20 anni fa moriva madre Teresa

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Oggi ricorrono i 20 anni dalla nascita al cielo di Santa Teresa di Calcutta, madre Teresa, com’è stata conosciuta dal mondo durante la sua vita. Voglio ricordarla con alcune parole da lei pronunciate nel 1994 in occasione del National Prayer Breakfast, l’evento che dal 1953 ha luogo il primo giovedì di febbraio a Washington dove tipicamente si radunano ogni anno circa 3500 ospiti del fior fiore della società da più di cento nazioni con la partecipazione e il tradizionale discorso del presidente degli Stati Uniti in carica e di una personalità invitata

come oratore principale. Quella volta il main speaker era proprio la piccola madre Teresa.

“… Mi ha sorpreso vedere che in occidente molti giovani ragazzi e ragazze assumono droghe. Ho cercato di capire il perché. Perché una cosa del genere quando gli occidentali hanno molte più cose degli orientali? E la risposta è stata: “Perché non hanno nessuno in famiglia ad accoglierli”. I nostri figli dipendono da noi per tutto, la salute, il nutrimento, la sicurezza, la conoscenza e l’amore di Dio. Per tutto questo loro guardano a noi con fiducia, speranza e attesa. Ma spesso padre e madre sono così occupati da non avere tempo per i loro figli, o forse non sono nemmeno sposati, o hanno abbandonato il loro matrimonio. Così i figli vanno in strada e si lasciano coinvolgere dalla droga ed altre cose. Stiamo parlando dell’amore per il figlio e di dove l’amore è la pace devono iniziare. Queste sono le cose che rompono la pace.

Ma sento che il più grande distruttore della pace è l’aborto, perché esso è una guerra contro il figlio, l’uccisione diretta del bambino innocente, l’omicidio da parte della madre stessa. E se accettiamo che una madre possa uccidere il suo proprio figlio, come possiamo dire alle altre persone di non uccidersi tra loro? Come convincere una donna a non abortire? Come sempre dobbiamo convincerla con amore e ricordando a noi stessi che amare significa volere dare fino a quando arriva a fare male. Gesù ha dato persino la Sua vita per amarci. Dunque la donna che pensa di abortire dovrebbe essere aiutata ad amare, cioè a dare fino a danneggiare i propri progetti, o il tempo libero e rispettare la vita del proprio figlio. Il padre del bambino, chiunque egli sia, deve ugualmente dare fino a che non sente male.

Con l’aborto la madre non impara ad amare, ma uccide persino il proprio bambino per risolvere i suoi problemi. E con l’aborto si dice al padre che non è affatto obbligato a prendersi alcuna responsabilità per il bambino che ha messo al mondo. Quel padre è probabile che metterà altre donne nello stesso guaio. E così accade che l’aborto conduce ad altro aborto. Ogni paese che accetta l’aborto non insegna al proprio popolo ad amare, ma ad usare la violenza per ottenere ciò che vuole. Questo è il motivo per cui il più grande distruttore di amore e di pace è l’aborto.

Molta gente è molto, molto preoccupata per i bambini dell’India, per i bambini dell’Africa dove abbastanza muoiono di fame e così via. Molti sono anche preoccupati per tutta la violenza in questo grande paese degli Stati Uniti. Queste preoccupazioni sono una buona cosa. Ma spesso queste stesse persone non sono,preoccupate per i milioni che vengono uccisi dalla deliberata decisione delle loro stesse madri. E questo è ciò che oggi costituisce il più grande distruttore di pace, l’aborto che conduce le persone ad una tale cecità.

E per questo faccio appello in India e dappertutto: “Lasciateci tenere i bambini”. Il figlio è il dono di Dio alla famiglia. Ogni bambino è creato in modo speciale ad immagine e somiglianza di Dio per le cose più grandi, amare ed essere amato. In quest’anno della famiglia bisogna riportare il figlio al centro della nostra attenzione e preoccupazione. Questo è l’unico modo in cui il nostro mondo potrà sopravvivere, perché i nostri bambini sono L asola speranza per il futuro. Quando i vecchi sono chiamati a Dio, solo i loro figli possono prendere il loro posto. Ma cosa ci dice Dio? “Anche se una madre potesse dimenticarsi del suo figlio, Io non ti dimenticherò. Ti ho scolpita sulle palme delle mie mani”. Siamo scolpiti nelle Sue palme; quel bambino non nato è stato scolpito nel palmo di Dio sin dal suo concepimento ed è chiamato da Dio ad amare ed essere amato, non solo ora, in questa vita, ma per sempre. Dio non può mai dimenticarci.

