Che sbando nella Chiesa!

Non so se dico sciocchezze, ma io penso questo. Da mesi e mesi si discute del preambolo che la Fraternità san Pio X dovrebbe firmare per ottenere un riconoscimento completo, dopo il ritiro, unilaterale, della scomunica (ma allora questa scomunica c’è era o non c’era, valeva o meno? Se nulla è mutato, perchè toglierla? …). Alla Fraternità si fanno le pulci e le contro pulci.

Nessuna firmetta, dico nessuna, alla pletora di sacerdoti, e vescovi eretici che fanno e disfano la dottrina cattolica tutti i giorni, in punti essenziali ed evidenti.

L’ultima è quella del neo cardinale tedesco Rainer Maria Woelki, recentemente nominato vescovo di Berlino!

Costui, ignaro dei fondamentali che si imparano all’asilo, ha dichiarato che per la Chiesa “se in una relazione omosessuale i due partecipanti assumono ognuno la propria responsabilità verso l’altro e se si amano in modo duraturo e fedele, bisogna considerarla alla stregua di un rapporto tra due eterosessuali”!

Quindi Woelki gli  celebra il matrimonio?

A questi cardinali glielo facciamo un po’ di catechismo? Gli facciamo firmare due righe anche a lui?

 

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10 pensieri riguardo “Che sbando nella Chiesa!”

  1. caro Caius, sono troppo d’accordo!!!!! finalmente qualcuno scrive certe cose!!!!!!

  2. salve
    eppure erano un grande popolo…
    e una scomunica a Don Gallo, Don Farinella, Don Mazzi, Suor Paola e mille altri nooo?
    saluti
    Piero e famiglia

  3. basterebbe essere più severi nel dare certe cariche a chi evidentemente non se le merita.

  4. ciao Bernard,

    se ti riferisci all’attuale Papa, non condivido il tuo pensiero .

  5. Al di là di tutto, la dichiarazione del vescovo di Berlino è imbarazzante: e pensate che passava per conservatore; ora delle 2 l’una: o è impazzito o ha capito che se vuole far carriera nel mondo cattolico tedesco deve prostrarsi a certe idee e certi poteri: di sicuro il tutto è molto triste e sconfortante.
    Su Papa Ratzinger: io ho la massima fiducia in lui e nelle promesse di Cristo alla sua Chiesa. Non gli si possono rinfacciare posizioni di 50 anni fa, non è corretto, solo gli stolti non cambiano mai idee. Basta riguardarsi gli scritti e i documenti di Ratzinger a partire dagli anni ’70 (anche la sua precocissima critica alla sostituzione tout court del Messale di S. Pio V) e poi quelli come prefetto della CDF e come Papa per cogliere la sua ortodossia in ossequio alla promessa di Cristo. Bernard, lei ha ragione ad evidenziare i problemi attuali della Chiesa, ma non è certo con un atto scismatico di disobbedienza tipico del sedevacntismo che si risolvono i problemi: così si aggiungono errori ad errori e si deturpa ancora di più la Sposa di CRisto, la battaglia va combattuta dall’interno ed in unione con il S. PAdre scelto dallo Spirito Santo.
    Su Muller non so molto, però di sicuro, se le sue posizioni sono ancora quelle espresse nei pezzi citati da Bernard non posso che essere molto molto preoccupato.
    Infine concludo con una citazione che avvalora ciò che è scritto da Caius e che fotografa bene il mio pensiero sull’argomento: “non ho mai capito come si potesse essere così duri con Lefebvre (che sbagliava, ma pur sempre sul piano disciplinare) e lasciare correre chi, come Kung, Curran, Shillibeeckx, metteva in discussione il dogma (Don Divo Barsotti).

