Kasper: non escludere, ma includere

sinododi Giuseppe Rusconi

Da quanto accaduto in questi giorni,  se dobbiamo essere sinceri, incominciamo a temere che il Sinodo rischi di trasformarsi – per il giubilo di larga parte del mondo mediatico, avido di sensazioni ‘forti’ – in una sorta di partita tra due squadre assai agguerrite. La prima intenzionata a giocare all’attacco, premendo con ogni mezzo, e ad segnare magari in fuorigioco, grazie anche (tale suona il rimprovero avversario) ad un arbitro assai compiacente. L’altra costretta a praticare un catenaccio d’altri tempi, confidando nella sorpresa di contropiedi ficcanti. I contrasti in campo? Troppo spesso derivati dalla voglia più che di prendere la palla, di falciare l’avversario con entrate a gamba tesa e falli tali da stenderlo immediatamente. In una partita normale pioverebbero cartellini gialli e anche rossi, considerata la recidività di alcuni giocatori.

E’ un po’ questa l’impressione che oggettivamente si ha in questi giorni pre-sinodali, ricchi di esternazioni e di atti concreti. L’ultimo quello comunicato poco fa e che riguarda la decisione del Papa di istituire una ‘Commissione speciale di studio per la riforma del processo matrimoniale canonico”. La decisione è del 27 agosto, ma è stata comunicata oggi, nel pieno della burrasca cardinalizia: un puro caso? una mossa intenzionale? Si deve subito aggiungere che la Commissione speciale (Ndr: notare l’aggiunta’ speciale’), presieduta dal decano del Tribunale della Rota Romana monsignor Vito Pinto e comprendente tra gli altri il cardinale Coccopalmerio (presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi) e l’arcivescovo Ladaria Ferrer (segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede), avrà come fine di “preparare una proposta di riforma del processo matrimoniale, cercando di semplificarne la procedura, rendendola più snella e salvaguardando il principio di indissolubilità del matrimonio”. Si può dunque evincere che riforma sarà e la dottrina non subirà mutamenti a livello di principi. A questo punto però resta aperto il discorso dei rapporti tra dottrina e prassi pastorale, che non tutti leggono allo stesso modo. Da notare anche che nella Commissione non c’è traccia del cardinale Burke, prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica…

Tra le ultime esternazioni quella di un habitué come il cardinale Walter Kasper, considerato una delle punte di diamante della squadra attaccante. Ieri è apparsa su La Croixuna’ampia intervista dal titolo significativo: Sinodo sulla famiglia: “La Chiesa deve essere realista”. Nell’intervista, che apre quattro settimane in cui il giornale francese quotidianamente darà ampio spazio al tema del Sinodo, l’intervistato loda l’Instrumentum laboris, “che ha il merito di essere sincero e onesto, di prendere atto delle critiche e di riconoscere che molti cattolici non sono in conformità piena con l’insegnamento della Chiesa”. Aggiunge il porporato ottantunenne: “In passato un tale documento sarebbe stato molto dottrinale. Ma la dottrina, già i vescovi la conoscono così così. L’importante è allora inquadrare il meglio possibile la realtà”. Anche perché, in materia di famiglia, “nessuno afferra il linguaggio ufficiale della dottrina della Chiesa”. Dunque “bisogna scrivere in modo da aiutare ognuno a realizzare il proprio desiderio di felicità” (Ndr: qui alcuni saranno perplessi). Più avanti rileva Walter Kasper: “La Chiesa non può accontentarsi oggi di evidenziare un ideale di vita di famiglia, ma deve essere realista e accompagnare le situazioni problematiche, già presentatesi nella Bibbia”. Perciò la Chiesa , “come ripete papa Francesco, non deve escludere, ma includere, accogliere, accompagnare”. La questione dell’accesso ai sacramenti dei divorziati risposati “non è un problema astratto, dottrinale, ma una situazione pastorale bruciante, di vita, che tocca tante famiglie in Paesi come i nostri”. Annota qui il cardinale: “Non credo che si possa cambiare la dottrina, ma il suo adattarsi a situazioni complesse. Certo non temo che nel Sinodo emergano posizioni differenti in materia: sono note, tutti lo sanno”. Ma “anche durante il Concilio Vaticano ce n’erano” (NdR: qui l’intervistato forse vuol richiamare al fatto che tali posizioni contrarie furono sconfitte…) 

Ribadito che “papa Francesco vuole una discussione aperta (NdR: tuttavia qualcuno qui potrebbe ricordare l’istituzione della ‘Commissione speciale’…), il cardinal Kasper rileva che “molti matrimoni non sono validi canonicamente. Tuttavia questa non sarebbe una soluzione valida in molti casi, quelli in cui coppie hanno convissuto per anni e hanno avuto dei bambini. In questo caso la realtà è chiara e dichiarare nullo il loro matrimonio non sarebbe onesto”.

Proseguendo, il presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani auspica che sulla questione dei divorziati risposati si giunga a una soluzione che raccolga il più largo consenso: “Non penso che si possano trovare soluzioni uniche per tutto il mondo tanto le situazioni sono variegate. Si potrebbe accordarsi su linee generali, criteri generali, ma senza troppi dettagli per lasciare spazio alle conferenze episcopali nazionali” (Ndr: se abbiamo ben capito, ad esempio in Germania i divorziati risposati potrebbero essere ammessi alla Comunione e in un altro Paese no…).

Conclusione: “Sento che il Papa desidera una certa apertura, tanto conosce la vita umana, ma con un consenso il più largo possibile. Spero che si riesca a trovare una tale soluzione, senza temere che essa ingeneri il crollo della dottrina della Chiesa. La paura è una cattiva consigliera! Il Sinodo non può deludere tutti! Non può incagliarsi su un divorzio”.

 fonte: www.rossoporpora.org

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Autore: Libertà e Persona

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