Valter Boero: l’epopea di un pro life sui generis continua

Valter Boero è il presidente del Mpv di Torino e dirigente nazionale (confermato) del MpV. Poichè continua la sua attività di maldicenza ai danni di chi si impegna in favore della vita, ripubblichiamo alcune notizie su di lui.

Boero, arrivato solo pochi anni fa, ha cercato subito di imporsi nel MpV piemontese sgomitando a destra e a manca. Prendendo le distanze, essendo dell’UDC, da Federvita Piemonte e dalla sua campagna contro la radicale Bresso. Oggi il suo imbarazzante protagonismo, che lo ha portato a scontrarsi più volte con Giuseppe Garrone,  ha nuove strabilianti manifestazioni. Silvio Viale, il medico della Ru 486, cadidato radicale, è sceso subito in campo, ambiguamente, a difenderlo! La Bresso, in fondo, era la candidata sostenuta da entrambi

 

 

 

Gli studenti contro la campagna elettorale di un docente .

RAPHAËL ZANOTTI

Torino

Non si può certo dire che al professor Valter Boero manchi la schiettezza.

Docente di Sistemi agrari montani alla facoltà di Agraria, il professore sta concludendo la sua breve esperienza di capogruppo dell’Udc in consiglio comunale e ha deciso di ricandidarsi. Per farlo ha impostato una campagna elettorale a dir poco cruda: se vuoi un lavoro, votami.

Il messaggio è stato inviato a studenti ed ex studenti attraverso la mailing list del Job Placement, la rete che l’università mette a disposizione degli studenti per entrare in contatto con il mondo del lavoro. Ironia della sorte? No, semplicemente l’ufficio del Job Placement di Agraria è gestito proprio da Boero, che non si è fatto scrupolo a usarla.

Gli annunci di solito sono di stage e tirocinii gratuiti. Mercoledì è comparsa la singolare «proposta di assunzione» postata dal professore. Questo il tenore di alcune frasi: «Gentili corrispondenti, desideravo segnalarvi che profittando della mia presenza in Comune \ ho preso contatto con i dirigenti dei vari settori che possono interessare i laureati della nostra facoltà sollecitando una maggiore apertura e collaborazione anche solo di (sic!) consulenza professionale».

Il professor non vuole illudere: la possibilità di essere assunti è remota. Tuttavia, spiega, ci sono necessità incomprimibili come la gestione del verde urbano, l’inquinamento, la gestione dei rifiuti. E non c’è solo il Comune, ma anche le società controllate come Smat, Sagat e altre. Insomma, il piatto è ricco. Interrogato sulla cosa, lo stesso Boero spiega: «Sì, è così. D’altra parte cosa crede che abbiamo fatto all’ultimo consiglio approvando tutte quelle modifiche al Prg? Qualcuno ci avrà guadagnato». Schietto è schietto. «In Comune non sanno manco che esiste una laurea in Agraria – continua Boero – Se potrò trovare un lavoro ai nostri giovani, lo farò».

Un beau geste non proprio a gratis. Più il classico voto di scambio. «Ma nooo – dice il professore – io faccio lobbying».

La lettera prosegue senza tanti raffinati inglesismi: «A voi, se siete di Torino o avete amici a Torino, chiedo di aiutarmi a entrare in consiglio comunale \. Vi chiedo in sostanza un atto di egoismo, per una volta pensate a voi stessi, ad aumentare le possibilità di trovare lavoro».

Ci sono anche altri modi per aiutare, per esempio candidandosi in una o più circoscrizioni. Un’esperienza che Boero considera «ottima per mettere il naso nella gestione della città, per farsi conoscere e avere un lavoro!!!».

Una visione del ruolo della politica che ha indignato uno dei destinatari della mailing list che ha scritto alla Stampa. «Conosco quel ragazzo, ha scritto anche a me – dice il professore – È un disoccupato che ha visto troppi Ballarò, un ingenuo. Con questo suo pessimismo faticherà a trovare un lavoro».

Sarà, ma dopo 8 anni di lavori precari ricevere dal gestore del Job Placement un’offerta di lavoro in cambio di un voto forse non fa diventare pessimisti. Fa arrabbiare.

L’Udc: «Probiviri per Boero». In forse la ricandidatura

RAPHAËL ZANOTTI torino

I suoi studenti saranno anche «disoccupati che hanno guardato troppi Ballarò» (copyright di Valter Boero), ma ora il professore di Agraria che ha promesso loro un lavoro in cambio del voto alle Comunali rischia grosso.

