Come mai con Matteo Renzi non si è parlato di famiglia?, ha chiesto un giornalista di Repubblica al dominus del Meeting, Giorgio Vittadini.
“Non mi sembrano questi i temi centrali del Meeting“, ha riposto Vittadini.
Ma è davvero possibile parlare di società, di Stato, di politica, di imprese (familiari) senza parlare di famiglia?
La disgregazione attuale non è anche figlia della disintegrazione della famiglia?
Le notizie di oggi confermano: è corsa al divorzio breve. E’ corsa alla disintegrazione dell’umano. Non si riesce più a stare con la moglie o il marito; non si riesce più ad anteporre la felicità altrui, ad esempio quella dei figli, alla presunta libertà propria.
E le leggi cattive danno il là al nichilismo, alle tendenze autodistruttive, che trovavano ancora qualche limite, per quanto fragile.
Dal Corriere della Sera di oggi:
È corsa al divorzio, da quando lo scorso 26 maggio quello breve è diventato legge. In soli due mesi sarebbero state firmate 50 mila pratiche, secondo la stima dell’Associazione matrimonialisti italiani (Ami) riportata dal quotidiano «Italia Oggi», ed entro Natale se ne potrebbero contare almeno altre 50 mila. L’effetto valanga, che in teoria potrebbe essere anche più dirompente, visto che in questo momento sono 250 mila le coppie di separati che potrebbero decidere di accedere subito al divorzio breve, con pesanti ripercussioni sui tribunali, è dovuto al fatto che le norme sono retroattive. Valgono quindi per tutte le coppie che hanno fatto domanda di separazione dal 2011 a sei mesi fa, e che lo faranno ancor di più adesso che i tempi si sono tanto accorciati. Ma il dato più significativo e curioso è quello dell’impennata dei divorzi degli ultrasessantenni…