Suor Cristina ci prova: like a virgin

sister cristinaSuor Cristina non ha bisogno di presentazioni e dopo aver vinto “The Voice”, come ogni star che si rispetti, esce con un suo album dal titolo “Sister Cristina”. Il lancio è con “Like a Virgin”, cover del famossissimo pezzo dance-pop anni ’80 di Madonna Luise Veronica Ciccone.

La rivisitazione in chiave di ballata romantica “stile Amos Lee”, secondo la Sister, dovrebbe rendere questo pezzo come una preghiera laica, perchè – dichiara ad Avvenire – “è una canzone sull’amore capace di fare nuove le persone”.

Questa novità, se stiamo alla versione originale della sig.ra Ciccone, non è troppo misteriosa. “Il tuo amore ha sciolto ciò che era bloccato e freddo…come una vergine toccata per la prima volta”. Amen. Più che laica, una preghiera ai piedi del letto, o direttamente dentro. Poi tutto è interpretabile e nulla vieta che la nostra Suor Cristina ci veda tutto un altro amore.

Fedele alla chiesa in uscita promossa da Papa Bergoglio la giovane suora si lancia nel mondo dello spettacolo a livello planetario per “dare una testimonianza”.

madonna33-klUB-U230403833234niB-620x420@CormezSuor Cristina dice che la canzone di Madonna, una che sui simboli religiosi ha giocato fin dal nome, l’ha scelta personalmente. Sarà. Ma basta guardare la copertina del disco per capire che i markettari dell’industria discografica qualche suggerimento devono averlo dato. Anche il video, ovviamente, segue i cliché del mercato e suor Cristina ammette che “come in tutte le collaborazioni ci siamo venuti incontro”. Intanto la Ciccone in arte Madonna le ha già regalato un tweet per dirle #bitinghard, copi alla grande, e poi un ecumenico “sister for life”. I produttori possono fregarsi le mani.

Non vogliamo bacchettare la giovane suora. E’ figlia del suo tempo e della Chiesa di oggi, un tempo e una chiesa che vanno un po’ dove “li porta il cuore”, e sono liquidamente inseriti in un mondo liquido. Dove tutto passa e nulla resta.

Nella mia infanzia ricordo l’apparizione quasi mistica di Fra Cionfoli a San Remo ’82, l’anno dei mondiali, cantava una mielosa “Solo grazie”. Oggi il frate canterino è sposato ha tra figli ed è pure nonno. Nel 2000 dichiarava al Corriere che “il successo porto’ i problemi: tutti indagavano sulla mia vita e cercavano scandali. Il “generale” del mio ordine, per paura, non mi difese. Mi sentii solo e trovai rifugio in una donna che poi e’ diventata mia moglie. Lasciai il convento.” Nulla da dire, meglio un bravo marito che un frate controvoglia, né si può dire che questo sia il destino di tutti i religiosi canterini.

Però, concedetemelo, siamo proprio sicuri che questo tipo di testimonianze siano utili a salvare le anime? Sì perchè, fino a prova contraria, questo dovrebbe essere il vero obiettivo di tutte le suor Cristina e i fra Cionfoli del mondo. Il buon Dio utilizza vie imperscrutabili per raggiungere le sue creature, ma cosa resterà dopo aver ascoltato “Like a Virgin”?

Una volta c’era l’ascesi, perfino la penitenza, le ore di preghiera, e su tutto la carità che tutto comprendeva e tutti attraeva. C’era anche il canto, quello che si eleva al Cielo come incenso per render gloria a Dio. Il mondo non aveva bisogno di preghiere laiche, perchè erano le preghiere cristiane che plasmavano il mondo, lo educavano e lo giudicavano.

Immagino frotte di giovani in giro per il mondo che ascolteranno “Like a Virgin”, immagino che in qualcuno possa nascere una domanda sulla diversità di questa cantante, immagino però che difficilmente si riuscirà ad apprezzarne la vera differenza. Se non per due o tre battute buone per l’osteria.

Per dirla con un vecchio brano di Albano e Romina mi cresce la “nostalgia canaglia” di altre testimonianze d’amore capaci di cambiare il cuore, ma forse mi sbaglio. Ed è quello che auguro a Suor Cristina. Peace and love. (La Voce di Romagna, 26/11/2014)

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