Radio Maria tra i marosi

Un domenicano cade da cavallo

Domenica 30 ottobre c.a., Padre Giovanni Cavalcoli, dalle ore 18.00 alle ore 19.30, conduce

per Radio Maria la trasmissione mensile Corso per Catechisti. Da quanto scritto sul palinsesto, mi pare di capire si sia trattato della prima e, date le attuali decisioni, ultima trasmissione del religioso domenicano, teologo assai noto. Più sotto, riporterò il testo del dialogo telefonico “incriminato” da stampa, televisioni e da alcuni ecclesiastici sia in versione audio che stampa.

Preciso che il sito di Radio Maria ha conservato in archivio sia il testo che l’audio della telefonata e che sono entrambi consultabili. Non ho trovato, invece, traccia dell’intera trasmissione, mentre solitamente Radio Maria consente di ascoltare e “scaricare” le trasmissioni di sua proprietà, diversamente per quelle non proprie delle quali si limita a indicare il titolo e la data. Per capire cos asia veramente successo, forse, sarebbe utile poter ascoltare l’intera trasmissione.

 

La macchina masmediatica   turlupinatrice e inclemente

L’Espresso è stato il primo organo di stampa a riportare, ma quattro giorni dopo, cioè il 3 Novembre, la notizia secondo la quale Padre Cavalcoli avrebbe detto che “il terremoto è la punizione divina per la legge sulle unioni civili”– una semplificazione e falsificazione – poi subito ripresa e amplificata da tutti i media “che contano”,  Corriere, Repubblica, TG, diversi  giù, giù, fino al sito più sconosciuto; all’estero, se ne è occupata persino la BBC: “Vatican condemns radio station”, per esempio.

Fino a quel momento Radio Maria non aveva detto niente. Ma nel momento in cui è stato tirato in campo Padre Livio come autore della fantomatica affermazione, Radio Maria ha emesso un primo comunicato:

«La redazione di Radio Maria – si legge sul Sito– smentisce categoricamente che Padre Livio Fanzaga abbia pronunciato le parole attribuitegli riguardo “Il terremoto che sarebbe colpa delle unioni civili”. Fra l’altro il 30 ottobre, domenica, Padre Livio non aveva nessuna diretta su Radio Maria. L’espressioni riportate sono di un conduttore esterno, che le ha fatte a titolo personale, e che non rispecchiano assolutamente il pensiero dell’emittente a riguardo».

«Evidente l’imbarazzo per un “incidente” che rischia di far saltare delicati equilibri ecclesiali a danno dell’emittente. Imbarazzo tale che Radio Maria non tenta neanche di chiarire cosa abbia effettivamente detto Padre Cavalcoli, abbandonato, così, al suo destino. Ma l’intervento di monsignor Becciu, Sottosegretario della Segreteria di Stato della Santa Sede, dimostra che, «malgrado l’estrema abnegazione con cui padre Livio sostiene la linea pastorale del pontificato– fedele allo statuto dell’emittente –, a Roma ci sono molti che non amano Radio Maria e il rilancio dei messaggi di Medjugorje» commenta su La Bussola Riccardo Cascioli  il 05-11-2016.

 

Sospeso il teologo domenicano

L’esclusione da parte di Padre Livio del teologo domenicano Padre Giovanni Cavalcoli dal numero dei conduttori esterni pare sia giunta non appena e dopo che Mons. Becciu si pronuncia duramente contro il teologo.

La cosa che stupisce è che, se veramente fosse stato così grave quanto detto da Padre Cavalcoli, Padre Livio non l’abbia immediatamente sospeso. Ha avuto bisogno di tempo?, certo. Oppure Padre Livio non aveva ancora bene verificato quanto detto? Padre Livio seleziona in modo accurato i suoi collaboratori, tutti, non solo quelli stretti e non poteva essere all’oscuro delle posizioni teologiche del Padre Cavalcoli. Come interpretare la cosa? In più il comunicato della Radio attribuisce al Religioso parole che non ha detto e che gli sono state messe impropriamente in bocca dalla stampa. Come mai Padre Livio, esperto dei trabocchetti della stampa, in questo caso l’avvalla?

