La traversata del lago

 

 

Silenzio. Acqua. L’imbarcazione. Non tirava un alito di vento. Il lago liscio e immobile … La luna si

specchiava da mezzo il cielo, il gorgoglio più lontano dell’acqua … e il tonfo misurato di quei due remi, che tagliavano la superficie azzurra del lago uscivano a un colpo, grondanti e si rituffavano.

Francesco Gonin, Promessi Sposi, 1840

Qui il capo di Lucia, coperto da un modesto velo; i lisci capelli, divisi, a destra e a sinistra, da una riga ordinata, incorniciavano il volto, mestamente fisso sul pelo dell’acqua … a pensare … a riandare con la memoria alla sua casa, sul profilo del monte, e, di lì, al palazzetto di Don Rodrigo, reo di aver interrotto il sogno della sua vita, umile e santa.

 

Indugia Lucia nel silenzio e si dà uno spazio lungo di meditazione, cullata dai remi, scavando nell’animo, verso la solitudine. Renzo, in piedi, le è discosto e la guarda con rispetto e preoccupazione. Separati già ora, e per quanto tempo?

Lucia alza gli occhi e recita come una preghiera : «Addio, monti, sorgenti dall’ acqua ed elevati al cielo … quanto triste è il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana …». E gli occhi di Lucia ridiventano fissi.

«Addio, casa natia, dove sedendo …». E gli occhi si abbassano, come per velare le lacrime del cuore, impotente …

«Addio, casa ancora straniera …». E il capo si reclina, di lato, in una vera passione, profonda e composta, simile al volto dell’Addolorata. E riprende: «In quella casa si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa». Qui, il volto di Renzo è tubato, cerca di intuire una via di uscita. Ma, Lucia, tra sé: «Addio chiesa, dove l’anima tornò tante volte serena …. cantando le lodi del Signore … dov’era promesso, preparato un rito, dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto …». Ed il suo capo, nella meditazione, continua chino, mentre, quello di Renzo è levato, in avanti.

«Addio …» e dagli occhi di Lucia, a destra e a sinistra, discendono due lacrime, ora, mute; due perle luminose. Ma, guarda dritto, di fronte, con volontà inattesa. E, poi, si piegano gli occhi, sbattono le palpebre …

L’ultima parola è ai remi, che vanno.

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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