Il “male minore” porta Male (10° parte: conclusione)

08 di 2 mali scegli il minore

10) CONCLUSIONE

Oltre quarant’anni di politiche del “male minore” hanno fatto sentire in Italia (e nel mondo) tutti i perniciosi effetti che abbiamo esaminato.

La stabilità e il futuro di una società si fondano sulla stabilità della sua cellula fondamentale: la famiglia. Se la famiglia è instabile questo si ripercuote sull’intera società. L’introduzione del divorzio ha minato l’instabilità della famiglia producendo conseguenze culturali, sociali ed economiche disastrose, inoltre, cosa altrettanto grave, il divorzio ha tolto al matrimonio tra uomo e donna tutta la sua importanza sociale, trasformandolo in un fatto puramente privato, in un mero contratto che le parti possono sciogliere quando vogliono. L’indebolimento della famiglia ha condotto al crollo della natalità che, a sua volta, è stata ulteriormente frenata dal diffondersi della mentalità contraccettiva e dall’aborto legale, libero e gratuito. Divorzio, contraccezione e aborto sono strettamente collegati tra loro e si influenzano a vicenda.


INDICE:

1 ) “Male minore”, nuovo nome della barbarie?

Male minore e “nuovi diritti” legalizzati

2) Male minore e aborto

3) Male minore e fecondazione extracorporea

4) Male minore e divorzio

5) Male minore e contraccezione artificiale

Male minore e “nuovi diritti” reclamati

6) Male minore e matrimonio gay

7) Male minore e droga libera

8) Male minore, eutanasia e suicidio assistito

9) Male minore, eutanasia passiva e Testamento biologico

10) Conclusione

Bibliografia, Filmografia, Articoli e Studi

 

10) CONCLUSIONE

Oltre quarant’anni di politiche del “male minore” hanno fatto sentire in Italia (e nel mondo) tutti i perniciosi effetti che abbiamo esaminato.

Non pochi analisti ritengono che la grave crisi economica che stiamo vivendo sia il frutto maturo della deriva morale iniziata quarant’anni fa con l’introduzione del divorzio (1 dicembre 1970); proseguita tre mesi dopo con la semina del primo germe di mentalità contraccettiva, quando la Corte costituzionale ha abrogato l’art. 553 del codice penale che vietava la produzione, il commercio e la pubblicità degli anticoncezionali (10 marzo 1971); portata avanti dalla legge sull’aborto (22 maggio 1978) e poi dalla legge sulla fecondazione extracorporea (19 febbraio 2004).

Se viene meno la specificità e la centralità della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna si compromette inevitabilmente la tenuta sociale ed economica dello Stato. Scrive il giornalista Riccardo Cascioli:

“La crisi economica che stiamo attraversando ha una causa strutturale che tutti fanno a gara per occultare: l’inverno demografico, ovvero la forte denatalità. E guarda caso, questo inverno comincia proprio con l’introduzione del divorzio. A metà degli anni ’60 in Italia c’era stato il baby boom (nascevano 2,7 figli per donna) e ancora nel 1970 il tasso di fecondità sfiorava i 2,5 figli per donna. Da qui però comincia la discesa, dapprima lieve poi un vero e proprio crollo dopo il referendum. Al punto che già all’inizio degli anni ’90 l’Italia aveva raggiunto i livelli minimi di fecondità, a 1,2 figli per donna.

Coincidenza? Non proprio. Non ci vogliono certo gli specialisti per capire che la fecondità è aiutata dalla stabilità familiare. I figli nascono in genere all’interno di un progetto che è per la vita. Se ci si unisce con la prospettiva di qualche anno o ‘finché dura l’amore’ è ovvio che si sarà meno propensi a mettere al mondo dei figli, che poi – se si divorzia – sono tutte beghe legali. E infatti i numeri sono lì impietosi a farsi beffe di tutte le ideologie e i discorsi sulla modernità. Sancita la legittimità del divorzio, teorizzata la precarietà del rapporto, ratificata dal voto popolare, ecco il crollo demografico.

Non solo: se va in crisi quella che la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo definisce la ‘cellula fondamentale della società’ e la nostra Costituzione ‘società naturale’, inevitabilmente tutta la società tenderà a una maggiore conflittualità e lacerazione. È come il nostro corpo: se ci sono alcune cellule tumorali in giro, non si ammala solo un unico organo ma tutto il corpo ne soffre e alla fine muore. Così è per la società: come si può pensare di superare la conflittualità sociale o sentire l’appartenenza a un popolo se per legge si è deciso di rendere conflittuale e instabile la famiglia, sua cellula fondamentale?”.

