Charlie Gard, le dichiarazioni dei vescovi Crepaldi e Caffarra

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L’orrenda invenzione ideologica della morte di Stato

da Vita Nuova Trieste.

Sul caso di Charlie Gard dichiarazione dell’Arcivescovo Gampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste e Presidente dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân

Giampaolo Crepaldi

La vicenda del piccolo Charlie Gard e dei suoi genitori colpisce la nostra pietà umana e cristiana, ma va considerata anche alla luce della ragione e della dottrina della fede. Esso, infatti, ci pone davanti a principi e valori fondamentali per l’uomo e la convivenza civile. Mi riferisco ai principi del totale rispetto dovuto alla vita umana, del primato dei genitori nella gestione coraggiosa e prudente di queste tragiche situazioni, della inammissibilità che sia lo Stato, o un giudice, o una Corte di giustizia a stabilire chi deve vivere e chi deve morire.

I genitori del bambino volevano tentare una nuova terapia, per la quale avevano anche raccolto le risorse necessarie. Era loro diritto farlo.

Nel caso del piccolo Charlie si vuole di fatto applicare un trattamento eutanasico, e questo non può essere accettato. Il caso è dirompente perché l’attuazione della sentenza minerebbe i fondamenti stessi dell’umanesimo cristiano e si aprirebbe un radicale percorso di esodo dalla nostra civiltà. Charlie Gard ha bisogno dell’affetto dei suoi genitori, dell’impegno dei medici per assisterlo e della preghiera dei cristiani. Non di sentenze che ne decretano la morte. La morte di Stato è un’orrenda invenzione ideologica.

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L’arcivescovo di Bologna, Caffarra, su Charlie Gard: ” Fermatevi in nome di Dio!”

di Francesco Boezi per il Giornale.

carlo-caffarraCaffarra prende posizione su Charlie. L’arcivescovo emerito di Bologna, già cardinale, che lo scorso 26 maggio ha presentato a papa Francesco la sua rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi bolognese per raggiunti limiti di età, ha voluto rilasciare al Giornale.it una dichiarazione in esclusiva sul caso di Charlie Gard, il bambino ricoverato a Londra cui verrà staccato l’impianto di ventilazione che lo tiene in vita a seguito della decisione presa dalla Corte di Strasburgo e da quella britannica.

L’appello dei genitori di far morire il piccolo in casa non è stato raccolto, ma pare che i medici abbiano deciso di prolungare la procedura, consentendo ai parenti di trascorrere qualche ora in più al capezzale del piccolo.

“Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie”, aggiunge Caffarra, che continua: “Siamo figli delle istituzioni, e dobbiamo la vita ad esse? Povero Occidente: ha rifiutato Dio e la sua paternità e si ritrova affidato alla burocrazia! L’ angelo di Charlie vede sempre il volto del Padre. Fermatevi, in nome di Dio. Altrimenti vi dico con Gesù: “Sarebbe meglio che vi legaste al collo una macina da mulino e vi gettaste nel più profondo del mare”.

Parole dure, quelle del cardinal Caffarra, che contribuiscono assieme ad altre dichiarazioni alla rottura del silenzio sul caso da parte della Chiesa. Altri, invece, continuano a ritenere utile, forse decisiva, una presa di posizione di Bergoglio sulla vicenda. Il mondo dei cattolici tradizionalisti, però, sta alzando il tiro sul tema e non sembra disposta a lasciar passare neppure un secondo per continuare ad operare un tentativo di rimettere la decisione sulle sorti di Charlie nelle mani dei genitori.

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