Lutero e i disperati

Alla preghiera laica che muore nella gola; forse bella parola, certo romanticamente eroica, preferisco una preghiera che alzi gli occhi oltre la terra e il mare.
Padre nostro che sei nei cieli, i tuoi cieli contengono i mari e tutte le terre e gli spazi….
Oggi le parole si sprecano, sono torrenti di patetiche riflessioni, scritte per dovere, per stipendio, per miseranda vocazione al poetare. Di voi, caduti del mare, non posso dire nulla, non vi conosco e non scambio la pietà e l’angoscia che pur provo, con l’amore. Piuttosto, il mio e il nostro è uno stato d’animo che ci fa sentire fortunati davanti a tanto orrore, non carità vera e tantomeno solidarietà.

Non sono mai stato con voi in un barcone, non sono fuggito dalla guerra a piedi nudi. Forse anche queste poche righe, non son che l’eco del nostro niente. Ma valgono più del vomito continuo della mal politica; causa di tutto. Da quando si misero, “gli ex imperi, a tirar confini con il filo a piombo in Africa, da quando, l’albero della cuccagna divenne petrolio, il nero e oleoso “sangue” che corre per le vene di quei mondi; da allora, tutto si è preparato: prove generali d’esodo.
Hanno inventato il mondo solidale, necessario per giustificare il loro essere “ mandanti”, hanno raccontato nelle scuole ad innumerevoli ragazzi la favola del bene comune; il loro bene. Hanno aperto frontiere che loro hanno creato, perché tra i cuori che parlano, non esistono frontiere. Hanno costretto sconosciuti che balbettano idiomi per noi incomprensibili a vagare per le città d’occidente, generando sospetto e paura negli autoctoni. Siamo fratelli, hanno gridato scellerate generazioni di politici, per lucrare un voto, un assenso dal ventre molle dello spirito materno che alberga in ogni Italiano ben pasciuto.
Siamo fratelli; l’ha detto Gesù, per taluni, per altri, forse i più, l’ha detto “la rivoluzione francese”. Bugiardi, sapete benissimo che non è così; infatti i “fratelli”, o li chiudete in qualche campo improvvisato, in qualche tenda umanitaria, o li lasciate vagare. Qualcuno piange, altri invocano un pane, altri rubano, che altro possono fare? Poi, vi presentate in Tv: ci sono quelli con il fucile e il confine nella testa, praticamente una trincea; poi ci sono gli altri dai paroloni solidali, e quelli dell’Europa e della” comune responsabilità”. Parole.
Non avete progetti, perché questo mondo l’avete fatto voi e continuate, con il vostro mercato, con la vostra moneta, reale e virtuale, con i vostri corsi di astrologia economica, a comandare. I nomi dei caduti, nel mare “ vestrum”li avete già dimenticati, perché non esistono, perché non li conoscete. E allora andate a caccia di storie, per riempire una pagina, per sentirvi civili. E li “fate esistere” i disperati seminati nei fondali delle vostre vacanze cristalline; date loro un nome una storia, per qualche tempo ricamate una trama, che poi, chissà un giorno non si faccia un film, che magari vince un Oscar. Li chiamate in Tv i disperati, per farci vedere che sono come noi, non li dobbiamo temere…ipocriti, non sono come noi, perché non hanno nulla. Così poi, tutti noi, civili, sensibili, progressisti, andiamo al cinema e tra un pop corn e una Coca, ci cade una lacrima più amara del veleno. Ma dei più non si sa niente e mai si saprà e l’unico dolore vero sarà di chi li ha conosciuti. Il resto è materia sporca per la notte ipocrita dei giorni. Ma il Padre nostro e il Padre vostro resta, a raccogliere e sottrarre all’oblio ogni passo e pensiero nascosto, ogni vita e ogni storia che esiste ed è esistita, anche se sconosciuta a noi tutti. E mai come adesso abbiamo bisogno di un Cielo, che ci liberi da quella che altrimenti è la non preghiera di un uomo, senza più speranza. Ma la nostra è speranza crocifissa, prendo le parole di Lutero perché rappresentano bene la condizione umana, ma insieme colmano il cuore di realismo e speranza:
“ Infatti il nostro bene è nascosto, e così ben nascosto che nascosto sotto il suo contrario. Così la nostra vita è nascosta sotto la morte, l’amore di Dio per noi sotto l’odio contro di noi, la gloria sotto l’ignominia, la salvezza sotto la perdizione, il regno sotto l’esilio, il cielo sotto l’inferno, la sapienza sotto la follia, la giustizia sotto il peccato, la forza sotto la debolezza. ” E’ tutto.

da marcoluscia.it

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