L’economista Ettore Gotti Tedeschi osserva:

“L’origine di questa crisi economica non risiede nell’uso sbagliato di strumenti finanziari da parte di banchieri o politici o finanzieri. Questa crisi trova origine nel fatto che abbiamo negato la vita, non abbiamo fatto figli, e oltre a non farli, li abbiamo anche uccisi e quindi abbiamo ridotto la crescita della popolazione al di sotto dei ritmi naturali, penalizzando gravemente la crescita economica, lo sviluppo, il benessere…

Cosa provoca un sistema economico che non fa figli? […] Le ‘non nascite’ provocano una forma di congelamento del numero della popolazione e conseguentemente l’aumento dei costi fissi di una struttura economica […]: ci sono meno giovani che accedono al mondo del lavoro e della produttività e più persone che escono dal mondo del lavoro per anzianità. Questo provoca da un lato una minor produttività, un rallentamento del ciclo dello sviluppo sociale, quindi meno coppie si sposano, meno coppie fanno figli e dall’altro aumentano i costi fissi. Perché le persone che invecchiano hanno un costo maggiore come pensioni e come sanità. […] La crescita zero provoca l’impossibilità di ridurre le tasse perché aumentano i costi fissi: nel 1975 il peso fiscale in Italia era il 25% del prodotto interno lordo, oggi è il 45%. Il fenomeno delle culle vuote non solo rallenta completamente la crescita ma fa crollare il tasso di accumulazione del risparmio, perché la famiglia singola, la famiglia con un solo figlio tende a non risparmiare, perde motivazioni e non vede grandi prospettive”.

02 famigliaLa stabilità e il futuro di una società si fondano, quindi, sulla stabilità della sua cellula fondamentale: la famiglia. Se la famiglia è instabile questo si ripercuote sull’intera società. L’introduzione del divorzio ha minato l’instabilità della famiglia producendo conseguenze culturali, sociali ed economiche disastrose, inoltre, cosa altrettanto grave, il divorzio ha tolto al matrimonio tra uomo e donna tutta la sua importanza sociale, trasformandolo in un fatto puramente privato, in un mero contratto che le parti possono sciogliere quando vogliono. L’indebolimento della famiglia ha condotto al crollo della natalità che, a sua volta, è stata ulteriormente frenata dal diffondersi della mentalità contraccettiva e dall’aborto legale, libero e gratuito. Divorzio, contraccezione e aborto sono strettamente collegati tra loro e si influenzano a vicenda. Scrive Francesco Agnoli:

“Nella società degli anticoncezionali, magari persino nelle scuole, non aumentano solo le gravidanze premature; non aumentano solo, spesso, gli aborti, come ‘rimedio’ all’errore; non aumenta solo l’incapacità di guardare ai figli come ad un dono e non come ad un impiccio; non aumentano solo, come accade oggi, la sterilità femminile, dovuta anche alla precocità dei rapporti, e l’impotenza, maschile, ovvia conseguenza di un eccesso di sesso, ma crescono anche i tradimenti, le separazioni, i divorzi: l’infelicità, insomma.

Negli ultimi trent’anni, in parallelo alla crescita di modelli affettivi deresponsabilizzati, separazioni e divorzi nel nostro paese sono quasi quadruplicati. Uno dei motivi è senz’altro la distruzione di quel periodo fondamentale di conoscenza tra un maschio e una femmina che è il fidanzamento: periodo in cui due persone si conoscono, non dal punto di vista fisico, sessuale, carnale, ma spirituale. Perché solo quando si saranno veramente conosciuti, apprezzati, compresi, ad un livello profondo, la loro unione carnale sarà vera, sentita, viva, e non un uso, momentaneo ed effimero, del corpo altrui, per piacere proprio. Quando invece l’unione carnale, cosiddetta ‘sicura’, diventa solo un gioco, si finisce per prendere abbagli colossali.

Si arriva a credere che quella persona che soddisfa, in un dato momento, il nostro desiderio fisico, sia poi capace di essere anche il compagno o la compagna di una vita. E ci si sposa avendo conosciuto corpi, non persone, con il rischio di accorgersene quando è troppo tardi”.

