Avvisaglie di cristianofobia

La dissacrazione del gesto eucaristico al concerto del 1° maggio, un gesto carico di (forse inconsapevoli) simbolismi. Un epifenomeno della cristianofobia, l’unica fobia accettata dalla società.

A parte alcuni articoli su qualche sito cattolico non se ne è parlato poi molto del gesto compiuto da Luca Romagnoli leader del gruppo “Managment del dolore post operatorio” nel corso del concerto del 1° maggio a Roma.

 Ma per la precisione si deve parlare di due gesti, infatti Romagnoli si è prima esibito in una parodia fortemente dissacrante dell’elevazione eucaristica seguita poi dal gesto di denudarsi sul palco.

Ma analizziamo più dettagliatamente quanto accaduto e i simbolismi coinvolti.

Come più o meno è noto a tutti, nel corso del concerto del 1° maggio scorso a Piazza S. Giovanni, il leader del gruppo sopracitato ha innalzato un profilattico come fosse un’Ostia consacrata simulando il gesto rituale compiuto nella Messa  e pronunciando le seguenti parole:

«Questo è il modello che uso io, che toglie le malattie dal mondo, prendetene e usatene tutti, fate questo, sentite a me»

Romagnoli si è quindi scoperto la testa togliendosi una specie di scapolare e mostrando la chierica rasata a imitazione di un francescano o, forse, proprio di San Francesco, e ha quindi intonato il pezzo “Pornobisogno“.

Pochi minuti dopo la RAI mandava in onda della pubblicità (se si è trattato di censura appare un po’ fuori tempo), a questo punto è scattato il secondo gesto di Romagnoli, quello di denudarsi sul palco. A tutto questo ha fatto riscontro un comunicato dell’organizzazione del concerto che, nelle parole di Marco Godano, ha così commentato:

“Mi dissocio duramente per la violenza e la scorrettezza che perseguiremo anche per vie legali, confermando ancora una volta che laddove gli artisti non sanno autoregolamentarsi, per quanto ci riguarda, non sono degli artisti in linea con lo spirito del concertone”. 

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Quello che nessuno ha riportato è stato il commento fatto fuori onda dalla conduttrice Geppi Cucciari, che ha anch’essa condannato l’episodio con le seguenti parole:

Ragazzi, nessuno di noi si aspettava che facesse una cosa del genere, io prendo le distanze da chi si spoglia senza che glielo abbia chiesto io né nessuno dei presenti, mi dispiace.

Allora… ragazzi non mi spoglierò, ci guadagnerà la qualità della serata, cosa che avrebbe fatto anche se si fosse fermato lui.

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Giusta la condanna di Godano e della Cucciari, ma dalle loro affermazioni non emerge una condanna dell’offesa nei confronti della religione, ma solo quella per gli atti osceni in luogo pubblico. E questo merita una riflessione.

Il gesto di Romagnoli ha un pesante simbolismo:

– Paragonando l’Eucaristia al profilattico si è operata una profanazione simbolica.

– L’uso distorto e derisorio delle frasi liturgiche della S. Messa è anch’esso una profanazione.

– L’atto di denudarsi, essendo la parodia oscena del gesto compiuto da San Francesco quando si spogliò dei propri beni per scegliere la povertà, si configura come un ribaltamento del messaggio francescano, dove l’amore è sostituito dalla pornografia.

– La parodia di un francescano/San Francesco è un gesto doppiamente offensivo: primo per il facile collegamento col nome del Papa; secondo perché sulla piazza è veramente presente un monumento di San Francesco rivolto verso il Laterano.

– Ed ecco l’ultimo punto, una serie di gesti oltraggiosi verso la religione cattolica sono stati compiuti davanti alle porte della Cattedrale di Roma.

Ma tutto questo non è stato percepito come un problema.

Il gesto osceno della nudità ha provocato delle legittime reazioni di dissociazione, nonostante il nudo non sia ormai un tabù, l’offesa ai cattolici non è stata invece percepita come tale.

I cattolici sono di fatto l’unica categoria che si può insultare, nello stesso tempo in cui si rivendica il rispetto di ogni altra categoria sono diventati l’unica che non ha diritto ad essere tutelata. Certamente gli organizzatori del concerto e la conduttrice hanno agito in buona fede, ed è qui il segnale più forte e preoccupante.

Quanto avvenuto il 1° maggio va oltre il singolo episodio, è un fatto che ha rivelato che non c’è bisogno di essere ostili al cristianesimo per percepire i suoi simboli e i suoi appartenenti come qualcosa che si può oltraggiare, è questo il sintomo di un diffuso atteggiamento discriminatorio che dà per ovvia la “non dignità” dei cristiani.

Ma non è l’unico sintomo di questo clima crescente.

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www.enzopennetta.it

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