 

Mons. Becciu interviene

Leggiamo, poi, le parole di Mons. Becciu, Sottosegretario, il cui intervento da molti è stato ritenuto intervento del Vaticano. Ma le cose non stanno così, visto che la materia è competenza, eventualmente, della Congregazione per la Dottrina della Fede o, nel caso, della Congregazione per gli Istituti Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica. L’affermazione fatta da giornali, o, reti televisive che hanno denominato l’intervento come del Vaticano è almeno improprio. L’intervento di Sua Ecc. risulta “autorevole” in forza dei suoi incarichi, ma a riguardo di tale evento, a mio avviso, no, sul piano formale.

Cosa avrebbe detto Sua Ecc.? Affermazioni «datate al periodo precristiano e non rispondono alla teologia della Chiesa perché contrarie alla visione di Dio offertaci da Cristo. I terremotati ci perdonino, a loro solidarietà del Papa». «Cristo … ci ha rivelato il volto di Dio amore non di un Dio capriccioso e vendicativo. Questa – spiega – è una visione pagana, non cristiana». «Chi evoca il castigo divino ai microfoni di Radio Maria – afferma ancora mons. Becciu – offende lo stesso nome della Madonna che dai credenti è vista come la Madre misericordiosa che si china sui figli piangenti e terge le loro lacrime, soprattutto, in momenti terribili come quelli del terremoto».

 

Mons. Becciu si esprime su Radio Maria

«Radio Maria – aggiunge il presule – deve correggere i toni del suo linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato con passione da Papa Francesco specie nell’anno giubilare. Non possiamo non chiedere perdono ai nostri fratelli colpiti dalla tragedia del terremoto per essere stati additati come vittime dell’ira di Dio. Sappiano invece che hanno la simpatia, la solidarietà e il sostegno del Papa, della Chiesa, di chi ha un briciolo di cuore».

Parole forti, queste, che Sua Ecc. avrebbe detto non tanto su Padre Cavalcoli, ma su Radio Maria stessa. Solo un anno fa Papa Francesco, all’Udienza della Famiglia Mondiale di Radio Maria, nella Sala Clementina Giovedì, 29 ottobre 2015 si profuse, invece, in elogi ed incoraggiamenti, apprezzando sia i contenuti che i toni di Radio Maria. È importante riportare il testo del Santo Padre con nostre sottolineature, che evidenziano i passi salienti.

 

Le parole di Papa Francesco

Cari fratelli e sorelle,

saluto con affetto tutti voi … e ringrazio voi, dirigenti delle diverse emittenti, attive in circa settanta Paesi nei cinque continenti. Attraverso di voi, si rendono idealmente presenti qui i volti e i cuori dei vostri ascoltatori che, in misura crescente, apprezzano e seguono i programmi radiofonici di Radio Maria e la sostengono con il volontariato e le offerte.

Radio Maria, fin dalla sua nascita, si è proposta l’obiettivo di aiutare la Chiesa nell’opera di evangelizzazione; e di farlo nel modo suo proprio, cioè con la vicinanza alle preoccupazioni e ai drammi della gente, con parole di conforto e di speranza, frutto della fede e dell’impegno di solidarietà. Un obiettivo chiaro e alto, perseguito con determinazione e costanza, che ha saputo guadagnarsi attenzione e seguito non comuni. …

Il diffondersi di Radio Maria in tanti ambienti tra loro diversi per cultura, lingua e tradizioni, costituisce una buona notizia per tutti, perché dimostra che, quando si ha il coraggio di proporre contenuti di alto profilo a partire da una chiara appartenenza cristiana, l’iniziativa trova buona accoglienza oltre le migliori previsioni, a volte anche presso coloro che magari per la prima volta vengono in contatto con il messaggio evangelico. Questo non deve però troppo stupire, perché Maria, la Madre di Dio e Madre nostra, sotto il cui nome e la cui protezione è posta la vostra Radio, Lei sa trovare il modo per compiere, a partire da piccoli e umili inizi, grandi opere.

