Una Chiesa sempre più divisa

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La Chiesa della Misericordia continua a colpire. Ricordate i Francescani dell’Immacolata di Padre Stefano Manelli? Ordine fiorente, centinaia di frati e di suore, benvoluto da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI. Alcuni anni orsono è inziata l’opera di demolizione, canonica e mediatica. Su Manelli si è detto di tutto, ogni accusa è stata rilanciata da giornalisti compiacenti legati alla Curia, ma sino ad ora non si è visto nulla di concreto.

Soltanto un ordine distrutto:

centinaia di religiosi perseguitati dalla Chiesa cui hanno dato la loro vita. Senza che Francesco avesse un’ora da dedicare ad un incontro privato, chiesto, invocato, da padre Stefano Manelli e da alcuni cardinali amici del frate e, sino all’epoca di Benedetto, molto ascoltati. C’è tempo per incontrare Scalfari, Benigni, Di Caprio… per scrivere e telefonare a Bonino, Pannella… ma per un fondatore di un ordine religioso, no.

La Chiesa di oggi è profondamente divisa: applaudita dai media, ma lacerata interiormente.

Si parla di sinodalità ad ogni piè sospinto, ma le Congregazioni sono state svuotate di qualsiasi potere. La Congregazione dei vescovi, guidata dal cardinal Oullet, è un organismo del tutto inutile: i vescovi italiani vengono scelti da un ristretto gruppo di persone (Galantino, padre Spadaro…), ben attento ad individuare vescovi quasi sempre in profonda discontinuità. La Congregazione per la dottrina della fede è vista come un impiccio, e il cardinal Mueller sembra già destinato a Magonza.

Il Sinodo sulla famiglia, come ha confessato pubblicamente da mons. Bruno Forte, aveva un finale già scritto.

Sul fronte laico, mons. Galantino, dopo aver di fatto emerginato il cardinal Bagnasco, ha messo il bavero a tutte le associazioni laicali: per questo nè Forum delle Famiglie, nè Scienza & Vita, nè Movimento per la Vita, un tempo sempre in prima linea nella difesa della famiglia, hanno potuto aderire al Family day, in patente contrasto con le loro stesse finalità.

Si potrebbe continuare a lungo, ma basti un ultimo fatto: il nuovo arcivescovo di Malines-Bruxelles, monsignor Jozef De Kesel, scelto nonostante la sua candidatura fosse stata respinta in passato da Benedetto XVI,ha deciso in questi giorni, in un paese senza vocazioni, di smobilitare ciò che il suo predecessore aveva appoggiato e benedetto, cioè la Fraternità dei Santi apostoli, opera sacerdotale che in piena crisi di vocazioni ha attirato in soli tre anni 27 membri, sei sacerdoti e 21 seminaristi.

Qui la notizia: http://www.tempi.it/chiesa-di-bruxelles-vuole-privarsi-dei-frutti-magnifici-della-fraternita-dei-santi-apostoli#.V2ZX96Iw671

Più che mai la speranza è nei laici battezzati, che come in Italia, o in Belgio, si muovono e non perdono la speranza.

 

Per De Kesel: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-belgio-spagna-italia-nuovi-vescovi-tendenza-francesco-14324.htm

 

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