La questione di fondo è sempre quella, bisogna promuovere il bene, non il “male minore”. Scrive Agnoli:

“Bisogna offrire ai giovani modelli positivi; bisogna indicare non un presunto ‘male minore’, ma il bene. Non diciamo ai nostri bambini piccoli: ‘Mi raccomando, se butti per terra le carte, per piacere, buttane poche’; e neppure: ‘Se proprio vuoi picchiare tuo fratellino, non in faccia, ma sul sederino, per favore’. Perché se lo facessimo, sapremmo molto bene che il figlio butterà per terra le carte, prima piccole, poi grandi; che continuerà a picchiare il fratellino, prima piano, poi magari più forte… Insomma: educare significa far capire chiaramente che esiste una distinzione tra bene e male, tra giusto e sbagliato. Che occorre sempre tendere al bene, perché è esso che ci realizza, anche se costa fatica e richiede impegno”.

Ma la contraccezione influenza anche altre tendenze. Quando il sesso si trasforma in un gioco, e l’altro, il partner, diventa un oggetto di consumo destinato a soddisfare la propria libido, ogni forma di sessualità diverrà equivalente se idonea a realizzare questo scopo. Ecco perché la cultura contraccettiva non favorisce solamente aborti, tradimenti, separazioni e divorzi, ma anche il sesso a pagamento, le perversioni, le sperimentazioni sessuali, l’omosessualità. Quest’ultima è, a propria volta, favorita dall’aborto stesso. Per l’uomo, la mancanza di controllo su una decisione cruciale com’è quella dell’uccisione del proprio figlio non nato, genera spesso diffidenza e risentimento nei confronti delle donne. Per questo, dopo l’aborto del proprio figlio, alcuni uomini sperimentano l’omosessualità, che permette loro di soddisfare il piacere sessuale evitando nuove situazioni di gravidanze indesiderate, nell’ambito delle quali 03 no responsabilitàla legge e la società non garantiscono loro alcuna voce in capitolo. Per la donna che ha abortito, una relazione con un partner dello stesso sesso scongiura ogni futura gravidanza indesiderata e mette al riparo da nuovi traumi e ricorsi all’aborto.

Contraccezione, aborto e divorzio hanno alla base una radice comune: il rifiuto delle proprie responsabilità. Scrive Cascioli:

“Il matrimonio ‘riparatore’ – che nell’Italia di 50-60 anni fa era ancora un obbligo sociale per chi causava la gravidanza della propria fidanzata – pur con tutti i suoi limiti svolgeva però anche una funzione educativa, perché richiamava alla responsabilità personale: si può sbagliare, ma alle proprie responsabilità non si sfugge. La mentalità contraccettiva cancella proprio questa responsabilità e non a caso quello che continua a essere spacciato per uno strumento di emancipazione della donna è in effetti causa di una sua maggiore solitudine e sofferenza. Perché è soprattutto l’uomo che in questi casi può facilmente fuggire le proprie responsabilità”.

Ecco che allora fa il suo ingresso l’aborto, con il quale anche la donna “rifiuta quella responsabilità che già il suo partner non ha più da tempo”. E infine il divorzio: “La responsabilità che si fugge prima di sposarsi, diventa un peso insopportabile dopo il matrimonio”.

04 forbici taglianoContraccezione, aborto e divorzio hanno un’altra caratteristica che li lega: sono tutti atti divisivi, cioè atti che creano separazione, divisione, lacerazione. Con la contraccezione vi è separazione tra atto unitivo e procreativo; nell’aborto vi è la separazione violenta e mortale del figlio dalla propria madre; con il divorzio si realizza la definitiva separazione tra i coniugi, foriera di profonde lacerazioni anche nella prole.

In questo sconquasso comunemente accettato e trasformatosi in routine, non può che fiorire un’altra separazione: la fecondazione in vitro omologa. Nella fecondazione extracorporea la procreazione non dipende più dall’atto sessuale dei coniugi, atto sessuale e atto procreativo sono totalmente separati. La fecondazione eterologa è il logico passo successivo: qui la separazione diviene anche genetica. Vi è nell’eterologa la stessa logica di fondo del divorzio: se dal punto di vista giuridico il divorzio mi permette di scomporre e ricomporre la famiglia con chi mi pare e piace, non vedo perché ciò non dovrebbe essere consentito anche dal punto di vista biologico. La fecondazione eterologa è, perciò, figlia della mentalità divorzista: il divorzio ha separato la famiglia giuridica, l’eterologa la famiglia biologica. Al pari di contraccezione, aborto e divorzio, anche l’eterologa – oltre ad avere un carattere divisivo –  comporta violazione dell’etica della responsabilità: il genitore biologico (il donatore/la donatrice del gamete) taglia consapevolmente sin dall’inizio ogni relazione con il figlio che ha generato e non assume doveri nei suoi confronti.

