In ricordo di Luigi Gedda

300.000 volontari sparsi in 10.000 parrocchie, un esercito di sacerdoti e religiosi, fedeli, confraternite, terz’ordini e congregazioni. Queste le forze su cui poteva contare il prof. Luigi Gedda nella campagna elettorale del 1948, quando l’Azione Cattolica e i Comitati Civici da lui guidati diedero un contributo fondamentale alla vittoria del partito di De Gasperi contro il Fronte Popolare di Togliatti.

Questo è il frutto dell’azione di Gedda nel bivio cruciale della nostra storia recente, opera di un uomo che fu “cristiano esemplarmente credente e coerente fino al sacrificio” (Oss. Romano del 28/09/2000).

Oggi, 26 settembre 2012, sono dodici anni dalla morte di Luigi Gedda, uomo d’azione, ma di grande vita spirituale. Nel 1940, durante un ritiro nel convento dei Passionisti al Celio, ebbe l’intuizione di fondare la Società Operaia, un’associazione che si basa sulla meditazione dell’agonia di Gesù nel Getsemani.

Per ricordare chi era il prof. Luigi Gedda, sono molto significative queste righe da lui scritte nel 1978 sulla rivista Tabor, pensieri di una certa attualità:

“Gli uomini di oggi hanno estremo bisogno della dottrina e del modello che Gesù presenta nel Getsemani.
Anzitutto hanno bisogno di abbandonare i pensieri di illusione e di comodo, di avvertire il pericolo che sovrasta l’umanità, e di accorgersi che una notte di regressione, di violenza e di animalità favorisce il nemico e la congiura organizzata contro la Chiesa.
L’atteggiamento dei discepoli nel Getsemani i quali non pensano alla veglia, ma a soddisfare il sonno è quello che dobbiamo rimproverare a noi stessi. Il sonno può essere autentico e incosciente, ma anche spirituale, cioè consiste in falso ottimismo, disinteresse, egoismo. (…)

La forza di noi che seguiamo Cristo, ma siamo uomini, non basta. Come in quella notte bisogna imparare da lui che la preghiera è una legge che condiziona il successo.

La Chiesa, nelle più gravi ore della sua storia, si è buttata ai piedi degli altari per strappare dal Cuore di dio la salvezza. Così oggi è necessario, urgente, primario, inevitabile il ricorso alla forza divina la quale soltanto può concederci di superare le difficoltà umanamente insormontabili che abbiamo di fronte, di lato e fra noi. (…) La notte che dobbiamo vivere perché Cristo ci ha invitato nel Getsemani, è una notte illuminante e feconda che si chiuderà con il canto del gallo, canto di vittoria perché Cristo si è incaricato di vincere, con la sua, la nostra morte. (…)”

Questo scritto del 1978 si chiude con le seguenti parole, parole che Gesù rivolse a S. Margherita Maria Alacoque nelle apparizioni di Paray le Monial, anche queste sono da meditare: “Ne crains rien, je regnairais malgré mes ennemis” (Non temere nulla, regnerò malgrado i miei nemici).

 

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Un commento su “In ricordo di Luigi Gedda”

  1. Non stupisce che Gedda venga ignorato dal pubblico. Troppo imbarazzante per i democristiani, gli eredi di De Gasperi che ancora oggi celebrano il suo rifiuto al papa. Del tutto inutile per i supercristiani che non votano.

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