… Tutti coloro che ascoltano i vostri programmi radiofonici vi riconoscono come una Radio che dà ampio spazio alla preghiera, testimoniando che, quando ci si apre alla preghiera, si apre la porta, anzi la si spalanca, al Signore. Nel fare questo avete quale modello la Madonna. È necessario perciò amare con il cuore di Maria per vivere e sentire in sintonia con la Chiesa. Per questo vi incoraggio a coltivare sempre il “giardino interiore” della preghiera, dell’ascolto della Parola di Dio, e di avvalervi di buone letture approfondendo la vostra fede; in altre parole, facendo voi stessi ciò che proponete agli altri con i vostri programmi. Inoltre, abbiate sempre presente che voi donate qualcosa di grande e unico: la speranza cristiana, che è ben più di una semplice consolazione spirituale, perché si fonda sulla potenza della Risurrezione, testimoniata con la fede e le opere di carità. …

 

Avrebbe sbagliato un conduttore o Radio Maria?

Noto che un conto è dire che, in questo caso, un relatore abbia sbagliato, e non è il nostro caso, e un conto è affermare «Radio Maria deve correggere i toni del suo linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato con passione da Papa Francesco specie nell’anno giubilare …».

Ciò che conta, però, è che Padre Cavalcoli, né ha detto la frase incriminata, né il tono della sua voce poteva lasciar pensare qualcosa del genere, anzi, tutto il contrario, il che si può verificare ascoltando con attenzione.

Padre Giovanni Cavalcoli

 

Il testo di alcuni passaggi di Padre Cavalcoli

Rispondendo al radioascoltatore, il Padre precisava, tra l’altro, che «… Dal punto di vista teologico questi disastri sono una conseguenza del peccato originale, quindi si possono considerare veramente come castigo del peccato originale – anche se la parola non piace, ma io la dico lo stesso, è una parola biblica, non c’è nessun problema. Naturalmente bisogna intendere bene cosa si intende per “castigo” (A tal riguardo si legga l’articolo di Padre Cavalcoli Dio Castiga e usa misericordia in http://isoladipatmos.com/dio-castiga-e-usa-misericordia/, un poco lungo, ma la materia delicata lo esige).

Oh, poi un’ultima domanda che lei dice: ma non saranno un castigo divino per azioni commesse oggi nella nostra società? Questo è un discorso molto più delicato, eventualmente si può avere una qualche opinione, ma qui non si riesce a raggiungere una sicurezza … a meno che uno non abbia un’illuminazione divina. Io vi dico questo, una mia opinione personalissima. Mi ha profondamente colpito questa enorme disgrazia della distruzione della chiesa, che ricorda a Norcia, San Benedetto. Mi ha colpito molto, ripeto, non voglio trarre delle conclusioni, che rischierebbero quasi la superstizione, però vi confesso che mi ha molto colpito in questo senso … cioè: chi è stato Benedetto? Benedetto è il patrono d’Europa, è il padre della civiltà cristiana europea. Oggi, ormai, i più grandi studiosi non solo cattolici, ma anche laici, stanno constatando una gravissima crisi nell’Europa; … Eeeh … vedete un po’, insomma … certo si ha l’impressione che queste offese che si recano alla legge divina, pensate alla dignità della famiglia, alla dignità del matrimonio, alla stessa dignità dell’unione sessuale, al limite, no? Vien fatto veramente di pensare che qui siamo davanti – chiamiamolo castigo divino – certamente è un richiamo molto forte della provvidenza, ma non tanto nel senso, non diciamo nel senso afflittivo, ma nel senso di richiamo alle coscienze, per ritrovare quelli che sono i principi della legge naturale».

 

Conseguenza del peccato universale e non di altro

Padre Cavalcoli, dunque, richiama i disastri come conseguenza del peccato originale e non le unioni civili. È importante, poi, la precisazione di Padre Cavalcoli: cosa si intenda per castigo e non rasentare la superstizione. Già queste due parole sarebbero sufficienti per mettere sulla giusta strada chi voglia capire. Ma non è sembrato vero al mondo ponendosi nella fattispecie come avversario della Chiesa, e subordinatamente a Radio Maria. Ma perché nel mondo dentro la Chiesa diversi pronunciamenti a prescindere dall’esame del testo del teologo? Perché attaccare qualcuno, consolare altri, -nel caso, i poveri terremotati- e attaccare l’emittente?