Ed è ancora la mentalità divorzista che soggiace anche alla rivendicazione del matrimonio gay. Una volta che, grazie al divorzio, il matrimonio tra uomo e donna ha perso il suo carattere sociale fondamentale, divenendo un contratto privato come tanti, perché lo Stato dovrebbe impedirmi di stipulare quel contratto con una persona del mio stesso sesso, se ci amiamo? Sono molti, come si vede, i “figli” del divorzio.

E per finire, l’eutanasia, che altro non è che l’altra faccia dell’aborto; con questo si eliminano i figli non voluti, con l’altra i malati ritenuti un peso; l’uno colpisce la vita nascente, l’altra la vita al tramonto. L’eutanasia separa: separa dai giorni tra la malattia e la morte, separa letalmente il malato dai sani; e declina le responsabilità: la 05 soli e frammentatiresponsabilità di prendersi cura del malato, di alleviare la sua sofferenza fisica e psichica. È certo poi che l’eutanasia attecchirà con più facilità in una società fatta di famiglie divise, frammentate, instabili, unipersonali, impoverite, deboli, ignorate dallo Stato quando non, addirittura, da esso penalizzate.

Come si vede, le questioni che abbiamo esaminato sono tutte collegate tra loro, e non sbagliano coloro che vedono nella legalizzazione del divorzio l’inizio di tutto, nell’attacco alla cellula fondamentale della società, alla famiglia quale “società naturale fondata sul matrimonio”, l’inizio della deriva etica e la grave crisi economica con cui oggi ci troviamo a dover fare i conti.

In questa società in declino, sempre più povera economicamente e moralmente, anarchica, caotica, disumana, senza pietà, dove vivere è diventato un inferno da quando il Bene si chiama “male minore”, c’è bisogno di uomini e donne con lo sguardo aperto sulla realtà, che ripugnino il compromesso e promuovano le virtù e il bene tutto intero. Le sorti dell’Italia (dell’Europa, dell’Occidente) non si risolleveranno se non si riparte da dove il declino è iniziato, se non si riparte dall’unità e solidità della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; dalla promozione della cultura della vita e del senso di responsabilità; dal ripristino dell’ordine naturale delle cose.

Nessun partito politico, nessun governo, che non tenga conto di questa realtà, potrà 06 radici nichilistemai essere in grado di combattere la crisi e restaurare ricchezza e benessere. Non lo faranno di certo i politici cattolici pavidi e confusi, proni al compromesso con il vecchio copione stantio e funesto del “male minore”. Né vi riuscirà il movimento pentastellato del comico urlatore “tutti-a-casa!”, o il partito del boy scout rampante “ottanta-euro-in-busta-paga”, destinati entrambi a deludere i numerosi elettori che li hanno designati a novelli salvatori del Paese, essendo che affondano entrambi le loro radici nella medesima cultura nichilista, proprio quella cultura negatrice di ogni principio che sta portando le famiglie italiane alla rovina e il Paese Italia alla bancarotta. Una cultura arrogante e totalitaria, che vuole indottrinare i nostri figli all’indifferenza sessuale a partire dagli anni dell’asilo, e mandare in galera (legge Scalfarotto) chi difende la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Una cultura insulsa, che vuole giovani generazioni docili e rimbambite dalla droga libera di Stato, e risponde al loro anelito di “amore vero” propugnando preservativi e pillole per il sesso libero e “palestrato”. Una cultura mortifera, che ha permesso l’eliminazione di milioni di bambini non nati e brama l’eliminazione della malattia tramite la “dolce morte” del malato. Una cultura disgregante, che dopo aver abbattuto la cellula base della società, legifera per far sì che il suo sconquasso definitivo avvenga nel più breve tempo possibile. Una cultura umiliante, che non paga di aver disgregato la famiglia naturale feconda, e di aver reso irrilevante l’atto unitivo sessuale uomo/donna con la procreazione in provetta, ora vuole pure mortificare la famiglia equiparandola alle unioni gay, contro natura e sterili.

Può la cultura responsabile di tutto questo, salvarci da tutto questo? No, non può. Sarebbe come illudersi di curare gli alcolizzati somministrando loro alcolici o pensare di combattere l’obesità mangiando tutti i giorni dolci e alimenti grassi.

Certo, l’impresa non è facile, non si cambia dalla sera alla mattina una cultura ormai così profondamente radicata nel sentire comune, e in politica la questione del consenso purtroppo non aiuta. Tuttavia è anche vero che, se non si comincia mai perché il clima politico-culturale è sfavorevole, il clima politico-culturale non cambierà mai e rimarrà sfavorevole per sempre.

A young woman walking on the sand.