Vi dirò qualcosa di bello. Stiamo combattendo l’aborto con l’adozione, prendendoci cura della madre e adottando il suo bambino. Abbiamo salvato migliaia di vite. Abbiamo scritto alle cliniche, agli ospedali e alle stazioni di polizia dicendo loro: “Vi preghiamo, non uccidete il bambino, lo prenderemo noi”. È così abbiamo sempre qualcuno che alla madre che si trova in difficoltà dice: “Vieni, ci prenderemo cura di te, troveremo una casa per il tuo bambino”. E riceviamo un’enorme domanda da coppie che non possono avere figli. Ma non do mai un bambino a una coppia che ha fatto qualcosa per non avere figli. Gesù ha detto: “Chiunque accoglie un bambino in mio nome, accoglie me”. Adottando un bambino queste coppie accolgono Gesù, ma abortendo un figlio, una coppia rifiuta di accogliere Gesù. Vi prego, non uccidete il bambino. Vi prego, date a me il bambino. Sono pronta ad accettare ogni bambino che sarebbe stato abortito e dare quel bambino ad una coppia sposata che amerà il bambino e sarà amata dal bambino. Dalla sola nostra casa di Calcutta abbiamo salvato 3000 bambini dall’aborto. Questi bambini hanno portato una tale gioia ai loro genitori adottivi e sono cresciuti pieni di amore e di gioia.

So che le coppie devono pianificare la loro famiglia e per questo c’è la pianificazione naturale della famiglia. Il modo per programmare la famiglia è il natural family planning, non la contraccezione. Nel distruggere il potere di dare la vita con la contraccezione, un marito o una moglie fanno qualcosa per se stessi. Questo volge l’attenzione verso se stessi e così si distrugge il dono di amore in lui o in lei. Nell’amare il marito e la moglie devono rivolgere l’attenzione l’uno all’altra, come avviene nella pianificazione naturale della famiglia, e non a se stessi, come avviene con la contraccezione. Una volta che l’amore vivo viene distrutto dalla contraccezione, l’aborto segue molto facilmente.

So anche che vi sono grandi problemi nel mondo, che molti sposi non si amano tra loro abbastanza per praticare il natural family planning. Noi non possiamo risolvere tutti i problemi del mondo, ma non ci mettiamo nel peggiore di tutti i guai, la distruzione dell’amore. Ed è questo ciò che accade quando diciamo alla gente di usare la contraccezione e l’aborto.

[…]

Ecco, parlo a te. Voglio che tu trovi qui i poveri, proprio a partire dalla tua casa. E comincia l’amore lì. Sii quella buona notizia per il tuo popolo per primo. Scopri i tuoi vicini della porta accanto. Sai chi sono?

Ho avuto l’esperienza più straordinaria dell’amore del prossimo con una famiglia indù. Un signore è venuto a casa nostra e ha detto: “Madre Teresa, c’è una famiglia che non ha mangiato da così tanto tempo. Fai qualcosa”. Così ho preso un po’ di riso e sono andata là subito. E ho visto i bambini – i loro occhi brillano per la fame. Non so se avete mai visto la fame. Io l’ho vista molto spesso. La madre della famiglia ha preso il riso che le ho dato ed è uscita. Quando è tornata, le ho chiesto: “Dove sei andata?” “Cosa hai fatto?” Mi ha dato una risposta molto semplice: “Anche loro sono affamati”. Quello che mi ha colpito era che lei sapeva, e chi sono? Una famiglia musulmana, e lei sapeva. Non ho portato più riso quella sera perché li ho voluti da me, indù e musulmani, per godere della gioia della condivisione.

Ma c’erano quei figli che irradiavano la gioia, condividevano la gioia e la pace con la madre, perché lei aveva l’amore da dare finché non fa male. Vedete, questo è dove inizia l’amore, a casa, nella famiglia.

[…]

Da qui, un segno di attenzione per il più debole dei deboli, il bambino nascituro, deve diffondersi nel mondo. Se diventerete una luce ardente di giustizia e pace nel mondo, allora veramente voi sarete ciò che i fondatori di questo paese intesero. Dio vi benedica”.

Peggy Noonan, commentatrice del Wall Street Journal, scrisse che un gelido silenzio seguì al termine del discorso di madre Teresa, un silenzio di poco più di un secondo, ma che pareva interminabile. Poi, dal settore destro della sala, partì un applauso, subito si diffuse a tutto l’uditorio, poi, ancora da destra il pubblico si alzò ed in un baleno tutti erano in piedi a tributare alla Santa di Calcutta un’ovazione. Ma non Bill Clinton e sua moglie Hillary, insieme ai Gore rimasero impassibili, seduti sul palco a pochi metri da madre Teresa, paralizzati “come statue di cera del museo di Madame Tussaud”, fissandola con uno sguardo di “semi-simpatia”.

Ricordando queste parole di Santa Teresa di Calcutta, spero che chi si occupa monotematicamente dei poveri e dei perseguitati, si ricordi di rammentare, almeno qualche volta, il più povero e perseguitato di tutti, il bambino concepito, nel ventre della madre, così come in un incubatore o nel congelatore. Spero anche che mostri loro l’esistenza non solo della povertà materiale, ma anche di quella spirituale. I più poveri in quella sala sedevano sul palco, accanto a Teresa. Quei ciechi seguaci di Rousseau, che pensano che il male del mondo venga dalla società, dalle sue storture, dagli squilibri economici e culturali, riflettano sul fatto che ai Clinton e ai Gore, le persone più potenti del pianeta, Dio quel giorno aveva donato la Sua voce per mezzo di una santa, ma nemmeno un tale dono non è bastato loro. Di fronte al bene e al male, Dio lascia alluomo la possibilità di scegliere.

Nihil sub sole novum, “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1,5).

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