Müller e Parolin in campo: si dialoghi coi critici

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Che quella dei 62 della Correzione filiale a Papa Francesco sia stata una scossa pesante, nei sacri palazzi, è cosa ormai evidente. Diversamente non si spiegherebbero le reazioni scomposte di una compagine editoriale ed ecclesiastica che adesso confusamente ricorre a ogni possibile argomento contro questa iniziativa: definendo gli autori del documento gente isolata; spiegando che critiche forti toccarono anche a san Giovanni Paolo II; sottolineando il fatto che, comunque, costoro hanno dalla propria solamente appena un pugno di cardinali su 5.000 tra vescovi e cardinali…

L’impressione che se ne ricava è la Correzione stia facendo saltare i nervi a tanti, tra i fedelissimi del Papa. Una situazione che va ulteriormente complicandosi in queste ore con una pesantissima discesa in campo: quella del cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede fino a ieri, il quale ha pubblicamente proposto al Papa di istituire un gruppo di cardinali al fine di coinvolgere in un dialogo i suoi molti teologi critici.  Se davvero i critici di Amoris laetitia fossero quattro gatti, perché una simile proposta da un cardinale tanto importante, fedelissimo di Benedetto XVI? Le novità però non finisco qui.

Sempre in queste ore, infatti, un altro pezzo da novanta, il cardinale Pietro Parolin, ha dichiarato che “è importante dialogare anche all’interno della Chiesa” sostenendo che “Le persone che non sono d’accordo esprimono il loro dissenso ma su queste cose si deve ragionare, cercare di capirsi”. Che il Segretario di Stato Vaticano e l’ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede prendano posizione esortando al dialogo – mentre da parte sua Papa Francesco si limita a rinviare chi avesse dubbi sempre e solo al cardinale Schönborn – non può non far riflettere.

Checché ne dica Avvenire, evidentemente la Correzione filiale e i Dubia così pretestuosi e campati per aria non sono…

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