I nefasti frutti del laicismo

Il laicismo oggi ha deciso di profanare ogni limite. Esso si innesta sul “culto delle scienze esatte” e tende per tale via a dilagare in ogni angolo delle nostre coscienze. Passa come un siero venefico e silenzioso nelle “materne e retoriche” lezioni di storia e filosofia, diventa proclama oggettivo nelle ore di biologia e scienze naturali. Tutto viene pesato e ricondotto alla misura del calcolo, tutto è scomposto, sezionato; per poi essere ricomposto ad uso e consumo dei forti, di chi ha denaro e potere. La fede in un Dio è rinchiusa nella riserva indiana dei buoni sentimenti del singolo. Per il resto è compatita, irrisa, mal sopportata. I miei colleghi mi guardano come un marziano, alcuni di loro se potessero mi allontanerebbero dall’insegnamento, perché per loro la religione a scuola è un sopruso, un atto di intolleranza verso chi non crede. Non sanno, che i soli non credenti sono loro, intrisi di pregiudizi e analfabeti sul piano teologico. Molti anni fa davanti alla domanda sul senso della vita e della morte una collega mi disse: “ non parliamo di queste cose”, poco mancava dalla tasca sottraesse un corno portafortuna. Sono così i laicisti, il loro è un mondo che rifiuta le domande essenziali, perché se solo ne affrontassero una, il loro castello di carte vacillerebbe e la fortezza spocchiosa dei loro discorsi ricolmi di banalità e slogan vuoti, cadrebbe. Nel loro odio anticattolico si vedono spiazzati quando incontrano persone preparate che mettono i puntini sulle “i”confutando apertamente la loro “storia della Chiesa”, la loro “storia della scienza”ecc…ecc… Perché il mondo che descrivono è semplicemente falso.

Quando li si contrasti con forza, si ritirano diffidenti nei lori silenzi, per tornare all’occorrenza a colpire durante le festività comandate appellandosi a presunti diritti di coscienza violati, magari da un presepe in una piccola scuola di provincia, oppure dalla fastidiosa presenza di qualcuno che preghi nei loro spazi asettici. Da data oramai remota, visto il fatto che nonostante il loro impegno la gente si ostini ancora a credere, hanno mutato strategia cercando di dividere il campo avverso. Purtroppo in tale campo hanno trovato zelanti sostenitori. Allocchi, a volte acculturati che si son messi in testa che inseguendo il mondo la Chiesa possa trarre giovamento. E così anziché offrire agli uomini un porto sicuro nel mare del vizio, hanno cominciato con il giustificare ogni sorta di errore.
Due fuochi in tal modo colpiscono la Chiesa, uno esterno ed uno interno. A titolo di esempio basti pensare alla questione del celibato ecclesiastico, si vocifera che in non pochi ambienti cattolici la cosa sia ormai mal sopportata.
Ora vorrei capire come possa un uomo di Dio, un prete, donare tutto se stesso se diviso dall’obbligo di fare altrettanto con la propria moglie e i propri figli. Si dirà, ma nel mondo protestante funziona così, ed io rispondo, infatti, e chiedo: sapete che le sette protestanti si moltiplicano in tempo reale al ritmo del nostro debito pubblico? Non solo a qualcuno risulta che sia sta arginata in tal modo la crisi vocazionale?
Balle. Ci sono preti che di fatto, nelle loro omelie hanno esaltato la potenza dell’amore che travalica istituzioni, norme umane, precetti ecclesiastici e persino distinzione fra i sessi. Ora mi spiegate, come posso, davanti a tanta “tracotante saggezza”salvare il matrimonio di un amico in crisi. A cosa mi devo appellare, ai preti progressisti e al loro squinternato magistero creativo”o all’esigenza di perfezione che Cristo invoca e la Chiesa da secoli custodisce.

Il punto è un altro e i vari sinodi lo devono tener presente, l’uomo d’oggi non sa che farsene di indulgenze e compromessi dotati dell’imprimatur ecclesiastico. Ad un ragazzo che sperimenti la separazione dei genitori io debbo dire che l’amore che Cristo ci chiede è per sempre. Altra cosa è la comprensione e misericordia davanti all’umana fallibilità, cosa che da sempre la Chiesa, maestra d’umanità, pratica.
Sembra di assistere ad una riforma sui contenuti che lentamente vada mutando dottrine secolari radicate nelle parole di Cristo. Si alterano i parametri, come quando una legge davanti ad un datogrado di inquinamento, alzi i livelli di tolleranza, con questo appestando legalmente le popolazioni soggette alla sostanza nociva.
È questa la nova strategia laicista, più sofisticata, ben supportata da membri della stessa Chiesa che in nome del nuovo mondo traghettano molti credenti dentro le paludi della progressiva incredulità. Ateismo pratico con l’imprimatur di teologi “illuminati”. Ecco perché, per conseguenza parole come sacrificio, morte, rinuncia, umiltà, perdono, fedeltà, magistero, morale cattolica, risultano via vi espunte dal vocabolario di molti uomini. E il deserto avanza. Ma sulla questione del matrimonio cristiano, insomma, dell’amore, voglio tornare più diffusamente in prossimo articolo.
marcoluscia.itilraccontodell’uomo

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