PERCHÉ QUALCUNO VUOLE SCREDITARE SANTA MADRE TERESA DI CALCUTTA e il messaggio del significato salvifico della sofferenza?

Fotografia riportata dall’articolo in questione

 

Su http://it.blastingnews.com/ dell’ 11 settembre 2016, a firma del chirurgo Emidio Melis (esperto di cronaca, è detto), è pubblicato l’articolo Madre Teresa di Calcutta è ora Santa, ma nessuno sapeva che forse era un Diavolo. Un’intervista che mette in evidenza l’etica della sofferenza rivela i lati più ‘disturbati’ di Madre Teresa, la suora fatta santa il 4 settembre.

Nemmeno a farlo apposta, in risalto, la frase: «Condividi questa news e guadagna. Diventa un Social Blaster!» ...

 “Madre Teresa di Calcutta diventata Santa; lo era anche in Terra o era un diavolo?”

Con delicatezza, quasi scusandosi con i lettori l’autore dell’articolo, l’ “esperto di cronaca” suggerisce che Madre Teresa e le suore a lei legate perseguitassero a tutti i costi le consorelle e tutti gli ammalati che ‘sfortunatamente’ capitavano tra le mura delle case della Carità. Ma vediamo cosa viene raccontato contro di lei (articolo sulle amicizie di potenti corrotti) -continua- e analizziamo con cura le motivazioni; solo dopo potremo dire la nostra opinione in merito a tutta la vicenda.

La Santa viene accusata di integralismo religioso che «pur di ‘abbracciare’ le sofferenze che diceva “portano ad avvicinarsi a Dio”, decise di mettere da parte ogni forma etica che preservava qualsiasi facciata di perbenismo, consapevole che per produrre del bene in terra, fosse estremamente necessario avvicinarsi fortemente al male. … Quello che sappiamo di Madre Teresa, è che i malati li accoglieva nelle sue ‘case della carità’ non per curarne le sofferenze, ma per accompagnarli verso la morte servendosi della seguente disciplina presa a esempio dalla sofferenza di Gesù: “Amate la vostra sofferenza poiché questa avvicina alla Croce”. Malgrado le tante donazioni che venivano fatte alla Missionaria della Carità di Calcutta, lei non transigeva e lasciava che i luoghi ospitanti malati e bisognosi, fossero carenti di igiene, con assenza di medici e personale infermieristico specializzato, utilizzava al minimo farmaci e antidolorifici che necessitavano ai malati e gli aghi erano utilizzati su diversi pazienti perché il loro percorso era comunque alla fine. “Non c’è tempo, non è importante” dicevano le suore, esemplari devote delle leggi di Madre Teresa di Calcutta, che risplendeva della luce del dolore di tante vittime perché viveva con loro.

E la domanda finale: È Santa o Diavolo chi chiede a un moribondo di morire male, solo per appagare la propria spiritualità? Da vari racconti sulla sua vita, si evince che la povertà, sua e degli altri, le fosse stranamente necessaria per vivere».

Madre Teresa raccoglieva dalla strada persone che sarebbero morte poche ore dopo senza alcun conforto umano e spirituale. Dava loro una brandina nei suoi ricoveri, la mano per stringere la loro e farli sentire un poco amati. Un poco di acqua o di cibo, quando potevano reggerlo. Ma con tutti quei soldi che lo “scrittore” dice arrivassero a Madre Teresa, spesso non c’era, e non c’è, cibo a sufficienza nemmeno per le suore!

Ora, a parte la necessità di appurare quanto sostenuto dal chirurgo ‘esperto” di cronaca, va detto che Madre Teresa e le sue suore sanno che in punto di morte alleviare la sofferenza fisica è importante, ma non è tutto. Molto importante è anche far riscoprire alle persone la dignità di uomini nel morire, nell’agonia, che è un combattimento spirituale nel quale è di mezzo la salvezza o la perdizione. Certo, oggi, anche molti cristiani sembrano averlo dimenticato. Ritengono che la cosa migliore sia morire senza sofferenze. Certo le sofferenze vanno lenite, ma che dire delle terapie del dolore che alleviano il dolore fisico, ma isolano dalla relazione con chi è vicino, ti ama e ti consola e ti dà forza con la sua presenza?

Certo, nessuna suora gode della sofferenza di un altro, ma insieme alla sofferenza fisica si preoccupa di quella eterna, che non può essere anestetizzata. Con questa anche un chirurgo dovrà fare i conti, sperando che riesca a chiuderli più che in pareggio, grazie all’opera di servizio proprio ai malati.

Ovviamente, ciascuno può considerare la sofferenza secondo il proprio modo di vedere, ma come non vedere la sincerità delle suore nell’opera da loro svolta? Ed è proprio la loro sincerità che viene messa in dubbio, tanto è vero che si accusa la Madre di aver intrattenuto relazioni con persone corrotte. Questo chirurgo che scrive non tiene conto dell’opera missionaria verso di loro, ma gli sta bene l’accostamento del suo articolo a «Condividi questa news e guadagna. Diventa un Social Blaster!». Valutate voi!

 

 

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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