Allora, forse, quello che serve in questo particolare momento storico, è trovare persone disposte a iniziare il cammino, disposte a preparare la strada per chi verrà dopo di loro, persone coraggiose che non temano la persecuzione e la derisione, disposte a contrastare senza compromessi il pensiero unico dominante, politici liberi dalla schiavitù del consenso immediato, disposti a impegnarsi e a lavorare per un successo che forse non vedranno mai, perché appannaggio di chi raccoglierà il testimone dopo di loro.

Le grandi dittature ideologiche del Novecento sembravano invincibili, ma sono crollate; la caduta del comunismo era una cosa inimmaginabile, eppure è avvenuta; la tratta degli schiavi è andata avanti per duecento anni, poi la schiavitù è stata abolita. Cos’è che ha causato la fine di tutto ciò? Il fatto che non siano mai mancate persone che ne denunciassero con forza e chiarezza l’iniquità e la disumanità. Nel discorso ai partecipanti al convegno “Il diritto alla vita e l’Europa” del 18 dicembre 1987, Giovanni Paolo II disse:

“Non vi spaventi la difficoltà del compito. Non vi freni la constatazione di essere minoranza. La storia dell’Europa dimostra che non di rado i grandi salti qualitativi della sua cultura sono stati propiziati dalla testimonianza, spesso pagata col sacrificio personale, di solitari. La forza è nella verità stessa e non nel numero”.

La forza è nella verità. Verità è fedeltà alla realtà delle cose; è distinguere l’autentico dal falso; discernere il bene dal male, scegliere il primo e rifuggire il secondo. Scegliere il “male minore” significa abbandonare la strada della verità e imboccare la scorciatoia del compromesso e della menzogna, significa votarsi a sconfitta sicura e preparare la strada al trionfo totale del Male.

 

BIBLIOGRAFIA

“Sulla normalità del male”, Feltrinelli, marzo 2014. Libro allegato al DVD “Hannah Arendt” film di Margarethe Von Trotta, Ripley’s Film.

Eyal Weizman, “Il male minore”, Nottetempo, 2009, pp. 5, 33.

Il racconto “La tentazione” è tratto da “Solo il vento lo sa” di Bruno Ferrero, Elledici, Torino 1997, pp. 52, 53.

“Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II per la celebrazione della XXVIII giornata mondiale della pace”, 1 gennaio 2005, Libreria Editrice Vaticana, 2004.

Ernest Hello, “L’uomo”, Editore R. Carabba, Lanciano, 2008, pp. 17-20, 112, 113.

Giovanni Paolo II, “Lettera Enciclica Veritatis Splendor”, Libreria Editrice Vaticana, 1993, n. 80, 81.

Michele Aramini, “La Procreazione Assistita”, Paoline, Milano 1999, p. 171.

Antonio Socci, “Il genocidio censurato”, Piemme, Casale Monferrato 2006, p. 23.

“Dichiarazione del Pontificio Consiglio per la Famiglia sulla cosiddetta ‘riduzione embrionale’”, Cardinale Alfonso Lòpez Trujillo, Città Del Vaticano, 12 luglio 2000.

V. Baldini – G.M. Carbone, “Pillole che uccidono. Quello che nessuno ti dice sulla contraccezione”, Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 2006, pp. 48-50.

Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM), Dipartimento Politiche Antidroga (DPA), “Le ragioni del perché NO alla legalizzazione delle sostanze stupefacenti”, Roma, 1 novembre 2011.

“Discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti ad un convegno di studi su ‘Il diritto alla vita e l’Europa’”, 18 dicembre 1987, Libreria Editrice Vaticana, 1987.

 

FILMOGRAFIA

Rony Brauman & Eyal Sivan, “Uno specialista. Ritratto di un criminale moderno”, Istituto Luce. Film ispirato dal libro “La banalità del male” di Hannah Arendt e integralmente realizzato con le immagini del processo Eichmann, registrate nel 1961 a Gerusalemme da Leo Hurwitz.

Margarethe Von Trotta, “Hannah Arendt”, Ripley’s Film, La Effe Film Festival, Feltrinelli, marzo 2014.

 

ARTICOLI E STUDI

Marco Belpoliti, “E liberaci dal male minore”, La Stampa, 28 agosto 2009.

Oddone Camerana, “Se non rompi le regole non ti danno retta”, L’Osservatore Romano, 24 ottobre 2009.

Fraternità Sacerdotale San Pio X, “Il male minore”, (articoli: fede e morale), www.sanpiox.it.

