L’uso strumentale dei diritti umani in politica estera

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L’espressione diritti umani non ha ormai più alcun significato. Diritto dovrebbe essere qualcosa di oggettivo e fondato. Oggi è sinonimo di capiriccio. Per esempio viene definito diritto umano la possibilità per due uomini di comperare ovuli, affittare il corpo di una donna e prodursi così un bambino, privandolo per sempre di sua madre. Questo è un diritto umano o il diritto del più forte?

Ma a parte questo discorso, il tema dei diritti umani viene utilizzato anche in politica estera. E’ un’altra faccia delle guerre umanitarie, delle guerre per l’esportazione della democrazia.. Si deve dare ad una rivalità politica, geopolitica, economica… una patente di nobiltà e si tirano in ballo i diritti umani: su cui gli avversari, guarda caso, sono sempre carenti.

Gli amici, invece, anche se negano la gran parte dei diritti umani, quelli veri, vanno sempre bene.

L’esempio più clamoroso è quello dell’Arabia Saudita: paese in cui sono negati i diritti elementari delle donne, dei bambini, dei cristiani… Ci sono però, e in super abbondanza, i petrodollari.

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E tutto si sistema! Basti pensare a Macron, alla Clinton, o alla Merkel: in questi giorni la cancelliera tedesca ha attaccato Putin per quanto accade in Cecenia, ed i giornali hanno titolato: “Merkel dura con Putin sui diritti umani” o cose simili… Poi è andata in Arabia Saudita, e ancora una volta i giornali hanno titolato: “La Merkel in Arabia Saudita per discutere dei diritti umani e Yemen“.

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Si vuole far credere che si usino gli stessi pesi e le stesse misure, ma è assolutamente falso. Mentre la Russia, che è certamente più democratica dell’Arabia, viene punita con sanzioni economiche (e non certo per motivi umanitari) e Assad è il colpevole di tutto in Siria, l’Arabia, massima negatrice di ogni diritto, massima finanziatrice del terrorismo internazionale, che sta distruggendo lo Yemen con una crudeltà inaudita (ma a chi importa della guerra in Yemen? Lì interessi geopolitici da spacciare come umanitari non ci sono) viene vezzeggiata: nessuna sanzione a chi compera armi su armi! Solo affari. E magari la commedia: “Merkel rifiuta il velo”, quasi si trattasse di un atto di coraggio, o di sfida cui non crede nessuna persona seria.

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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