Lourdes e Pievani

L’inserto “La lettura” del Corriere della sera di domenica 5 febbraio commemora la prima apparizione della Madonna di Lourdes a Bernardette Soubirous (11.02.1858) con un confronto insolito, ma oggi politicamente corretto, tra la posizione della cosiddetta “fede”, interpretata dal vaticanista Luigi Accattoli e la posizione della cosiddetta “scienza”, per la penna del solito professor Telmo Pievani.

La speranza, forse, è che ne esca un confronto arricchente per tutti, credenti e non. Ma non sembra che sia andata così.

La posizione di Pievani è sprezzante perché non entra mai nel merito delle apparizioni, ma attacca la semplice “possibilità” del trascendente, come fosse un male assoluto. Oggi, per la cultura dominante, non esiste alcuno spazio per il trascendente nell’orizzonte conoscitivo.

Perché? Perché la Scienza non ammette l’esistenza di nulla che non caschi sotto l’osservazione dei propri riflettori. E non esiste altra forma di conoscenza che meriti la possibilità di accedere alla verità!  La Madonna, Dio, l’anima, le apparizioni di Gesù o dei Santi, non possono essere veri per il semplice motivo che non sono ospitabili in un laboratorio scientifico.

Ecco la conclusione del nostro:

“Le attitudini della specie umana sono sbilanciate a favore di interpretazioni finalistiche e animistiche della realtà esterna.  Questo mondo non ci basta. Dobbiamo inventarne altri, nel futuro o nell’al di là: qui risiedono insieme forza e fragilità del nostro cervello.  Abbiamo bisogno di messaggi di un altrove che ci attira e ci spaventa.  La “bella Signora vestita di bianco” apparsa nell’universo immaginifico di un’umile veggente, non avrà mai età. Anche nel 2012 è perfettamente adattata alle nostre menti”.

E’ sempre incredibile osservare la sfrontatezza di chi entra nel dibattito senza argomentare nel merito della questione (Pievani non parla mai né di Bernardette, né dei suoi racconti, né delle guarigioni inspiegate) ma attribuendo all’interlocutore una sorta di “attitudine” mentale, che lo inabilita a capire come stanno le cose.

La trascendenza e la “bella Signora” sono invenzioni della nostra mente, impaurita di fronte al limite.  Eppure Bernardetta è una ragazza giovanissima e semianalfabeta quando riferisce il nome dell’Immacolata che non sapeva nemmeno che esistesse (era stato formulato come dogma appena quattro anni prima dal Papa), ostacolata da tutti fin dall’inizio, ha una relazione continuativa con la Madonna, senza alcun interesse personale, anzi, pagando di persona, conducendo una vita da santa dichiarata.

A Lourdes ogni anno vanno milioni di persone (il secondo santuario al mondo dopo Guadalupa, come numero di visite) che ritornano a casa non certo con altri mondi di fantasia, ma con questo mondo, quello di tutti i giorni, riabbracciato con rinnovato amore.  Qualcuno torna anche senza cartella clinica; in attesa di una spiegazione naturale che arriverà in futuro?  Forse, ma certo la guarigione istantanea, completa e senza ricadute da un male irreversibile, non può non far pensare…

Ovviamente poi ciascuno di noi si chiede anche come mai il Nostro e tutti gli Scienziati con la esse maiuscola abbiano un cervello “preservato” da questo peccato originale per cui sono in grado di vedere negli altri tutti i difetti procurati dal percorso evolutivo: noi siamo sbilanciati a vedere il trascendente mentre loro no.

E se fosse vero il contrario? E cioè che tutti vediamo finalismo e trascendenza nel Mondo, dopo aver studiato e ragionato e solo alcuni non li vedono perché sono impossibilitati a farlo dai loro dogmi maturati nei loro circoli culturali?

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11 pensieri riguardo “Lourdes e Pievani”

  1. Il problema, caro professor Pennetta, è che questa gente è dogmatica anche in campo scientifico e non è affattto disponibile al confronto.

  2. Ti cito:” Perché la Scienza non ammette l’esistenza di nulla che non caschi sotto l’osservazione dei propri riflettori.”
    Mi ricorda molto San Tommaso: peccato che a questi scienziati manchi la sua umiltà.