Lorenzo Schoepflin, “Come Gosnell eliminava i ‘poveri’ fin dalla nascita”, La nuova Bussola Quotidiana, 8 novembre 2013, www.lanuovabq.it.

“‘Sono fiero di quel che ho fatto’. Così parla Gosnell, boia e guru degli aborti”, Il Foglio, 23 ottobre 2013.

Benedetta Frigerio, “Ivg. Il ‘diritto’ che ci ha reso barbari”, Tempi n. 24, 23 giugno 2010.

Marisa Orecchia, “Legge 40, cambiarla non abrogarla”, La nuova Bussola Quotidiana, 2 gennaio 2013, www.lanuovabq.it.

Mario Palmaro, “Le derive proporzionaliste e la sindrome del ‘male minore’”, Comitato Verità e Vita, 21 novembre 2012, www.comitatoveritaevita.it.

Simona Ravizza – Monica Ricci Sargentini, “Fecondazione: si torna a congelare embrioni”, Corriere della Sera, 7 settembre 2007.

Massimo Micaletti, “Non c’è male peggiore del male minore”, Comitato Verità e Vita, 29 aprile 2011, www.comitatoveritaevita.it.

Francesco Agnoli, “Fermate Maurizio Paniz e il divorzio breve”, Libertà e Persona, 24 febbraio 2012, www.libertaepersona.org.

Massimiliano Fiorin, “Bloccare la fabbrica dei divorzi”, Avvenire, 19 ottobre 2012.

“Sindromi emergenti nella conflittualità legale da separazione genitoriale”, Dal “3° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza” (a cura di Eurispes e Telefono Azzurro), www.claudio-rise.it/sindromi.htm.

Antonio Gaspari, “Un avvocato denuncia la fabbrica dei divorzi”, www.zenit.org, 21 ottobre 2008, www.zenit.org/article-15857?l=italian.

Father John Flynn, LC, “Divorce and children: new study confirms irreparable harm”, www.zenit.org, 10 febbraio 2012, www.zenit.org/article-34281?l=english.

Laura Arosio, “Le separazioni degli over 60 in Italia”, www.neodemos.it, 13 gennaio 2010.

S. Cecchi, P. Beffa Negrini, “Il divorzio tardivo: una realtà sconosciuta ed in espansione”, 2005, Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, www.sigg.it/public/doc/GIORNALEART/609.pdf.

Tommaso Scandroglio, “Divorzio breve, immediata infelicità”, La nuova Bussola Quotidiana, 4 aprile 2014, www.lanuovabq.it.

“Pillola anticoncezionale, alle francesi ora fa paura”, Il Secolo XIX, 7 maggio 2013.

Nicoletta Tiliacos, “Allarme Pillola”, Il Foglio, 12 gennaio 2013.

Cesare Capone – Edoardo Stucchi, “Sesso forte sempre più a corto di seme”, Corriere della Sera, 3 marzo 1997.

Kathleen Gilbert, “Surgeon: birth control pill a ‘molotov cocktail’ for breast cancer”, www.lifesitenews.com, 6 dicembre 2010.

Antonio Gaspari, “Su preservativi e Aids, il Lancet ha la memoria corta”, www.zenit.org, 30 marzo 2009, www.zenit.org/article-17735?l=italian.

Tommaso Scandroglio, “Il ‘sesso sicuro’ aumenta le malattie veneree”, La Bussola Quotidiana, 28 giugno 2011, www.labussolaquotidiana.it.

J.P.M. Lelkens, “Aids: il preservativo non preserva. Documentazione di una truffa”, Studi cattolici n. 405, novembre 1994.

Antonio Gaspari, “La contraccezione favorisce l’abortività”, www.zenit.org, 10 ottobre 2012, www.zenit.org/article-33097?l=italian.

Barbara Gallavotti, “Papilloma Virus: quel vaccino va fatto anche ai gay”, Panorama, 2 luglio 2012.

Francesco Capolicchio, “Infertilità maschile in aumento a causa delle infezioni batteriche”, www.121doc.it, 8 febbraio 2012.

Matteo Donadoni, “San Francisco: condom gratuiti dal 1997 ma le malattie crescono”, www.uccronline.it, 9 marzo 2012.

“Thirty years after AIDS discovery, appreciation growing for Catholic approach”, www.heraldmalaysia.com, 6 giugno 2011.

Steven Ertelt, “Study: abortions double in Spain despite increased contraception”, www.lifenews.com, 1 marzo 2011.

Renzo Puccetti, “L’educazione sessuale favorisce o limita aborti e malattie?”, www.zenit.org, 16 gennaio 2011.

