Fidel Castro e la Chiesa

Castro una volta al potere, nel 1959, ha cercato in ogni modo di sradicare il cristianesimo dal suo popolo. Eppure era cresciuto studiando presso istituti religiosi, a cui i suoi genitori lo avevano iscritto anche grazie al costo modesto e accessibile. Dichiarò lui stesso: “Questo era possibile perché i preti non erano stipendiati. Ricevevano soltanto il vitto e vivevano con grande austerità…Austeri, serissimi, pronti al sacrificio e lavoratori indefessi, i gesuiti prestavano servizio gratuitamente, e in questo modo tagliavano le spese”. Ancora: “lo spirito di sacrificio e l’austerità dei gesuiti, la vita che conducevano, il loro lavoro e il loro  impegno facevano sì che la scuola fosse accessibile a quel prezzo…Tutti quei gesuiti erano di destra. Alcuni di loro erano ovviamente persone di buon cuore che esprimevano la loro solidarietà verso altre persone; sotto certi aspetti erano irreprensibili”. Inoltre “apprezzavano il carattere, la rettitudine, l’onestà, il coraggio e la capacità di sacrificio….”.

Ma io, aggiungeva Castro, “non ho mai avuto davvero una convinzione religiosa o una fede religiosa. A scuola nessuno mai è riuscito ad instillarmele….”; ho invece, aggiungeva, una fede politica che mi rende un “uomo pieno di fiducia e ottimismo[1].

Una volta al potere, Castro tenta di distruggere in tutti i modi la fede cattolica, flirtando con i teologi della liberazione, appoggiando la massoneria e il culto afro-americano della Santeria e creando una sorta di mitizzazione della propria figura e di quella del Che. Riguardo a quest’ultimo, infatti, la dura bellezza del suo volto, e la sua morte “eroica”, con le armi in pugno, saranno utilizzati dal regime e dai comunisti di mezzo mondo, per creare una sorta di icona, un “Cristo laico”, il Che appunto, presentato come un eroe giusto, buono e capace di morire per i suoi ideali. Qualcosa di ben diverso da quello che fu in realtà il Che: uno spietato, freddo, sanguinario comunista, disposto a distruggere tutto ciò che si opponesse ai suoi disegni e alla sua visione ideologica.

Ma tutto ciò, senza l’esito sperato. Scrive infatti nel dicembre 2010 la blogger cubana Yoani Sanchez: “Nell’isola che un tempo proibì le pratiche religiose per decreto molti cubani hanno rinforzato la loro fede”. Hanno dovuto nascondersi, sono stati esclusi dalla politica, hanno temuto di celebrare il Natale, sono stati educati all’ateismo scientifico, ma con successo solo parziale: “A scuola ci ripetevano che “la religione è l’oppio dei popoli”, ma anche i discorsi politici avevano una liturgia, prevedevano una prova di fede e una dedizione disinteressata a un “messia” che pure lui portava la barba e che pretendeva da noi sacrificio e devozione totale”.

Ancora: “Nessuno osa dire chi è responsabile di aver creato un soggetto (il cubano di oggi, ndr) indolente e senza personalità, senza vocazione e obiettivi, dissoluto e amorale, disinteressato al lavoro e senza alcuna aspirazione al benessere, irrispettoso delle leggi, privo di sogni e ideali. Questo tipo d’uomo è il prodotto del prolungato ateismo forzato… È un essere che non crede in niente, neppure in se stesso. Dalle sue ceneri risorge oggi la religione e persino noi che abbiamo perduto la fede lungo il cammino, vorremmo ritrovare la speranza per poter chiedere senza paura che durante questo Natale accada un miracolo[2].

Da: “Il secolo senza croce“, SugarCo, Milano, 2011


[1] F. Castro, “Prima della rivoluzione, memorie di un giovane Lìder”, Minimum fax, 2005.

[2] El comercio, Perù, 19/12/2010.

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

7 pensieri riguardo “Fidel Castro e la Chiesa”

  1. “Nessuno osa dire chi è responsabile di aver creato un soggetto (il cubano di oggi, ndr) indolente e senza personalità, senza vocazione e obiettivi, dissoluto e amorale, disinteressato al lavoro e senza alcuna aspirazione al benessere, irrispettoso delle leggi, privo di sogni e ideali. Questo tipo d’uomo è il prodotto del prolungato ateismo forzato… È un essere che non crede in niente, neppure in se stesso.

    e vogliono fare del mondo una grande e immensa cuba.

  2. salve
    in Europa ci sono riusciti con la UE, riedizione dell’URSS…
    saluti
    Piero e famiglia

  3. Ah, che nostalgia di Fulgencio Batista, quando Cuba era il bordello degli Stati Uniti…. Bravo Agnoli, bravissimo.

    Matteo

  4. Caro Matteo, si tratta di un estratto di un libro, in cui si parla solo del rapporto tra Castro e la chiesa. Il tuo commento è dunque inappropriato. Anche perchè, nel libro, si parla non certamente bene di Batista. L’idea che una dittatura vada sostituita con un ‘altra sarà forse tua, ma non fu quella di buona parte dei rivoluzionari cubani, che volero rovesciare Batista ma non pensavano, appunto, ad una dittatura. Per questo Castro, una volta al potere, fece eliminare moltissimi dei suoi stessi compagni di lotta, che sostenevano che Castro si fosse impadronito di qualcosa che non era suo. Quanto poi a Cuba bordello degli Usa, è vero. Mai nè qui nè nel libro approvo le politiche Usa in America Latina. Anzi! La xcausa dell’avvento di castro è anche loro. Detto ciò, un dissidente cubano scrive giustamente: “con Batista eravamo il bordello degli usa, ora siamo il bordello del mondo”.

  5. caro Alvaro,

    a cuba credo che non si possa acquistare piu’ di una macchina a vita nel senso che quella che ti compri e’ quella con cui crepi….quindi e’ meglio farsele durare!!! il dato pero’ e’ da confermare ….

  6. e poi caro matteo scusa ma….. che noia!!! non ti sta nemmeno bene criticare castro,polemizzando su chi c’era prima. una dittatura e’ una dittatura e ora a cuba c’e’ castro. e il dittatore che ha ridotto alla fame il paese e’ lui e non altri. mi sembra sempre piu’ che qualsisi cosa scriva il sito tu non sia d’accordo per partito preso e spirito di contraddizione. la russia da sola sotto il comunismo h fatto fuori 70 miloni di persone fra ebrei cattolici e ortodossi…..senza contare la cina e le altre dittature laical -ateo comuniste. sara’ arrivao il momento che siate voi,ops, volevo dire loro a smetterla e a fare ammenda col capo cosparso di cenere. o ancora ti fai imbambolare dala balla che questi lo hanno fatto per il popolo e quindi sono giustificati? ti ricordo che anche hitler e mussolini erano socialisti e anticlericli come i loro frammassoni compagni comunisti? io dico che la pseudomorale laica(atea ) di sinistra che ancor sopravvive e’ la rovina del mondo attuale e voi,ops , loro ancora gli date spago anzi la sposate, ops , sposano come se fosse la panacea di tutti i mali. che strazio!!! basta col fare la morale ai cattolici…….basta! guardate in casa vostra che fra aborto divorzio fecondazione e tutto il resto della mondezza rovinate il mondo. sono certo che tu sia contro tutte queste cose pero’ da laico dici che chi vuole puo’ farle…….bella fesseria. cosi’ ammetti solo che il credo cattolco non conta una mazza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

16 + dieci =