Se il Padre avesse detto che i terremotati venivano colpiti per un loro specifico peccato sarebbe stato fuori del Vangelo, pensiamo all’episodio e alle parole circa la Torre di Siloe: «O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Siloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13, 4-5). Gesù escludeva la connessione diretta tra colpa personale e disastro punitivo. Però, metteva sull’avviso di convertirsi perché poi non succedesse proprio così. Invece, il Padre Domenicano si riferiva ad un male, ad un disordine, che è entrato nel mondo modificando i rapporti con la natura, ormai sotto il governo –benché limitato- di Satana e non si riferiva ai peccati personali dei poveri terremotati, che, certo, anche loro sono peccatori, come il Papa. Come è facile stravolgere le parole di qualcuno e difficile cercare di rimediare!!

 

Cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica ai numeri 399-401?

399 La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale [Cf Rm 3,23 ]. Hanno paura di quel Dio [Cf Gen 3,9-10 ] di cui si son fatti una falsa immagine, quella cioè di un Dio geloso delle proprie prerogative [Cf Gen 3,5 ].

400 L’armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distrutta; la padronanza delle facoltà spirituali dell’anima sul corpo è infranta; [Cf Gen 3,7 ] l’unione dell’uomo e della donna è sottoposta a tensioni; [Cf Gen 3,11-13 ] i loro rapporti saranno segnati dalla concupiscenza e dalla tendenza all’asservimento [Cf Gen 3,16 ]. L’armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all’uomo [Cf Gen 3,17; Gen 3,19 ]. A causa dell’uomo, la creazione è “sottomessa alla caducità” ( Rm 8,20). Infine, la conseguenza esplicitamente annunziata nell’ipotesi della disobbedienza [Cf Gen 2,17 ] si realizzerà: l’uomo tornerà in polvere, quella polvere dalla quale è stato tratto [Cf Gen 3,19 ]. La morte entra nella storia dell’umanità [Cf Rm 5,12 ].

401 Dopo questo primo peccato, il mondo è inondato da una vera “invasione” del peccato: il fratricidio commesso da Caino contro Abele; [Cf Gen 4,3-15 ] la corruzione universale quale conseguenza del peccato; [Cf Gen 6,5; Gen 6,12; Rm 1,18-32 ] nella storia d’Israele, il peccato si manifesta frequentemente soprattutto come infedeltà al Dio dell’Alleanza e come trasgressione della Legge di Mosè; anche dopo la Redenzione di Cristo, fra i cristiani, il peccato si manifesta in svariati modi [Cf 1Cor 1-6; Ap 2-3 ]. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa richiamano continuamente la presenza e l’universalità del peccato nella storia dell’uomo:

Quel che ci viene manifestato dalla Rivelazione divina concorda con la stessa esperienza. Infatti, se l’uomo guarda dentro al suo cuore, si scopre anche inclinato al male e immerso in tante miserie che non possono certo derivare dal Creatore che è buono. Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l’uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 13].

Dopo queste citazioni del Magistero possiamo dire che stampa pilotata e dubbia teologia dovrebbero studiarsi il Catechismo, come ben ha detto Padre Cavalcoli.

 

Padre Livio: peccato e castigo

Ma Padre Livio, che è osservantissimo del Catechismo e del Magistero, del quale il Catechismo è parte integrante, cosa pensa su peccato e castigo?

Intanto, bisogna dire che nei giorni successivi al 30 ottobre, Padre Livio, intervenendo alla quotidiana trasmissione del mattino, eccetto che nei giorni festivi, più volte ha parlato dei terremotati con parole di estrema carità, attenzione, solidarietà, speranza, incoraggiamento. E che diamine! Ma si vuol fare apparire proprio Radio Maria insensibile? Ma sì, attaccatela sui soldi, se proprio ci tenete, tanto anche lì è un flop. Radio Maria si regge sulle offerte e contributi liberali. Agevolazioni eventuali sono a norma di legge, come per tutti i mezzi di informazione e formazione, questa è la verità!

Bene, Padre Livio parla spesso del tema del peccato e delle sue conseguenze e ne scrive a iosa, anche nei suoi numerosissimi libri, molto ben fondati teologicamente[1].

«… il peccato dell’Eden non va assolutamente minimizzato, né in se stesso, né nelle sue gravissime conseguenze sul genere umano. … Anche dopo il Diluvio la situazione non migliora. Neppure con l’elezione particolare del popolo d’Israele vi è un ritorno a Dio.