Luca Pavani, “Il prof. Paton: ‘i contraccettivi aumentano i comportamenti a rischio’”, www.uccronline.it, 2 aprile 2012.

Letizia Magnani, “Boom di malattie sessuali. Usate sempre il profilattico”, La Repubblica, 15 marzo 2011.

“Sterilità maschile in aumento al via la campagna di controlli”, La Repubblica, 15 marzo 2011.

“Bersani: ‘Basta con il Far West, serve una legge per le unioni civili’”, www.corriere.it, 8 giugno 2012.

Riccardo Cascioli, “Partito Omosessualista Clericale”, La nuova Bussola Quotidiana, 23 aprile 2013, www.lanuovabq.it.

Gianfranco Amato, “Unioni gay: hanno già tutti i diritti”, La nuova Bussola Quotidiana, 30 aprile 2013, www.lanuovabq.it.

Mario Palmaro, “I cattolici e quel buchino nella diga”, La nuova Bussola Quotidiana, 1 maggio 2013, www.lanuovabq.it.

Benedetta Frigerio, “Le unioni gay di Renzi sono un vero e proprio matrimonio e sono più tutelate di quelle etero. ‘Sovversione del nostro ordinamento’”, Tempi, 30 giugno 2014.

Massimo Introvigne, “Adozioni per i gay: tutte le trappole della Cirinnà”, La nuova Bussola Quotidiana, 8 giugno 2015, www.lanuovabq.it.

Marco Tarquinio, “Unioni gay: via le ipocrisie ma capiamo il nodo”, Avvenire, 14 luglio 2015.

Massimo Introvigne, “Irlanda, referendum a carte truccate”, La nuova Bussola Quotidiana, 24 maggio 2015, www.lanuovabq.it.

Riccardo Cascioli, “Chi vuole il compromesso sulla Cirinnà”, La nuova Bussola Quotidiana, 11 luglio 2015, www.lanuovabq.it.

Riccardo Cascioli, “Buona Scuola, Cirinnà e le manovre di Galantino”, La nuova Bussola Quotidiana, 7 luglio 2015, www.lanuovabq.it.

“Mons. Paglia: ‘Su unioni gay, battaglia radicale per evitare la Babele delle famiglie’”, www.adnkronos.com, 3 giugno 2015.

Massimo Introvigne, “Nozze gay, primo sì. Negli Usa vince la tecnocrazia”, La nuova Bussola Quotidiana, 27 giugno 2015, www.lanuovabq.it.

“Outrage as Australian judge says incest, pedophilia ‘may be accepted’ by society”, www.rt.com, 11 luglio 2014.

Lorenzo Schoepflin, “L’ultima follia dei nuovi diritti: la libertà di incesto”, La nuova Bussola Quotidiana, 24 ottobre 2014, www.lanuovabq.it.

Elena Molinari, “Usa, ora anche i poligami pretendono le ‘nozze’”, Avvenire, 7 luglio 2015.

Michael James, “Risk gay marriage would increase homosexuality”, www.3aw.com.au, 14 maggio 2012.

“Homosexual parenting: is it time for change?”, American College of Pediatricians, marzo 2012, www.acpeds.org.

Antonio Giuliano, “Bimbi con due padri, ecco perché no”, La Bussola Quotidiana, 25 maggio 2011, www.labussolaquotidiana.it.

“Homosexual parenting studies are flawed, report says”, www.foxnews.com, 18 luglio 2001.

Benedetta Frigerio, “Uno studio sui figli dei gay mette in crisi l’America dell’indifferenza sessuale”, www.tempi.it, 28 giugno 2012.

Benedetta Frigerio, “I dati sui figli dei gay sono veri. ‘Non dirlo è andare contro l’evidenza’”, www.tempi.it, 10 luglio 2012.

Keith Ablow, “Study finds host of challenges for kids of gay parents”, www.foxnews.com, 12 giugno 2012;

“Lo psichiatra Ablow: ‘approvo lo studio sui disturbi dei figli dei gay, ma temo di dirlo’”, www.uccronline.it, 14 luglio 2012.

Amelia Elia, “Nessun effetto terapeutico. Sbagliato illudere i malati”, Avvenire, 2 febbraio 2013.

“In Arizona si mette in discussione la legge da poco approvata sulla Cannabis”, www.osservatoriodroga.it.

Damiano Iovino, “Lo spinello divora il cervello”, Panorama, 27 settembre 2012.

Jonathan Owen, “Cannabis: An apology”, www.independent.co.uk, 18 marzo 2007.

Renato Pierri, “L’eutanasia risponde al comandamento dell’amore per il prossimo”, Oggi, 26 aprile 2011.

