Discorso di ringraziamento per il Premio “IV Marcia Nazionale per la vita”

di Flora Gualdani*

Buonasera a tutti,

vi ringrazio di questo riconoscimento, per me è un onore essere qui in mezzo a voi. Davanti a tanti amici e professori, sono molte le cose che vorrei dirvi di questi cinquant’anni di servizio alla vita. Ad una certa età ti accorgi che con l’esperienza cresce anche la capacità di sintesi e di visione delle cose: è un pò come vedere le realtà dall’alto, dall’oblò di un aereo.

 

Permettetemi quindi di condividere un breve sguardo dall’alto. Negli anni ’80 l’ateo francese Jacques Testart firmò preoccupato, con altri scienziati, un manifesto sulla procreatica che diceva: la direzione è più importante della velocità. Vorrei osservare con voi da che parte sta andando il mondo.

1) Un tempo la vita umana era sacra, intangibile. Oggi invece è sacro l’aborto, è diventato un diritto umano fondamentale. Ma sarebbe illusorio concentrarsi ancora a combattere solo l’aborto chirurgico: il fronte ormai si è spostato sull’abortività della contraccezione e sull’inizio della vita. E’ questa la linea di confine dove si allentano le difese della coscienza e si smarrisce il senso del male, che diventa un bene senza pentimenti.

2) Il figlio era una benedizione e un dono: che si può volere “…solo piegando le ginocchia” (Ef 3,14), come dice il professor Melina. Oggi il figlio è diventato o un errore da evitare, oppure un diritto a tutti i costi, un amato oggetto di proprietà, tanto desiderato che chiunque potrà pretenderlo per via giudiziaria. Nella dittatura del desiderio.

3) Il figlio nasceva da un rapporto sessuale tra un uomo e una donna. Oggi invece sta diventando un bel prodotto commissionato ad un laboratorio, sottoposto a severi controlli di qualità, con procedure di selezione e di scarto. Sempre l’ateo Testart ha scritto che forse un giorno la Chiesa rimarrà l’unico baluardo ad affermare che i figli dell’umanità nascono da un rapporto carnale tra un uomo e una donna.

4) Il pancione a luna piena di una donna, era un tabernacolo e un mistero: oggi è diventato un contratto d’affitto e presto ci stamperanno sopra un codice a barre per evitare scambi di provette e di embrioni.

5)  La medicina era un’arte a servizio della dignità, della salute e della vita umana: oggi, pur di esaudire tutti i desideri, è diventata una scienza che somministra anche la morte, per non discriminare nessuno. Fuorché la vita.

Adesso ci troviamo nel momento storico cruciale in cui si cerca di convincere la gente. Si sta cercando di normalizzare tutto questo. Si dice che è normale, che è in corso una rivoluzione copernicana, dove noi cattolici siamo considerati “i medioevali”. Si dice che è tutto “oblativo”, che affittare l’utero sarà un dono, come lo sarà donare sperma o ovuli: “…per aiutare chi soffre”.

E così la dottrina della Chiesa cattolica appare sempre più come un fastidioso intralcio al progresso, cercano di confinarla in un angolo. La Chiesa è sotto assedio. E la gente fatica a comprendere le nostre ragioni: le ragioni del bene dell’uomo. 

Ormai anche nel mondo cattolico, purtroppo, il pensiero di maggioranza è “credo in Dio ma la morale a modo mio”. Questo disastro risale ai tempi in cui una certa teologia scatenò la resistenza contro Paolo VI e la sua enciclica Humanae vitae. A quei tempi, dentro la grotta di Betlemme, nell’agosto del 1964 avevo intuito che l’uomo del terzo millennio dovrà tornare a genuflettersi davanti al Creatore. Oggi purtroppo quella lontana intuizione è diventata cronaca. Dobbiamo cambiare direzione.

L’umanità, infatti, sta accelerando il suo più grave divorzio da Dio. L’uomo si sta staccando sempre più drammaticamente dal progetto originario di Dio, dall’ordine della Creazione: da quando ha messo le mani sull’albero della vita, con la tecnologia riproduttiva. Superando le leggi della sua natura, l’uomo si illude di essere libero e di costruire felicità per sé e per gli altri. Ma è un peccato tragico, il più vecchio del mondo (cfr. Genesi).

