Il giorno 1 febbraio 2012, in una lettera al quotidiano la Repubblica, un lettore pone la questione della scomparsa dell’insegnamento della teoria di Darwin dai programmi delle scuole medie.
Sembrerà strano ma siamo d’accordo con Augias, la teoria dovrebbe essere insegnata.
Ma dicendo come sono andate veramente le cose.
Un lettore del quotidiano la Repubblica ha chiesto a Corrado Augias cosa ne pensasse della situazione dell’insegnamento della teoria di Darwin alle scuole medie, questo il testo della lettera:
Caro Augias, sono passati otto anni, da quando è scomparso dalla scuola italiana l’insegnamento della Teoria dell’evoluzione delle specie. Allora anche grazie ad una sollevazione di alcuni media e del mondo scientifico, la responsabile del ministero dell’Istruzione già non più “pubblica”, Letizia Brichetto Moratti, insediò una commissione presieduta dal premio Nobel Rita Levi Montalcini. Alla conclusione dei lavori questa suggerì il reinserimento di Darwin nei curricula. Le precedenti determinazioni furono però sostituite con la seguente: «Interazioni reciproche tra geosfera e biosfera, loro coevoluzione. Darwin», e successivamente con frasi sempre più involute e insignificanti. Da allora molte cose sono cambiate, ma alla cacciata di Darwin dalle scuole italiane non si è ancora posto rimedio.
Corrado Augias ha pensato di girare la domanda all’autore del libro “La vita inaspettata“, e ne ha riassunto la risposta. In sostanza quello che viene detto è che il problema è nelle resistenze di parte cattolica:
Nonostante alcune aperture da parte cattolica, si ha l’impressioneche si consideri ancora l’insegnamento dell’evoluzione come una minaccia a religione, convivenza sociale, morale.
Bisogna dire che però se personaggi come l’autore del libro “La vita inaspettata”, continuano a legare strettamente la teoria darwiniana con l’ateismo (CS-UAAR-Pikaia “connection”), non possono poi aspettarsi grandi entusiasmi da parte cattolica.
Di un certo interesse è poi la conclusione della risposta, nella quale si entra nel concreto dell’insegnamento:
Ma è proprio qui il punto. Messi i programmi in questo modo, i manuali parleranno di evoluzione se lo riterranno. Gli insegnanti la spiegheranno se vorranno. Come se la discendenza comune, il fatto dell’evoluzione, antenati e cugini della specie umana fossero un optional.
Messi i termini in questo modo, sembra che quello che preoccupa Augias sia la libertà d’insegnamento!
Infatti si conviene sul fatto che non sia negato l’insegnamento della teoria dell’evoluzione (da leggersi “darwiniana”), ma che l’insegnarla o meno, o come insegnarla, sia lasciato alla libera volontà dei docenti. Ma così sembra che abbiano paura che, se lasciati liberi, gli insegnanti non vorranno proporre tale teoria. Sono dunque preoccupati del fatto che non ci sia un largo consenso sul darwinismo?
So che è un paradosso, ma ci siamo noi qui a confortarli: tranquilli, a parte il sottoscritto e un manipolo di “provocatori” quasi tutti gli insegnanti di scienze proporrebbero la teoria di Darwin con toni da epopea. Posso portarle un caso personale, io ho perso l’amicizia di una collega di scuola cattolica per aver messo in discussione Darwin. Avessi criticato il Papa saremmo ancora amici!
E allora gli di direi di non starsi a preoccupare troppo e a non spargere troppe lacrime sulla triste vicenda dell’insegnamento della teoria dell’evoluzione alle scuole medie.
Voglio però stupire gli Augias & co. fino in fondo e affermo che anche io voglio che la teoria dell’evoluzione di Darwin venga insegnata fin dalle medie, ma che dico… dalle elementari! Ma con una sola richiesta: che venga insegnata veramente bene.
Cosa intendo per “essere insegnata bene” è presto chiarito, significa che nell’insegnamento dovrebbero essere obbligatoriamente presenti i seguenti punti:
1 ) Chiarire che Darwin credeva nell’ereditarietà dei caratteri acquisiti esattamente come Lamarck.
2 ) Precisare che la sua teoria aggirava senza risolvere la questione della mancanza di prove fossili su cui era caduta la teoria di Lamarck.
3 ) Che la teoria è la trasposizione in chiave naturalistica della teoria economica di Malthus che legittimava lo sfruttamento delle classi povere.
4 ) Che la teoria spianò la strada alle tendenze eugeniste e razziste che covavano nella società inglese dell’epoca (vedi F. Galton).
5 ) Smettere di chiamare la teoria “teoria di Darwin” e chiamarla “teoria di Wallace”, che fu il primo a pubblicarla.
6 ) Dire che lo stesso Wallace, dieci anni dopo la pubblicazione, affermò che la teoria non era soddisfacente se applicata alla specie umana.
7 ) Mostrare i falsi scientifici con i quali la teoria venne propagandata (Embrioni di Haeckel, errata evoluzione del cavallo, biston betularia…)
8 ) Spiegare che la riscoperta del lavoro (questo veramente scientifico!) di Mendel mandò definitivamente in crisi il darwinismo, in quel ventennio che fu definito “L’eclissi del darwinismo”.
9 ) Dire come andarono veramente le cose nel famoso “Processo alla scimmia” conosciuto anche come “Processo Scopes”.
10 ) Dire che a tutt’oggi non esiste ancora un solo caso di evoluzione verificata con meccanismi neodarwiniani.
Ecco, se fossero garantiti questi 10 punti sarei pronto a scendere in piazza per rendere obbligatorio l’insegnamento della teoria dell’evoluzione non solo nelle scuole medie… ma dalla scuola materna!
(Questo articolo è pubblicato anche sul sito Critica Scientifica)
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