“Il dramma dell’eutanasia anche la morte è sacra”, Il Nuovo Giornale, Diocesi di Piacenza-Bobbio, pubblicazione n. 5 del 9 febbraio 2001.

Marco Maltoni, “Il testamento biologico. Living Will”, Journal of Medicine and the Person, settembre 2007, Volume 5, Issue 3.

Charlie Butts, “Research: Assisted suicide increases other suicides”, www.onenewsnow.com, 31 ottobre 2012.

Adam Beaumont, “La Svizzera criticata per la passività rispetto al suicidio”, www.swissinfo.ch, 10 settembre 2007.

Peter Baklinski, “Slippery slope: ‘loneliness’, ‘fatigue’ now criteria for euthanasia in Netherlands”, www.lifesitenews.com, 24 ottobre 2011.

Gian Luigi Gigli, “Sedazione: basta con gli equivoci”, Avvenire, 27 settembre 2012.

Gian Luigi Gigli, “Così si seda l’informazione (e l’eutanasia non fa più paura)”, Avvenire, 18 luglio 2012.

Rita L. Marker, “Assisted Suicide & Death with Dignity: Past, Present & Future”, Part I, www.patientsrightscouncil.org/site/rpt2005-part1.

Jonathan Petre, “Outrage as ‘Dr Death’ offers euthanasia tours of ‘inspiring’ Auschwitz: Claims the visit will ‘clarify confusion’ about dying”, www.dailymail.co.uk, 12 luglio 2014.

Renzo Puccetti, “A 40 anni dal primo testamento biologico, è ancora eutanasia”, www.zenit.org, 8 novembre 2009, www.zenit.org/article-20230?l=italian.

Giovanni Battista Guizzetti, “DAT, un focus su idratazione e alimentazione”, blog Scienza & Vita, 29 luglio 2011.

Gian Luigi Gigli, “Il ‘migliore interesse’ (E l’etica è sovvertita)”, Avvenire, 8 marzo 2012.

Bill Beckman, “Part II How a Living Will can bring about your premature death”, rffm.typepad.com, 12 agosto 2008.

Cécile Prieur, “Trois ans après la loi sur la fin de vie, les limites du ‘laisser mourir’”, Le Monde, 18 aprile 2008.

Eva Maria Martin Azcano, “Normativa spagnola sul consenso informato e sulle dichiarazioni anticipate di trattamento”, 18 giugno 2012, www.uilpadirigentiministeriali.com.

Viviana Daloiso, “”Biotestamento online, il nuovo ‘strappo’ dei radicali”, Avvenire, 16 maggio 2012.

Mariolina Iossa, “Molto meglio non fare una regola. Ma approvarla era il male minore”, Corriere della Sera, 13 luglio 2011.

Vinicio Albanesi, Dino Boffo, Paolo Bustaffa, Francesco D’Agostino, Giuseppe Dalla Torre, Stefano De Martis, Assuntina Morresi, Lorenzo Ornaghi, Antonio Sciortino, Antonio Socci, Marco Tarquinio, Francesco Zanotti, “Sì, torniamo alla legge”, Avvenire, 12 marzo 2011.

Sue Reid – Simon Caldwell, “Now sick babies go on death pathway: Doctor’s haunting testimony reveals how children are put on end-of-life plan”, www.dailymail.co.uk, 28 novembre 2012.

“Eutanasia, tentazione globale”, Avvenire, 8 marzo 2011.

Guido Vignelli, “Il ‘testamento biologico’, anticamera dell’eutanasia”, Radici Cristiane n. 21, gennaio 2007, www.radicicristiane.it.

“Manifesto-appello Contro la legge sul testamento biologico Contro ogni eutanasia”, Comitato Verità e Vita, 11 gennaio 2010, www.comitatoveritaevita.it.

“Testamento Biologico: una legge che apre le porte all’eutanasia”, Comitato Verità e Vita, Comunicato Stampa n. 115, 15 luglio 2011, www.comitatoveritaevita.it.

Riccardo Cascioli, “La crisi? È cominciata con il divorzio”, La nuova Bussola Quotidiana, 13 maggio 2014, www.lanuovabq.it.

Ettore Gotti Tedeschi, “La denatalità alla base della crisi economica”, www.zenit.org, 3 giugno 2010.

Francesco Agnoli, “Te la do io la contraccezione”, La Bussola Quotidiana, 29 aprile 2011, www.labussolaquotidiana.it.

 

IL SAGGIO COMPLETO E’ DISPONIBILE ANCHE QUI

 

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

tredici + 17 =