  6. Cara Annarita, colui che baciava Corani dando pubblico scandalo era sempre e comunque un legittimo pontefice, successore di San Pietro che, piaccia o non piaccia, secondo le promesse date da nostro Signore Gesù Cristo aveva potere di legare e sciogliere. Solo il Signore Dio poi giudicherà le nostre azioni. A me sembra che a volte ci si fidi di più delle nostre misere capacità umane ignorando la Divina Provvidenza. Lefebvre doveva obbedire al Papa. Punto. Si sa che il Signore Dio permette dei mali per cavarne un bene maggiore. L’obbedienza è fondamentale. Disobbedire significa non fidarsi della Divina Provvidenza. Lo spiega bene Romano Amerio in Iota unum (Insegnamento del Rosmini circa l’obbedienza religiosa)

  7. vi posto l’interessante lettera di cristina siccardi che condivido al 100per100:

    “Molto Reverendo Padre

    Giovanni Cavalcoli,

    mi perdoni, ma come Ella, che si dichiara strenuo nemico del Modernismo, mi insegna, preferisco continuare a darLe del Lei, onde sottolineare quel reverente distacco che ogni laico, soprattutto se donna, deve mantenere nei confronti di ogni sacerdote, in modo particolare se anche religioso; anche su questo punto mi permetto di rimanere fedele alla Tradizione della Chiesa, in contrasto con l’uso postconciliare; uso che trae la sua ragione proprio da quel desiderio di aggiornamento e di democraticizzazione, teso a ridurre, fino ad eliminare, ogni distinzione ed ogni gerarchia.

    Venendo al merito delle critiche che Ella mi muove, mi pare di poterle sintetizzare nel principio secondo cui ogni affermazione a contenuto dottrinale del Concilio Vaticano II è, di per se stessa, infallibile, in quanto il Concilio stesso gode dell’assistenza dello Spirito Santo che gli impedisce qualsiasi errore in fatto di dottrina.

    Tale principio è in palese contrasto con il dogma dell’infallibilità pontificia, così come proclamato dal Concilio Vaticano I. Tale Assise dogmatica, a differenza del pastorale Concilio Vaticano II, richiede oltre al fatto che si parli di Fede e/o di morale, anche che il Papa, o il Concilio Ecumenico confermato dal Papa, dichiari essere tale affermazione vincolante per la Fede di tutti i cattolici.

    Da ciò consegue che, in un discorso pastorale, le affermazioni, anche di dottrina e/o morale, se non pretendono espressamente di essere infallibili NON LO SONO, in contrasto con la Sua affermazione contenuta nella Sua lettera di risposta al Professor Pasqualucci, secondo cui «Il Concilio può aver commesso errori nelle sue disposizioni PASTORALI, ma non è ammissibile che ci insegni il falso nella DOTTRINA, quando Cristo ha assicurato l’infallibilità della sua Chiesa in questo campo connesso con la salvezza».

    Le uniche affermazioni del Concilio che godono di infallibilità, come magistralmente dimostrato da Monsignor Brunero Gherardini, sono quelle in cui il Concilio stesso cita pronunciamenti già infallibili di altri documenti. È chiaro che questa infallibilità non sta nei pastorali documenti del Vaticano II, ma nell’infallibilità dei testi citati: chiunque citi tali testi è, nell’atto di farlo, infallibile.

    Ella stessa afferma che: «Io sono invece dell’idea che nelle disposizioni pastorali vi siano degli errori, – e su questa materia il cattolico ha libertà di critica – che si sono rivelati in questi 50 anni, errori che vanno corretti, soprattutto per quanto riguarda l’ufficio pastorale del vescovo, che è presentato in modalità che mancano di energia morale ed intellettuale (il vescovo “bonaccione”, debole coi forti e forte coi deboli, in nome della “carità” e del “dialogo”), tali da favorire i pastori paurosi, ingenui, opportunisti e mercenari, come vediamo purtroppo oggi spesso. I Vescovi devono svegliarsi dal sonno. Questi sono i vescovi figli del Concilio. QUI BISOGNA RIMEDIARE AL PIU’ PRESTO». Queste Sue parole sono assolutamente sottoscrivibili. Mi permetto, proprio nel sottolineare la verità e la conseguente bellezza di questo Suo passo, di chiederLe gentilmente di enucleare tutti i brani del Concilio a cui fa riferimento. Sarebbe un atto di carità immenso nei confronti di tutti noi poveri fedeli.

    Implorando La Sua benedizione, Le porgo i più rispettosi ossequi.”

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