La (sorprendente) Croce di Mario

La-Croce-adinolfi-mammaLui si chiama Mario. Ha una mole di peso e una voglia matta, quella della mamma. Il suo libretto rosso, più o meno autoprodotto (Youcanprint), lo ha fatto viaggiare dentro una Smart su è giù per lo stivale, incontrando migliaia di persone. Tutti insieme appassionatamente, presi dalla stessa voglia matta. Robe da matti.

“Ogni bimbo nasce da una mamma e a una mamma ha diritto, negargliela è atto di violenza criminale”, ha scritto su Tempi, una rivista abbastanza lontana da lui che è stato tra i fondatori Pd e, oggi, è sinistramente diverso. Lo abbiamo incontrato.Il suo successo editoriale, “Voglio la mamma” appunto, in teoria è un inno alla vita e in pratica si è rivelato un ottimo bersaglio per benpensanti à la page. La sua collezione di insulti fa rabbrividire numismatici, filatelici e i migliori collezionisti di farfalle. Eppure, Mario va.

Si butta nel “corpo a corpo”, idolo di Sentinelle in piedi e Manif pour tous, e di tutti quelli che si ostinano a dire che per fare un bimbo ci vogliono un maschio e una femmina senza intromissioni tecniche, né compravendite, né finti matrimoni, “perchè – ha scritto- le persone non sono cose”.

Mario Adinolfi va, e adesso esagera con l’uscita in edicola di un quotidiano con un titolo che è tutto un programma: “La Croce”. Per ora è on line, ma l’appuntamento in edicola è per il 13 gennaio 2015.

Mario, si dice che bisogna imparare a “portare La Croce”, il quotidiano che sta per uscire che tipo di Croce sarà, pesante o leggera?

Spero sia prima di tutto sorprendente, ogni mattina vogliamo essere in grado di stupire i lettori offrendo una interpretazione inedita in Italia del concetto di libera informazione. Sarà un giornale irritante, coinvolgente e accogliente, ispirato da un Segno che ha liberato l’umanità dalla schiavitù. Noi, con umiltà, vorremmo dare una mano agli italiani a liberarsi dalla dittatura del pensiero unico che è diventato ormai un unico pensiero: una cultura mortifera che offende con la sua irrazionalità disarmonica la bellezza della vita, della famiglia, della lotta per il sostegno agli ultimi e a chi non ha voce. Porteremo la Croce con il sorriso sulle labbra, sapendo che anche solo per averci provato verremo duramente attaccati, dovremo pagare prezzi alti. Ma, appunto, sorrideremo. Perché siamo convinti che sia necessario farlo, il mainstream massmediale di giornali e televisioni è diventato troppo assordante. Bisogna levare una voce, magari piccola, che sia alternativa a quel coro. Un giornale diverso serve.

Dopo un tour come quello di Voglio la Mamma, e molti “corpo a corpo”, cosa resta di Adinolfi? Voglio-la-mamma-adinolfi
Resta un uomo sfatto, affaticato, chi mi conosce sa che ho una forma fisica non proprio atletica, 125 tappe in sette mesi sono state massacranti. In più, era tutto inaspettato. Non sono stato capace di dire di no, ho voluto incontrare tutti coloro che me lo hanno chiesto e ne è venuto fuori un mosaico di esperienze, dialoghi, emozioni che davvero non avrei mai potuto immaginare. La valanga scaturita dopo l’uscita di VLM mi ha cambiato. Ecco, direi fondamentalmente che dal tour esce un Adinolfi cambiato.

Ok, abbiamo capito che sono proprio robe da matti. Ma chi te lo fa fare?
E’ una bella domanda. Credo che la risposta si scriva con la maiuscola. Quando abbiamo varato l’idea del quotidiano cartaceo tutti ci hanno preso per pazzi. E forse lo siamo. Sarà un lavoro devastante, senza un attimo di pausa, peraltro costosissimo. In più abbiamo inserito accanto al lavorola-croce quotidiano su La Croce dal 13 gennaio in edicola anche un tour VLM 2015 con altre 100 tappe che si aprirà l’11 gennaio a Pesaro. So che devo farlo, tutto qui. Mi pare di non avere scelta. Le mie figlie chiedono di non vivere in un mondo in cui la cultura della morte e della devastazione familiare abbia vinto. Un gruppo di peccatori con in testa un pubblicano come me ha deciso di dar retta alla richiesta dei più piccoli, dei senza voce. Ci battiamo per loro. Poiché siamo deboli, fragili anche noi, ci siamo messi sotto un Segno potente. Con le nostre povere forze combatteremo un pezzetto della buona battaglia e poi siamo tutti curiosi di vedere come andrà a finire.

Anche noi. Ora ti aspettiamo in edicola. E vai Mario, adesso o mai più…

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