Bagnasco: un nuovo Family day?

In Cei le idee sono varie. Era così anche nel 2007. Allora il cardinal Ruini volle un Family day, ma non mancavano, all’interno della Cei, gli oppositori. Eppure Ruini si impuntò, e vinse. Oggi non è escluso che possa ripetersi qualcosa di analogo. Il cardinal Bagnasco infatti, ha fatto capire più volte di essere pensieroso sul tema, ma favorevole. Del resto sappiamo bene che il papa è contrario a troppi legami con la politica, ma favorevole, anche quando era in Argentina, alla libera iniziativa di vescovi e di laici (qualcosa sembra già in cantiere…). Come quando appoggiò una grande manifestazione contro i matrimoni gay.

Leggiamo quanto riferiva alcuni giorni fa l’ottimo vaticanista Giuseppe Rusconi:

“Non si può escludere che si promuovano altre manifestazioni di piazza”, dopo quella degli “oltre 300mila” del 10 maggio a Piazza San Pietro. Lo ha osservato sul mezzogiorno di oggi il presidente della Conferenza episcopale cardinale Angelo Bagnasco, rispondendo a una nostra domanda sull’eventualità di organizzare, sull’onda del successo della massiccia testimonianza di popolo per la scuola, anche un ‘bis’ del riuscitissimo ‘Family-day’ del 2007. Il 12 giugno di sette anni fa, come si ricorderà, davanti e intorno a San Giovanni in Laterano si era raccolta una folla enorme per affermare il proprio sostegno alla famiglia e contrastare con successo il disegno di legge del Governo Prodi sui ‘Dico’ (il riconoscimento delle convivenze). E’ lecito pensare che – date le pressioni incessanti della ‘nota lobby’ – sia giunta l’ora di un nuovo ‘Family-day’ trasversale, sostenuto da tutti coloro che – indipendentemente dal colore e dalla religione – sono convinti dell’urgenza per lo Stato di sostenere concretamente e favorire la famiglia fondata sul matrimonio (patto pubblico) tra uomo e donna, teso alla procreazione dei figli.

Torniamo alla conferenza-stampa di Angelo Bagnasco, tradizionalmente organizzata per commentare i lavori dell’Assemblea dei vescovi italiani, svoltasi questa settimana nell’Aula del Sinodo e aperta de facto dall’ampio intervento papale di lunedì pomeriggio (vedi in questa stessa rubrica: “Il Papa alla Cei si rivolge a ogni singolo vescovo”). Sempre rispondendo alla nostra domanda, il porporato genovese ha evidenziato come la manifestazione del 10 maggio abbia voluto costituire “un grande incoraggiamento ai genitori, così che non si spaventino davanti al compito di educare i figli in un contesto che il Papa ha definito di dittatura del pensiero unico”. Per il cardinale Bagnasco la scuola “deve riprendere il suo ruolo anche davanti agli occhi della famiglia che non può mai essere scavalcata”. E qui giova notare che il porporato ha ripetuto, non certo casualmente, quel “non può mai essere scavalcata”. Certo la manifestazione del 10 maggio è stata anche “un richiamo per le forze politiche” perché vogliano evidenziare “la centralità” nella vita quotidiana della famiglia e della scuola. Uno Stato che non riconoscesse la libertà educativa “non sarebbe né democratico né umano, umanista”. La Chiesa, forte della sua esperienza educativa millenaria – ha proseguito il cardinale Bagnasco – mette volentieri a disposizione le sue strutture, che diventano spesso anche luoghi di integrazione, considerati quanti bambini figli di migranti ne usufruiscono.

“Non si può escludere” che si promuovano altre manifestazioni di piazza. Come ci indica papa Francesco – ha concluso il cardinale Bagnasco – i vescovi, “che conoscono meglio il territorio”, devono “discernere, valutare insieme” se sia “opportuno, efficace” promuovere iniziative del genere. Perciò “non si può proprio escludere” l’eventualità che il 10 maggio, che è stato un grande successo, possa ripetersi anche su altri temi. Come quello, esplicitiamo noi, della famiglia.

http://www.rossoporpora.org/

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Autore: Libertà e Persona

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