consenso?  I suoi colleghi scienziati non sono degli imbecilli!

Queste teorie vogliono colpevolizzarci. Quando degli scienziati, come quelli del GIEC ci dicono che vogliono salvare il pianeta, dico che non sono credibili. Essi mentono per preservare degli interessi, che sono anche i loro. Bisogna dire che c’è tutto un business dietro alla lotta al riscaldamento globale. C’è la volontà di far paura alla gente, per esempio, parlando della crescita del livello dell’acqua negli oceani, quando questi non crescono che da 2 a 3 millimetri ogni anno! È anche una manipolazione intellettuale quella di parlare di CO2 in tonnellate, piuttosto che in proporzione. Le tonnellate ci impressionano, ma, quarta ragione, ricordiamoci che l’atmosfera pesa 5.000.000.000.000.000 tonnellate! (Cinque milioni di miliardi di tonnellate!).

Il suo ultimo argomento è che la tesi ufficiale contraddice le leggi della fisica. E cioè?

È particolarmente quello della termodinamica. Per semplificare: la terra fa 15 gradi di media. L’inquinamento atmosferico di CO2 è grosso modo a -30 gradi a 10 km di altezza. Che quella temperatura riscaldi la terra, che è più calda, è una aberrazione. La termodinamica ci dice che il caldo va verso il freddo e mai nel senso inverso. Tutto ciò corrisponde alla nostra esperienza quotidiana.

Concludendo, allora come spiegherebbe questo supposto riscaldamento?

Io non ho delle risposte perché troppi fattori entrano in gioco. Invece ho delle ipotesi. Posso supporre, per esempio, le variazioni di intensità dell’irraggiamento solare – che sono soggette a dei cicli – e che giocano un ruolo centrale, allo stesso modo dei complessi e poco conosciuti processi nucleari che sono all’opera al centro della nostra Terra. Ad ogni modo è un atteggiamento arrogante quello di far credere che in 150 anni di industrializzazione noi abbiamo potuto cambiare il clima. La natura è molto più forte dell’uomo! Noi non siamo i padroni della Terra. E se il riscaldamento climatico non fosse altro che un pretesto per l’imposizione di nuove tasse? E se per caso la Siberia diventasse coltivabile, potremmo forse considerarlo come una catastrofe? Come possono – coloro che sono incapaci di prevedere l’evoluzione del tempo meteorologico a più di 5 giorni -, pretendere di conoscere l’evoluzione metereologica che avremo tra 50 anni? Ci prendono forse per degli stupidi? E se la vera saggezza consistesse nel dire che non sappiamo nulla?  E se si cominciasse a ragionare con la nostra testa, invece di “bere” tutto ciò che ci vogliono imporre, per imporci, alla fine, delle imposte?

(Altra cosa è l’inquinamento dei mari e della terra causato della sempre maggior montagna di rifiuti causata dall’eccesso di consumi e sovente dall’incapacità di saperli smaltire correttamente, nel rispetto della natura. Altra cosa è la terribile possibilità che oggi l’uomo ha nelle sue mani, e cioè la diabolica possibilità di distruggere la vita sulla terra in un infernale incendio nucleare.  Concludo con la amara considerazione contenuta in un libro di Ettore Gotti Tedeschi, in cui dice che: “Il riscaldamento globale potrebbe essere causato dalle troppe anime che vanno all’inferno”. Ndt).

 

Fonte: http://www.libertepolitique.com/Convaincre/Dossiers-thematiques/Rechauffement

Traduzione di Claudio Forti

 

 

 

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