L’Udc, il partito di cui il professor Boero è capogruppo in Sala Rossa, sta valutando l’opportunità di una sua ricandidatura e anche l’Ateneo si sta muovendo visto che il professore ha inviato la singolare «offerta di lavoro» utilizzando la mailing list del «Job Placement», strumento gestito dallo stesso Boero messo a disposizione dall’università per mettere i neolaureati in contatto col mercato del lavoro.

«Quello che ho letto è gravissimo – dice Alberto Goffi, coordinatore regionale dell’Udc – La visione della politica mostrata dal professor Boero è contraria a qualunque valore espresso dal nostro partito. La cosa è ancor più grave se si considera che proviene da un docente universitario che ha un ruolo pubblico. Non posso pensare che non si sia reso conto delle conseguenze».

Goffi non ha voluto affrontare la questione ieri, visto che avrebbe potuto imbarazzare Casini in visita a Torino, ma annuncia che domani convocherà il professor Boero: «Gli chiederò di giustificarsi, poi attiveremo i probiviri per verificare l’opportunità di una sua ricandidatura con l’Udc».

La presa di distanza sembra la linea più probabile. Ma i guai per il professore non arrivano solo dal partito. L’università ha già adottato i suoi provvedimenti: giovedì scorso il consiglio di facoltà ha deliberato di togliere al professor Boero la responsabilità del Job Placement affidato ora al professor Luca Cocolin, un microbiologo. La decisione è arrivata prima dell’uscita dell’articolo sulla «Stampa». «Ero già a conoscenza della lettera inviata agli studenti da parte del professor Boero – spiega la preside di Agraria, Elisabetta Barberis – È vero che il Job Placement è stato creato dal professor Boero e gliene siamo grati, ma non è una sua proprietà come non lo sono l’ufficio, la sedia, il computer. Nulla di ciò che è targato “uni.to” può essere appannaggio di un privato. Siamo un ateneo pubblico e quella rete è stata creata per altro, non perché qualcuno la usi per farsi campagna elettorale». Il professore, ieri, si era giustificato dicendo di voler fare «lobbying»: «Col fondello che mi sono fatto, ora stai a vedere che passo anche per uno che chiede voti in cambio di un lavoro». La lettera inviata agli studenti, tuttavia, lasciava pochi margini di interpretazione. La richiesta era piuttosto cruda ed esplicita.

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/396130/
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/396218/

 

Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani, forse il ginecologo più impegnato in difesa della libertà di scelta e dell’aborto, esprime solidarietà al presidente del Movimento per la Vita torinese, il consigliere comunale dell’UDC Valter Boero per la mail con cui chiede il voto agli studenti di Agraria.

Silvio Viale ha dichiarato:

“Mi sembra curioso che Vater Boero venga messo in croce per una mail nella quale dice che da consigliere comunale avrà più possibilità di trovare posti di lavoro per i laureti di Agraria. Aumentare l’occupazione non è forse la promessa di ogni politico? Dall’attuale Premier in giù? Da qui a dire, concesso che ci riesca, che troverà posti di lavoro solo a coloro che dimostreranno di avere votato per lui ce ne vuole. Se molti hanno pensato ad un voto di scambio è perché pensano che sia davvero così, vogliono e sperano che così accada per loro, o perché così è proprio accaduto. Certo Boero ha usato una metafora forte, come il tacchino di Pionati, ma è come se io mandassi una mail alle donne di Torino e dicessi che con me eletto i consultori funzionerebbero meglio e ci sarebbero meno intoppi per l’aborto quando ne avranno bisogno, Sarebbe un voto di scambio? Lo scandalo non è la mail strampalata di Boero, ma le sue posizioni verso le donne su aborto, contraccezione, omosessualità, famiglia, divorzio, copie di fatto e via dicendo. E qui che fa guai. Invito, quindi, l’amico Goffi a non esagerare con Boero per quella mail e tutti i consiglieri comunali, compreso Boero, ad applicare fino in fondo la delibera approvata per l’anagrafe pubblica degli eletti, l’unico vero antidoto alle pressioni fantasiose o illecite dei candidati al prossimo consiglio comunale.”

Torino, 3 aprile 2011.

Fonte: http://www.associazioneaglietta.it/?p=2026

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Autore: Libertà e Persona

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