Tutto quello che non ci dicono su Halloween

L’affare è colossale – 300 milioni, euro più euro meno – e spazia dal traffico di zucche alla vendita di cappelli da strega, canini vampireschi e mille altre diavolerie. Ma non è pecuniario, per quanto esorbitante, l’aspetto sul quale dovrebbero riflettere gli 8 milioni di italiani che tra poco festeggeranno Halloween, bensì religioso; anzi, diabolico. A dispetto delle buone intenzioni con le quali asili, scuole e persino parrocchie a breve apriranno le loro porte a quella che ritengono un’innocua carnevalata, l’appuntamento in questione, infatti, oltre ad essere l’inizio del calendario celtico, rappresenta anche la più importante festa delle sette sataniche. Parola di Anton Lavey (1930-1997), fondatore della Chiesa di Satana, il quale ha messo inoltre in chiaro come non ci sia alcuna “differenza fra magia “bianca” e “nera” tranne nella presuntuosa ipocrisia, presunta legittimità e autoinganno del praticante di magia “bianca” (A. Lavey, The Satanic Bible, New York 1969, p. 110).

Il 40% dei giovani che, secondo un’indagine di Telefono Antiplagio, festeggia la notte delle streghe con dichiarate simpatie verso il mondo magico è dunque avvertito: si rischiano brutti incontri. Gli scettici, come al solito, sorrideranno nel leggere queste righe, ma il pericolo è reale: il 16% delle persone avviate all’esoterismo – che poi è l‘anticamera del satanismo – ha esordito, a detta del Servizio antisette della Comunità Papa Giovanni XXIII , proprio durante Halloween. Qualcosa vorrà pur dire. Non per nulla Doreen Irvine, prostituta passata per anni al satanismo e convertitasi poi al Cristianesimo, su Halloween è stata piuttosto esplicita: se i padri sapessero il significato di questa festa, ha detto, non la nominerebbero nemmeno davanti ai loro figli.

Non è un mistero, dopotutto, che il 31 ottobre cada uno dei quattro sabba, e non uno qualsiasi bensì il peggiore, quello più inquietante. Infatti, mentre i primi tre segnano i tempi delle stagioni “benefiche” – il risveglio della terra dopo l’inverno, il tempo della semina, il tempo della messe -, il quarto inaugura l’arrivo dell’inverno e, portando freddo, fame e morte, celebra la “sconfitta” del sole. Anche per questo la notte 31 ottobre, già capodanno dei Celti – che erano soliti celebrarla come la notte di Samhaim, alias “il Signore della morte, il Principe delle Tenebre“, convinti dell’apertura delle porte annwn (regno degli spiriti) e sidhe (regno delle fate) – è rimasto come il capodanno degli stregoni; di qui l’attivismo satanico fatto di incursioni nelle chiese, furti di ostie consacrate e roghi di rosari.

Com’è avvenuto un anno fa nella chiesetta di San Lorenzo a Tempio, in Sardegna, dove poco prima dell’alba dell’1 novembre un gruppo satanisti ha pensato bene di bruciare delle immagini sacre, poi rinvenute dai vigili del fuoco e del parroco locale, don Gianni Sini, guarda caso esorcista della diocesi. Nella cosiddetta “notte delle streghe” se la vedono brutta anche i felini, spesso vittime di inquietanti sacrifici: lo scorso autunno scorso, proprio in questi giorni, un esercito di volontari animalisti operativo in Lombardia, Toscana e Umbria ha tratto in salvo 71 gatti neri verosimilmente destinati ai rituali delle messe nere. Appare assai incauto, dunque, insistere con le bonarie minimizzazioni di Halloween, che di fatto con l'”All Hallows’Eve day” – letteralmente la “vigilia d’Ognissanti” – non c’entra nulla. E che, proprio per la sua natura di appuntamento quanto meno equivoco, merita d’essere guardato dai cristiani con particolare attenzione; e tenuto a debita distanza: “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro” (Isaia 5,20).

Tutt’altra cosa, rispetto a quelle sin qui ricordate, è la Festa di Ognissanti. In origine l’idea fu di un monaco sassone, Alcuino di York, che volle cristianizzare all’insegna della santità e della comunione dei santi la già ricordata festa celtica di Samain. Un’intuizione teologica, questa, ripresa poi, su richiesta di Papa Gregorio IV, dall’imperatore Ludovico il Pio. Ma fu soltanto secoli dopo – precisamente nel 1475 – e grazie al pontefice Sisto IV, che la festività di Ognissanti divenne obbligatoria in tutta la Chiesa. E non mancarono, coi secoli, ulteriori metamorfosi, ma ciò che qui è importante ricordare è che quella di Ognissanti è una ricorrenza secolare, teologicamente importante, mentre l’Halloween che conosciamo oggi, oltre – e scusate se è poco – a fare il gioco dei satanisti, si configura come una festa commercializzata e diffusa solo recentemente: perfino le grandi enciclopedie – dall’Enciclopedia cattolica (1948-1954) al Grande Dizionario enciclopedico (1935), dal Grande Dizionario della lingua italiana (1972) alla Grande Enciclopedia universale Atlantica (1982) – fino a ieri la ignoravano. Oggi invece tutti la conoscono ma solo pochi, purtroppo, si rendono conto di che cosa sia veramente. Una ragione in più per aprire gli occhi alla gente, in particolar modo a chi ricopre il delicato compito di educatore e animatore dei più giovani. Che notoriamente sono il bersaglio preferito di chi ha le peggiori intenzioni.

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