La Chiesa, il papa e l’immigrazione

Articolo redatto da François Billot de Lochner – 3 febbraio 2017

I cattolici, o perlomeno alcuni tra loro, hanno ancora il diritto di esprimersi in tutta libertà, per cercare la verità? Non è che il mondo cattolico sia un po’ troppo attento al politicamente corretto, che impone che i dibattiti siano possibili solo quando non disturbano, e siano quindi aperti solo a persone che la pensano allo stesso modo? Dibattere, vedere di opporsi, ma solamente fra persone che pensano le stesse cose, non è forse diventato il non plus ultra di un consistente numero di “dialoganti cattolici”?

Non è così, purtroppo, su diversi temi fondamentali, fra i quali due soggetti importanti che condizionano l’avvenire dell’Europa, della Francia, delle nostre famiglie, dei nostri adolescenti e bambini, e cioè l’immigrazione-invasione del nostro continente e la sua accelerata islamizzazione, temi sui quali in questi ultimi decenni i papi si sono espressi a getto continuo.

Una grande quantità di cattolici pensa che la Chiesa non possa essere contraddetta, e ancor meno il papa. Questo però è un drammatico errore dalle conseguenze incalcolabili. Infatti, se i dogmi non possono di certo essere discussi dai cattolici, possono invece esser criticate e analizzate le posizioni «mondane» della Chiesa e del Papa. Coloro che hanno dei dubbi possono leggere o rileggere con profitto gli scritti di un grande santo: San Tommaso d’Aquino, di una luminosa chiarezza sull’argomento! Ora, sull’islamizzazione del mondo, così come sull’immigrazione senza freni, che sono argomenti altamente politici, il dibattito non è solamente autorizzato, ma è necessario, e il rifiutarlo è un errore, uno sbaglio. Sì, perché la «correzione fraterna» degli eventuali errori «mondani» della Chiesa e dei papi non è un’opzione, ma un dovere per tutti i cattolici.

Per dimostrarlo è sufficiente porsi una semplice domanda: se due papi, sullo stesso argomento, prendono delle posizioni contraddittorie, o se lo stesso papa, a qualche anno di distanza, è in contraddizione con sé stesso, quale posizione prendiamo alla fine? Ora, la storia del papato ci rivela vari casi in cui delle posizioni papali successive possono essere state contraddittorie. In questi casi, dov’è la verità, dov’è l’errore? Il dovere di tutti i cattolici è allora quello di aprire un dibattito autentico sui fondamenti della tradizione e della dottrina della Chiesa, dedicandosi a delle approfondite e argomentate analisi su tali contraddizioni. Ciò però implica il rifiuto di svicolare su comunicazioni emozionali e superficiali, diventate, anche all’interno del mondo cattolico l’alfa e l’omega dell’attuale vita intellettuale. Ciò significa che il rischio della comunicazione istantanea, sotto il fuoco dei proiettori, può essere altamente pericolosa, anche se rilasciata su un aereo a 10.000 metri d’altitudine.

Laurent Dandrieu è un conosciuto intellettuale, dotato di una vasta cultura, che ha appena pubblicato un libro di riflessione fondamentale che, non c’è alcun dubbio, avrà successo, inserendosi nelle opere da leggere e meditare. Ognuno potrà evidentemente pensare quello che vorrà, ma a condizione di averlo letto, prima di schierarsi nella categoria «Alain Juppé», autoproclamatosi grande specialista dell’Islam … che ha confessato di non aver mai aperto un corano. Immigrazione e islamizzazione possono condurre a una rapidissima sparizione di quella che fu la storica Europa cristiana. Laurent Dandrieu ce lo spiega con lucidità e coraggio, e non esita a pungolare la Chiesa, che favorisce questo doppio movimento da decine d’anni, dicendo che ha degli aspetti suicidi. La correzione fraterna (oblige), è d’obbligo.

Coloro che già condividono queste cose saranno riconoscenti di avere espresso pubblicamente una parola nuova e libera, per la ricerca della verità, ma lo saranno anche coloro a cui avrà aperto gli occhi. Coloro che gli si oppongono dovranno ringraziarlo per aver aperto questo essenziale dibattito, e di avergli permesso di affinare le loro posizioni. In breve, la lettura di questo libro non può che portare profitto a tutti, poiché certi, speriamo pochi, lo criticheranno etichettandolo come juppiste (di Alain Juppé), cioè del dire senza sapere, una malattia molto diffusa ai nostri giorni, e denunciata a suo tempo in maniera magistrale da Benedetto XVI!

Fraçnois Billot de Lochner

Presidente della Fondazione de Service Politique, di Liberté Politique e di France Audace.

Fonte: http://www.libertepolitique.com/Actualite/Editorial/L-Eglise-le-pape-et-l-immigration

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