Qui Padre Livio invoca la conversione. La sequenza è: peccato, punizione, conversione auspicata e cita Mc 1, 15 Convertitevi e credete al vangelo. Gesù sarebbe venuto non nel momento più favorevole dell’umanità, «ma come un sole dall’alto, per rischiarare un mondo che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte (Lc 1, 79). Però, Gesù getta una luce nuova sulla vastità del male e ne rivela l’occulto regista (il demonio)[2] ».

È stata la stessa Regina della pace ad affermare di essere venuta a Medjugorje per realizzare ciò che aveva incominciato a Fatima. Si tratta di un unico piano di salvezza che va considerato nel suo svolgimento unitario»[3].

 

Il messaggio di Fatima

Qual era il messaggio insistente di Fatima? Pregare e fare penitenza, altrimenti la Russia avrebbe diffuso l’errore del comunismo in tutto il mondo e la guerra sarebbe durata a lungo (la prima guerra mondiale), viceversa, la guerra sarebbe finita presto. Dunque, anche in questo passaggio, Padre Livio stabilisce la connessione tra peccato in senso lato e peccato come diffusione di uno specifico errore, diffusione del comunismo come conseguenza negativa e flagello. Viceversa, preghiera e penitenza possono ottenere l’inversione di rotta, la riduzione della guerra (… castigo …), come conseguenza intrinseca agli atti di peccato. Non è forse per questo, oltre che per condurre una profonda vita cristiana, che a Medjugorje è sorto il modello di vita parrocchiale fatta di penitenza, digiuno e preghiera?

E in Satana nei messaggi di Medjugorje[4]: «La Madonna si era premurata subito di avvertire che la situazione era seria e che molto di quello che sarebbe accaduto dipendeva dalla preghiera (25-07-1991). Successivamente aveva affermato che la guerra (quella della Jugoslavia) durava così a lungo perché la gente non si impegnava a vivere i messaggi (25-10-1993). Infine aveva ringraziato perché con le preghiere i parrocchiani avevano aiutato a far sì che la guerra finisse il più presto possibile (25-02-1994).

Se alla parola guerra sostituissimo terremoto, cosa cambierebbe per i giornali? Nella sostanza, nulla!, benché non sia proprio la stessa cosa. A monte ci sarebbero comunque i peccati degli uomini, che siano o meno cristallizzati in una legge, in una struttura di peccato, -come diceva Papa Benedetto, e come, analogamente, ventilava quell’ascoltatore intervenuto alla trasmissione di Padre Cavalcoli-.

 

Domande rivolte a me stesso

E, allora, mi chiedo. Padre Livio ha deciso di sospendere Padre Cavalcoli per aver effettivamente detto, o perché si diceva e scriveva che avesse detto? Non lo so. Padre Livio sembra non abbia lasciato consistenti dichiarazioni radiofoniche o scritte, a parte il primo comunicato di dissociazione dalle parole del religioso ed il secondo, che annunciava la sospensione della trasmissione. Probabilmente padre Livio è stato fortemente condizionato dalle circostanze.

Ho provato a cercare notizie in rete ed ho verificato le registrazioni delle trasmissioni mattutine di Padre Livio, dal titolo Lettura cristiana della cronaca e della storia, dalla data della conversazione di Padre Cavalcoli all’8 novembre, ma non ho trovato menzione alcuna, né spiegazioni, né accenni, a meno che non sia stato io incapace di cercare. Da un lato è un bene, perché è inutile alimentare polemiche, ma, dall’altro lato, è un bene per Radio Maria aver obbedito ad un così forte condizionamento? Non può costituire un precedente? E poi, non è doloroso che Padre Cavalcoli sia stato di fatto censurato, al di là delle intenzioni, pur essendo in accordo con le tesi di Radio Maria?

 

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[1] Se i testi di Padre Livio fossero corredati da note, cosa che il Padre non fa per non appesantirli e confermare la sua predilezione per i semplici, salterebbe all’occhio ancora di più la loro fondatezza e pregio spesso originale.

[2] Fanzaga L., Il Falsario, Sugarco, Milano 200813, 42-43.

[3] Fanzaga L., La Donna e il Drago, Sugarco, Milano 20026 , 110.

[4] Fanzaga L., Satana nei messaggi di Medjugorje, Sugarco, Milano 20062 , 70.

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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