I testimoni dello spirito nel mondo

Negli ultimi cento anni, i “signori della materia” hanno detto prima con flebile voce, poi, con stentoreo e roboante tono come l’uomo non sia che un fascio di impulsi nervosi, adattati e specializzati lungo il corso di una millenaria evoluzione dominata dal caso. Ogni civiltà, ogni umano sforzo per porre un ordine, un senso, un fine dentro la trama dei giorni è stato irriso.
I più sono inconsapevoli di questo e perciò si consolano o attraverso il consumo o attraverso una fede ridotta ad affare intimo, con puntate nel mondo dell’azione sociale e del volontariato. Forse perché intravedono, ma non osano scrutare, l’abisso di non senso che l’idea di uomo ridotto a puro corpo, porta con se.
Ma l’uomo non è solo corpo. L’immateriale affiora attraverso le tracce lasciate da innumerevoli storie. Fra pochi giorni ricorderemo Don Diana, il prete martire ucciso dalla camorra. Ma come non ricordare padre Santoro, don Puglisi, mons. Romero? Come dimenticare Massimiliano Kolbe che chiese di morire, di entrare nelle camera a gas al posto di un padre di famiglia? Cosa mosse quel prete, come poteva supporre i nazisti non lo avrebbero umiliato due volte giustiziando insieme a lui quel padre che sperava di salvare? E Annalena Tonelli che viveva in una capanna custodendo il santissimo sacramento in una teca di pezza, Annalena, consacrata al servizio degli ultimi e uccisa da coloro che amava. E il vescovo di Tripoli, mons. Martinelli unico italiano rimasto in Libia in questi giorni d’orrore, ha detto:“ non me ne andrò, dovessi morire, io resto con il mio popolo, mi hanno condannato a Morte, ma sia fatta la volontà di Dio”. E i ragazzi della Rosa bianca? Anche loro non potevano tacere e hanno perso la vita per mano della follia hitleriana. E le migliaia di cristiani, preti e laici che lungo i secoli, soli, raccoglievano per le strade i malati di peste, di colera, di vaiolo, spesso morendo perché contaminati.
Non erano fanatici, nessuno li aveva “drogati” con le seduzioni di una falsa ideologia. Furono tutti, singoli testimoni che avevano annunciato e mostrato la vittoria dello spirito sulla carne, sulla biologia, sul determinismo materialistico che serve soltanto ai padroni della forza per continuare a manipolare l’uomo secondo i desideri di chi comanda. Lo spirito che assume le forme dell’arte, della gratuità, della bellezza, lo spirito che si chiama giustizia. Manifestato da Socrate e da tutti i testimoni, credenti e non, che lungo la storia hanno reso evidente il primato della verità rispetto ad ogni calcolo utilitaristico

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