  3. Verissimo caro ago86!
    Così come per sostenere che sia un’attitudine del nostro cervello bisognerebbe che tutti (ma proprio tutti) facessero l’esperienza di vedere la Madonna!
    In realtà, su 100 miliardi di persone apparse sulla Terra dalla sua origine (l’ultima stima riportata da Giorello ieri sul Corriere) le persone che sostengono di aver visto la Madonna sono una percentuale insignificante.
    Quindi l’affermazione è smentita dalla realtà.
    Io sono stato a Lourdes e sono molto legato a quella “bella Signora”.
    Avanti per la nostra strada.

  4. Pievani non ha tutti i torti: se a Lourdes non è mai ricresciuto un arto amputato o non si è mai rinsaldato un midollo osseo reciso, non ha senso parlare di miracoli ma bensì di autoguarigioni o di autosuggestioni. La scienza è una cosa seria.

  5. Anche la guarigione è una cosa seria per chi la prova inattesa, istantanea, completa e irreversibile, dopo una malattia grave ritenuta inguaribile dai medici.
    Le testimonianze sono numerose e alcune di queste sono certificate come inspiegabili (ci accontentiamo di questo aggettivo… non vogliamo di più) dal Bureau Internationale.
    L’ateo Alexis Carrell ha descritto mirabilmente il miracolo che lui richiedeva per credere e che ha visto con i suoi occhi davanti alla Grotta.
    Mi permetto invece di manifestare i miei forti dubbi sull’autoguarigione…
    In verità comunque anche se i morti risuscitassero, non sarebbe ancora sufficiente per chi non vuole credere.

  6. In realtà nella rassegna dei 66 casi riconosciuti dalla Chiesa (su un totale di 7000 casi presentati al Bureau) come inspiegabili e dovuti ad un intervento di Dio, “al di fuori della natura”, alcuni presentano ricostruzione di tessuti o pezzi di ossa. Basta leggere la splendida rassegna reperibile facilmente in internet.
    Celebre poi è il caso di attacco della gamba amputata, raccontato in un libro da Vittorio Messori.

    Comunque, credo che il miracolo più grande sia il corpo sano…
    (me ne accorgo ora che ho la febbre…)

  7. At Diagoras cum Samothracam venisset, Atheus ille qui dicitur, atque ei quidam amicus: ‘Tu, qui deos putas humana neglegere, nonne animadvertis ex tot tabulis pictis, quam multi votis vim tempestatis effugerint in portumque salvi pervenerint?’, ‘Ita fit’, inquit, ‘illi enim nusquam picti sunt, qui naufragia fecerunt in marique perierunt.’ Cic.de natura deorum 3,89.

  8. Quello sollevato da Ruggero Romani è un altro problema: perchè gli uni sono guariti e gli altri no?
    E’ chiaro che si tocca ancora una volta il mistero della vita e della nostra condizione: non possiamo risolverlo e non pretendiamo di farlo.
    Pur tuttavia riconoscere che in ogni istante della giornata i polmoni si dilatano e si contraggono, il cuore pulsa, i reni filtrano il sangue, il fegato asporta le sostanze tossiche, i neuroni funzionano e ogni cellula fa quello che deve fare… beh! Ce n’è abbastanza per dire che non è scontato ed è un grande spettacolo (= miracolo)!
    L’esistenza delle malformazioni non toglie nulla alla grandiosità del corpo sano.

  9. anche gli ammalati non guariti sono,disgraziatamente, dei fatti.tral’ altro una percentuale di miracoli dello 0,9% (66 su 7000) dice che il dio che agisce a lourdes non è efficientissimo.se poi paragoniamo questi numeri a quelli che si recano a al santuario la percentuale diventa irrisoria.

  10. Ma qui non siamo a discutere sui numeri, nè su quelli che non vengono guariti. La cifra, 66, era interessante per rendersi conto dell’analisi scientifica sofisticata che viene fatta su ogni testimonianza di presunta guarigione, prima di giungere ad una conclusione così importante.

    La questione, qui, è se ci siano o no delle guarigioni di malattie gravi, improvvise, complete, irreversibili, certificate come inspiegabili da un Bureau di Medici di fama internazionale. E ci sono.
    Leggere le testimonianze dei medici sulle loro cartelle cliniche è veramente interessante per farsi un’idea della gravità della malattia e dell’eccezionalità della guarigione. Io partirei da lì.

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