di Enrico (Messainlatino)
Il Superiore della Fraternità San Pio X, mons. Fellay, si è recato ieri a Roma per un incontro con il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. L’ennesimo, in effetti.
Avevamo avuto da tempo notizia del fatto che tra mons. Fellay e il card. Mueller (nella foto) si è instaurato un rapporto cordiale e una buona intesa; e fin qui la cosa ci sembrava assai curiosa, pensando a che cosa potesse legare un lefebvriano con un estimatore della teologia della liberazione (il cardinale ha scritto, insieme col teologo della liberazione Gustavo Gutierrez, un testo dal titolo: «Dalla parte dei poveri. Teologia della liberazione, teologia della Chiesa»; per dire…).
La strenua difesa dell’ortodossia in campo morale da parte del Prefetto dell’ex Sant’Uffizio al Sinodo della settimana scorsa, prendendo pubblica posizione contro le tesi dei novatori e del Papa (col quale i rapporti sono a tal punto tesi che domenica, alla beatificazione di Paolo VI, non si sono scambiati il saluto) ci rivela un commendevole aspetto del porporato: il coraggio nel difendere la dottrina che, giustappunto, ha il compito istituzionale di preservare. E questa qualità, con tutto quel che essa rivela, spiega probabilmente le ragioni dei buoni rapporti col capo della FSSPX
Il bollettino della Sala Stampa vaticana informa che ieri si è svolto l’incontro nel palazzo di piazza del Sant’Uffizio: Fellay era con i suoi due assistenti, l’abbé Pfluger e l’abbé Nély; il cardinale Müller era invece coi suoi Segretari mons. Ladaria Ferrer e mons. Di Noia, nonché col Segretario della Commissione Ecclesia Dei, mons. Pozzo. Il comunicato ufficiale riferisce che “durante l’incontro si sono esaminati alcuni problemi di ordine dottrinale e canonico e si è inteso di procedere per gradi e in tempi ragionevoli verso il superamento delle difficoltà e l’auspicato raggiungimento della piena riconciliazione”.
Un auspicio che di questi tempi appare tuttavia chimerico. Pur se mons. Fellay non ha mancato, nei mesi scorsi, di incontrare lo stesso Papa Francesco, manifestandogli filiale deferenza. (Enrico)
fonte: Messainlatino.it
