Nel catechismo della Chiesa cattolica “il peccato dei sodomiti” figura sempre tra i quattro “che gridano al Cielo”, assieme all’omicidio, all’oppressione dei poveri e alla frode del salario degli operai.
Ma ormai non si contano più le petizioni che reclamano un ribaltamento completo di questo capitolo della morale cattolica.
L’ultima è venuta dalla “convention” dei catechisti delle parrocchie degli Stati Uniti che si tiene ogni anno a Los Angeles e che il principe dei vaticanisti americani, John Allen, ritiene la più fedele e corale rappresentazione del cattolicesimo degli States:
> Catholic catechist: The Church is unjust to gays and lesbians
Questo ennesimo appello ad aggiornare il catechismo in materia di omosessualità, trasformando il peccato in virtù, è arrivato in un momento particolarmente vivace dell’offensiva che l’armata LGBT delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali e dei transgender sta scatenando negli Stati Uniti su entrambi i fronti, il religioso e il civile.
Sul fronte religioso il bersaglio più grosso del momento è rappresentato dall’arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, reo d’aver richiamato le scuole cattoliche della sua diocesi a restare fedeli al magistero della Chiesa in materia di omosessualità. Al coro della protesta contro l’intrepido arcivescovo si sono uniti anche otto senatori dello Stato di California e il più alto magistrato di San Francisco, il cattolico Dennis Herrera.
Ma quello che intanto sta capitando sul fronte civile è ancor più clamoroso.
Alcune centinaia di imprese, tra le quali praticamente tutti i colossi del mercato mondiale, hanno indirizzato alla corte suprema degli Stati Uniti una petizione a sostegno della legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, già ammessa in 34 Stati su 50 ma soggetta ad alcuni ricorsi che lo corte esaminerà a partire dal prossimo 28 aprile.
Nel campionario dei firmatari figurano Bloomberg, Coca Cola, Pepsi, Facebook, Apple, Google, eBay, Amazon, Procter & Gamble, United Airlines, Delta Airlines, Groupon, Hewlett-Packard, Microsoft, Twitter, Intel, General Electric, American Express, Visa, Bank of America, Chase, JPMorgan, HSBC, Deutsche Bank, Walt Disney, CBS, Pfizer, Johnson & Johnson, Dow Chemical, Glaxo, Colgate-Palmolive.
Insomma, il Gotha del potere economico-finanziario transnazionale contro cui papa Francesco scaglia instancabile i suoi strali.
Compresi McKinsey, Ernst & Young e KPMG, cioè i potenti e costosi istituti di consulenza ai quali ha chiesto lumi per riorganizzare la curia.
fonte: Settimo Cielo