L’ostetricia e la fede mi hanno insegnato che la bioetica è già scritta tra le righe della Parola di Dio. Fides et ratio ha radice lì, perché il fiat di Maria fu un consenso informato. Nel Vangelo di Luca, che era un medico mariano, sta scritto “Ecce concipies in utero”: concepirai nel tuo utero, non in una provetta. Il Verbo, quale vero uomo, è nato così. La Salvezza ha inizio da un utero, con un concepimento.

Mezzo secolo di confessionale ostetrico mi ha confermato il concetto su cui insisteva tanto San Giovanni Paolo II: dobbiamo convincerci che l’uomo è sempre educabile, perché è redento da Cristo. La mia lunga esperienza mi ha convinto di un altro paio di concetti:

PRIMO. Che la contraccezione è una proposta dannosa, intrinsecamente cattiva (come dice la dottrina e spiega il card. Caffarra), ed è vecchia. E la provetta non ha futuro. Il futuro è dei metodi naturali: da lì passa la buona qualità della generazione e dell’amore. La natura non tollera a lungo violenze. Su questo campo, i metodi naturali sono realmente il modo per tornare a genuflettersi davanti al Creatore, al suo Logos, alla sua Sapienza: sono l’unica strada per riscoprire il Suo bel disegno sull’amore umano, aperto ragionevolmente alla vita. Vita che è dono libero e gratuito di Dio. Mentre con la PMA, che non è in realtà una “assistenza” ma riproduzione artificiale, l’uomo compie una rapina all’Autore della vita. Io la definisco R.A.2, cioè rapina all’Autore, con riproduzione artificiale.

SECONDO. Nostro compito è scaldare i cuori ma disturbando le coscienze: con dialogo e rispetto ma senza paura di essere impopolari. Dove c’è paura vuol dire che è calata la nostra fede. Essere politicamente corretti non solo è sconsigliato dalla Parola di Dio (Ap 3,16), ma non dà frutti. Santa Caterina da Siena, mia conterranea, diceva che «a forza di tacere il mondo è guasto!». Le opere di misericordia spirituale prevedono anche l’istruzione degli ignoranti. Il popolo di Dio oggi è gravemente disinformato: e se sopra la disinformazione seminiamo confusione, alla fine raccoglieremo devastazione.

In data 1 marzo 1984 il Santo Giovanni Paolo II ha detto da profeta: «la fedeltà a questi due documenti (Humanae vitae e Familiaris consortio) dovrete pagarla a caro prezzo: sarete accusati di incomprensione, di durezza e altro ancora. E’ la sorte di ogni testimone della verità, come ben sappiamo. Con semplice ed umile fermezza siate fedeli al magistero della Chiesa in un punto di così decisiva importanza per i destini dell’uomo». Sono parole sue. E’ quello che da anni anch’io ripeto ai miei collaboratori e oggi mi permetto di dire a voi: se volete rimanere fedeli alla verità tutta intera, preparatevi con coraggio al martirio delle idee e del cuore. Che significa rinunciare a carriera, indice di gradimento e amicizie, a volte le più care. Dolorosamente, ma in letizia francescana.

Casa Betlemme è una scuola di formazione dove cerchiamo di riconciliare la creatura con il Creatore, la fede con la scienza e con la morale. Ha un suo stile che funziona e porta frutti.

Anche se un giorno, in questa battaglia culturale, rimanessimo in pochi a difendere le ragioni della sana dottrina, il Signore ci benedica e la Madonna ci conduca, quale perfetta Regista della storia.

Concludo con due proposte.

Offriamo il sangue dei martiri dell’innocenza, cioè degli aborti: martiri dell’innocenza. Offriamoli nel sacro calice di ogni Santa Messa: perché tutto quel sangue, immerso nel sangue innocente di Cristo, ottenga la nostra salvezza e la nostra conversione.

Facciamo la Marcia della vita e tutte le buone opere (sociali, culturali e politiche) a favore della vita, ma convinciamoci che l’opera più efficace – insieme alla preghiera – è ripartire dalla disciplina della castità, ciascuno nel suo stato di vita. Scusate, ripeto: preghiera e virtù della castità, quale terapia delle cause prime per il bene sociale di tutti, non dei soli cattolici.

Grazie, alleluja!

 Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, 3 maggio, Roma

Andiamo fino a Betlemme,

vediamo questo avvenimento

 che il Signore ci ha fatto conoscere

 

Vangelo di S. Luca 2,15

 

                *Ostetrica, fondatrice dell’opera “Casa Betlemme” (Arezzo)

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Autore: Libertà e Persona

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